Ebla, da millenni specchio del cosmo di Maria Grazia Bruzzone

Ebla, da millenni specchio del cosmo TRA LE ROVINE PARLAI/ARCHEOLOGO CHE HA DISSEPOLTO LA CITTA' Ebla, da millenni specchio del cosmo L'ultimo ritrovamento è la stele di Ishtar, stella del mattino, dea della fecondità e dell'amore TELL MARDIKH — Fortuna? Paolo Matthiae sorride. Guarda la stele di basalto interamente scolpita a bassorilievo che occupa provvisoriamente un angolo del cortile nella missione archeologica dell'Università di Roma impegnata negli scavi di Ebla. Oli occhi sembrano accarezzare la pietra nera. La stele è finora il più importante ritrovamento della campagna di scavo 1985 nella città paleosirlana distrutta nel 1600 avanti Cristo. . «/n ogni scoperta scientifica c'è un po' di fortuna ma quello che conta sono le ipotesi; dice Matthiae. Quando nel 1963, appena ventiquattrenne, ottenne di venire a scavare qui nell'alta Siria, l'ipotesi dell'esistenza di una civiltà urbana matura, autonoma dal grandi poli allora conosciuti della Mesopotamla e dell'Egitto, poteva sembrare azzardata. Eppure quell'Idea permise di riportare alla luce la favolosa Ebla, con 11 palazzo reale del 2300 a. O. e l'archivio delle 17.000 tavolette cuneiformi, la cui importanza è pari alla biblioteca di Ugarlt o a quella di Babilonia al tempo di Hammurabl. Riluttante ad ammettere 11 ruolo del caso nel lavoro degli archeologi, Matthiae riconosce di aver avuto qualche volta la sorte dalla sua parte. Anche il mese scorso, nel ritrovamento della stele-obellsco: un pezzo raro, 11 primo del genere mai rinvenuto nell'area. «La cosa che sorprende è aver trovato quasi contemporaneamente il frammento centrale della stele e la sua base. Il primo giaceva in una discarica di quasi quattromila anni fa, la seconda era a ottanta metri di distanza, nel tempio D.», racconta Matthiae. «La base non era scolpita e difficilmente avremmo capito che si trattava dello stesso oggetto se non ci fossimo ricordati di un altro frammento, più piccolo e rovinato, esfratto nel 1967. Lo abbiamo ripescato negli scantinati del museo di Aleppo e sovrapposto al pezzo nuovo. E' stato un momento emozionante. I disegni coincidevano: era proprio l'anello mancante, non c'era dubbio». «£' stato così, continua Matthiae, che abbiamo ricostruito la storia della stele dedicata probabilmente alla Ishtar di Ebla, dea complessa della fecondità e dell'amore identificata con la stella del mattino. La figura principale, del rilievo è una divinità femminile in un tempietto sorret-, to da due uomini-tori. Non molto tempo dopo la stele per] qualche motivo è stata rimossa e gettata via insieme ad altro materiale edile». Il professor Matthiae ci accompagna sul «luogo del delitto». Nella fossa quadrata si vedono i diversi livelli stratigrafici. Sotto uno strato marrone, un fascio di ilnee grigiastre ha un andamento nettamente obliquo: l'indicazione dello scarico. Slamo sulla cima del «teli», 11 nome con cui gli arabi chiamano le colline artificiali dall'aspetto tondeggiante e regolare, immensi cumuli di macerie di antichi insediamenti urbani. Il teli di Ebla ha una forma anomala, con un'acropoli e una sorta di bordo rialzato che ricopre gli imponenti terrapieni alti venti metri, e larghi anche quaranta eretti nel secondo millennio contro l'invenzione strategica dell'epoca, l'ariete che faceva crollare 1 muri di pietra e mattoni, Distrutta nel 2300-2250 a. C. dal re di Akkad NaramSin o forse da suo nonno, 11 leggendario Sargon «vincitore di trentaquattro battaglie», Ebla era risorta poco dopo 112000 diventando per la seconda volta, al tempo delle dinastie amorree, uno del maggiori centri del «Paese Superiore», l'antica denominazione dell'alta Siria. Le due città, quella protoslriana e quella paleosirlana, si sovrappongono e gli obiettivi dello scavo si Intrecciano fatalmente. La campagna di quest'anno si propone di tirar fuori la porzione NordOvest del palazzo reale più antico, la vera e propria dimora del principi o «casa del re». \ Oli operai arabi che si alternano con piccozze e scopette, 1 «kefir» bianchi e rossi che 11 proteggono dal sole a picco, le scale a pioli qua e là, 11 via vai delle cofane, danno allo scavo l'aspetto curioso di una miniera. Si lavora tutti 1 giorni dalle cinque e mezzo di mattino alle due. ' *Ebla è uno scavo sistematico con obiettivi a lunga distanza», dice Matthiae. «Per un certo numero di anni ancora cercheremo di capire l'estensione e le funzioni del palazzo reale del terzo millennio. Ma vogliamo anche indagare la struttura urbanistica della città. Ebla presenta una strana simmetria, con l'acropoli al centro di un cerchio, circondato da mura dove si aprono quattro porte messe a croce. Può darsi che queste antiche culture fossero più sofisticate di quanto oggi supponiamo e che il disegno della città sia in qualche modo frutto di un piano. La struttura radiale potrebbe riflettere la concezione cosmica dell'epoca. La stessa immagine di un universo circolare diviso in quattro quadranti la ritroviamo in alcuni sigilli e certo l'appellativo di "re delle quattro regioni del mondo" diventa usuale in Sirla e Mesopotamla a partire da Naram-Sin, il principe che si vanta di aver distrutto Ebla. SI può pensare che il titolo sia stato preso a prestito nell'area siriana. L'idea che il microcosmo della città possa riflettere il macrocosmo non deve stupire. Dal nostro punto di visto lo sviluppo urbano è lento, qualcosa che era avvertito come una rottura. Non a caso nelle prime culture urbane ogni passaggio precedente è cancellato e la città, segno di somma civiltà, diventa un elemento della creazione primordiale». Oli archeologi non hanno fretta. Il loro lavoro to fondo non è quello di riportare In superficie monumenti quanto quello di costruire un racconto che nessuno ha la presunzione di esaurire. Il pezzo intatto è un'eccezione nel mare di frammenti, cocci, tracce. Elementi che per 11 profano non hanno alcun significato ma che, incastrati nel giusto quadro di conoscenze, diventano coppe, giare, palazzi, che parlano di usi, traffici, rituali scomparsi ma non meno reali del mondo visibile. Maria Grazia Bruzzone Ebla. L'archeologo Paolo Matthiae con la moglie

Luoghi citati: Babilonia, Egitto, Siria