Bagnoli, pace con Trapattoni
Bagnoli, pace con Trapattoni EURODERBY DI FUOCO A Verona le polemiche stanno sfumando dopo il convulso dopo-partita Bagnoli, pace con Trapattoni VERONA — Un bandleronfe gialloblù grande come un doppio lenzuolo è riapparso ieri come al tempi dello scudetto sulla Porta Borsari nel cuore della città a testimoniare che la vita continua anche dopo le amarezze di Torino e le imprecazioni lanciate verso la Francia ed il signor Wurtz. Bagnoli ieri ha voluto mettere un coperchio sulle polemiche, ma qualche vapore è ancora uscito dal pentolone. «Per non riparlarne mai più», avverte. «E' stato un angioletto — spiega l'allenatore gialloblù — che mi ita detto di accettare certe cose die accadono nella vita e mi ha spiegato che il Verona ha fatto due incassi e la Juve nemmeno uno». Un angloletto evidentemente malizioso. «Escludo la malafede dell'arbitro — aggiunge — e non parlo neppure del rigore contro Briegel. Dico solo che la svista sul mani di Serena è stata troppo clamorosa. Però non voglio più parlare di arbitri. Parliamo della Juve. Dicono che li ho definiti ladri. Preciso che io ho rilasciato una sola dichiarazione ufficiale. Ho detto che non volevo parlare perché non volevo essere ancora preso per i fondelli. Quella dei ladri è una battuta a caldo in un particolare momento e ad una certa persona. Non è una dichiarazione pubblica». Bagnoli si è rivisto per ben due volte la partita a casa e il rammarico gli è rimasto perché ritiene ingiusto sia il risultato sia le critiche alla squadra e al gioco: «Certo potevamo giocare meglio purché ce lo avessero lasciato fare. Non discuto neppure la Juve che è la squadra più forte. Però certe cose non dovrebbero scriverle. Certi commenti mi hanno proprio seccato, percìté basta un niente per modificare la situazione in campo. E il niente c'è stato». Bagnoli vorrebbe almeno mettere una pietra sopra le polemiche a livello personale con Trapattoni. «Non è nei termini descritti quello che io penso e credo nei suoi confronti. Il fatto è che ci vogliono sempre o abbracciati da fratelli o in perenne lotta, io ho detto la mia, Trapattoni ha detto la sua. Punto e basta, amici come prima. Ognuno difende il proprio punto di vista con onestà. Come pure io difendo il mio comportamento in campo a Torino. C'era ambiente freddo, dovevo pur alzare la voce, però non mi sono permesso giudizi negativi sulla Juve e sui suoi giocatori». I giocatori, piuttosto mortificati, ieri non avevano voglia di parlare. Soltanto sussurri e grida contro l'arbitro, già conosciuto e «apprezzato» durante la tournée estiva in Olan¬ da quando negò un rigore (alla Serena) contro l'Ajax. Vecchia conoscenza insomma. -Della quale — dice Briegel — avremmo fatto volentieri a meno. Credo che in italiano si dica che è uno dall'inettitudine ormai consolidata». La società attraverso il vicepresidente Nando Chlampan farà sentire la propria voce all'Uefa ritenuta la vera autrice del «misfatto». « Un ricorso — dice 11 dirigente — non è proponibile per regolamento ma invieremo comunque una memoria. A memoria di Torino anche se non servirà a molto. E se non ci ameranno pazienza». Ora il Verona riprende il filo del discorso' campionato. Per rituffarsi nel lavoro, vero antidoto e per cercare punti. «Mi auguro solo — avverte Bagnoli — che quel che è successo a Torino non influenzi il campionato». Ieri sera sempre per dimenticare, ma non le cose belle, la società ha organizzato una festa in famiglia per ricordare lo storico scudetto del Verona Hellas. C'erano tutti i giocatori (erano stati invitati anche Qarella, Marangon e Panna), dirigenti e giornalisti. •Lo scudetto — ha ricordato Bagnoli — non ce lo possono togliere». Franco Ruffo L'allenatore gialloblù non si rassegna ancora al rigore negato: «La Juve è più forte ma qualcosa poteva cambiare la situazione. Noi tecnici ci vogliono sempre abbracciati, ma dietro le polemiche io e Giovanni siamo amici». Briegel: «Wurtz lo conosco è un arbitro inetto». Un esposto all'Uefa per puntualizzare l'opinione della società Osvaldo Bagnoli, in piedi, e Giovanni Trapattoni, seduto in panchina, al Comunale: due modi per seguire la partita
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