Cinque assassini «indiretti» e Tieri poliziotto-coscienza

Cinque assassini «indiretti» e Tieri poliziotto-coscienza Cinque assassini «indiretti» e Tieri poliziotto-coscienza j TORINO — Mettendo In j scena Un ispettore in casa ' Birling di John Boynton : Priestley, dall'altra sera al ; Carignano, il Teatro Stabile ! delle Arti di Roma ha vinto | una piccola battaglia: quella ; di dimostrare che si può ripe- • scare nel repertorio del no- • stro Novecento, e riproporre ; testi di ottima fattura, senza j per questo essere tacciati di ; puro intrattenimento o, quel : ch'è peggio, di intenti bassai mente culinari. ] „ Morto l'anno scorso a 96 ] E anni, Priestley, inglese dello j JYorkshire, scrisse tra gli I l'Anni Trenta e la fine dei ! - Cinquanta qualcosa come ! ' una trentina di commedie, i Fu rappresentato in tutta ■Europa e oltre Oceano: An "-Jnspector Calls (Uh ipettorc ■chiama, letteralmente) è del '46, e l'anno dopo era già in Italia, al Quirino di Roma, regia di Orazio Costa, protagonista Salvo Randone. E' una commedia che assume la struttura del racconto poliziesco (Priestley vi fece spesso ricorso) per esprimere un asciutto, severo messaggio d'ordine sociale e morale: un monito sullo strapotere, della borghesia dell'industria e della finanza sulla borghesia capitalista, diremmo noi; e, in genere, un appello ad un più rigoroso controllo di sé, dei propri! sentimenti, delle proprie azioni, giacché nella so 'età di massa ognuno può fa.' violenza al prossimo, e violenza fatale, senza neppure rendersene conto (e su questo plano, oggi piti di ieri, forse, la commedia è attuale). Raccontarne l'intreccio va contro le regole del gioco,' giacché, come sempre in' Priestley, il «suspense» è par-! te integrante della storia, anzi la nutre e informa. Ma, per non tacer del tutto, diremo che in una operosa e pulita cittadina inglese degli Anni Dieci un ispettore di polizia irrompe nell'ovattata quiete notturna di un pranzo di famiglia-riunione d'affari, in cui si celebrano,.al tempo stesso, proprio tra inaimi, uri ; fidanzamento e una fusione ; aziendale. Una ragazza è morta, per suicidio, all'ospe' dale: sul suo diario erano ; scritti i nomi dei quattro BirI ìing, padre e madre, figlio e figlia, e di quel rampollo i Croft, che sta per diventare loro congiunto e socio d'affa\ ri. L'ispettore vuole sapere, freddo e determinato interroga tutti. Ciascuno dei cln\ que insospettabili ha avuto a che fare con la morta: ognuno, anzi, col proprio compor;'* tamento ne ha affrettato la tragica fine: e, talvolta, l'ha ! pesantemente determinata, j Senza esserlo di fatto e direttamente, tutti e cinque sono degli omicidi indiretti e i «simbolici». L'ispettore se ne va. Ma era davvero un ispettore? E ha parlato davvero di j una sola ragazza o di cinque I giovani diverse? Ma se non j era, come i tre adulti almeno vorrebbero disperatamente ! . credere, un ispettore, non è, probabilmente, successo nulla... Con un suo tipico giro di vite, proprio alla Henry James, su cui non possiamo informarvi, Priestley ci rinvia sul finale ad una verità «altra», ancora più radicale e inquietante di quelle sfiorate nell'ultimo, stringente quarto d'ora. Il traduttore e riduttore Tullio Kezlch non solo conosce James (e Proust) a puntino, ma è uno di quei professionisti capaci di ammodernare e ridurre, attualizzare e scarnificare un debordante copione sino all'osso: qui Io si vede e sente, e bisogna rendergliene ampio merito. Il regista Sandro Sequi con le atmosfere morbide e insinuanti, con le dimore old fashion (come quella chiesta allo scenografo Crisolinl Malatesta, un grande studio lmpialllc- ciato tutto in odoroso larice di Svezia, 1 libri rilegati in perfetto ordine, molto sherry e whiskey naturalmente), con la gente per bene insomma, sta a suo perfetto agio, come un gatto soriano su un morbido canapé di velluto: ed ha per l'occasione impiantato una regia tutta di posizione, tra gestualità allusiva, tempismo delle battute, strategia di movimenti, che ha una sua nitida efficacia. Lo coadiuva un eccellente sestetto d'attori, in una commedia che esige costante coralità ed assoluto equilibrio dei ruoli. Aroldo Tieri, che interpreta l'ispettore, mi ha fatto pensare a quel motto di Vasari sulla pittura come arte del «levare»: si può con un nonnulla in più tradirlo, questo personaggio, renderlo atrocemente veristico o, al¬ l'opposto, grottesco. Tieri lo mantiene in perfetto equilibrio sul delicato crinale di un'impalpabile astrattezza, non é un uomo, è come una cifra, un segno del destino. Oiuliana Lojodice, che questo Priestley ha tenacemente voluto, vibra di un'elegante e ardente passione di riscatto, quella della sola che ha compreso, della sola che vorrebbe rinascere, cioè Sheila Birling. Mino Belle! firma una prestazione da primattore in quel Birling padre, di magnifica rotondità e ottusità e tenacia reazionaria. Molto fini, nell'ipocrisia, la madre Sybll di Delia Bartoluccl e 11 Gerald Croft di Giorgio Crlsafi: opportunamente smarrito l'Eric Birling di Giorgio Bonino. Pubblico partecipe, calorose chiamate sul finale. Guido Davlco Bonino Aroldo Tieri e Giuliana Lojodice in una scena di Priestley: due professionisti di alta classe

Luoghi citati: Carignano, Delia Bartoluccl, Europa, Italia, Roma, Svezia, Torino