La Francia gambero di Le Pen

La ¥mmm gambero dille Pen Mentre il Paese si prepara al Terzo Millennio, una forza consistente si aggrappa al passato La ¥mmm gambero dille Pen A quattro mesi dalle elezioni generali, il leader dell'estrema destra razzista preoccupa gli stati maggiori dei partiti tradizionali - L'obiettivo dell'ex para è 50 deputati: un risultato che sconvolgerebbe gli equilibri politici - Nella particolarità della situazione francese, il sistema proporzionale introdotto da Mitterrand aiuta il «Fronte Nazionale» PARIGI — Tutte le sere 1, lungo-Senna sono Illuminati a giorno dal riflettori del battelli che trasportano 1 turisti alla scoperta della Parigi monumentale. Ma sabato, sui muragltoni del «quais», le lampade da mille watt di tre •bateaux-mouche» hanno proiettato la faccia larga di Jean-Marie Le Pen, 11 leader della nuova destra francese. Una diapositiva gigante dell'uomo della «riscossa tricolore» che, a quattro mesi e mezzo dalle elezioni politiche, preoccupa gli stati maggiori dei partiti tradizionali, affascina una parte dell'opinione pubblica e, dall'altra, è temuto e odiato. Per la sua'marcia su Parigi», il Frónte Nazionale ha scelto una crociera in battello, unica manifestazione pubblica a meta del settimo congresso del partito che si è . concluso domenica a Versall. les. Più di duemila persone sulle poltroncine dei bateauxmouche. con tutti 1 capi e gli; ospiti stranieri in prima fila' per l'Italia, il segretario del' , Movimento sociale, Giorgio , Almlrante), canti della MarI sigliese, slogan di «Le Pen . presidente», applàusi e . champagne. . Dai marciapiedi affollati del sabato sera la gente ha seguito lo show e qualche turista ha scattato fotografie della singolare sfilata fluviale. Un giornale, Liberation, ha titolato: la ..Mise eri Beine*, «messa in Senna», che in francese suona anche come «messa in scena». Ma non è , stata soltanto una concessione alla politica-spettacolo: è ' stata l'ultima prova tangibile della grande contraddizione che attraversa, da qualche anno, il Paese. Nella Francia che si prepara alle sfide del Terzo Millennio, che fa progetti di rivoluzioni tecnologiche, economiche e sociali, c'è' una forza ormai consistente che'si aggrappa al passato. Con il suo odore acre di zolfo, di caccia alle streghe, di xenofobia. Le Pen e 11 suo partito non sono più uh fenomeno marginale, n Fronte (fondato nel T2) non ha rappresentanti nell'Assemblea nazionale soltanto perché è esploso dopo 11 1081. quando fu rinnovato l'attuale Parlamento e la sinistra, per la prima volta nel dopoguerra, divenne maggioranza in Francia. Ma, nelle elezioni per l'Europarlamento dell'84, ha già dimostrato la sua forza: quasi due milioni e mezzo di voti, 1*11 per cento del totale dei suffragi. E Le Pen spera di conquistare, 11 prossimo 16 marzo, cinquanta deputati sconvolgendo gli equilibra classici della politica francese. ; Già oggi questa prospettiva allarma gli altri partiti (la «banda del quattro», come Le Pen chiama neogollisti, centristi, socialisti e comunisti) che avvertono 11 pericolo ma non sembrano avere ancora trovato una strategia, in grado di arrestare l'ascesa del fenomeno Le Pen. Una marcia che si muove su due piani: quelio profondo, che sfrutta le tensioni esasperate dalla crisi economica, e quello di «polltique pollticlenne» che gioca sulle percentuali e le future maggioranze. Le Pen, nel discorso di chiusura del congresso, ha mostrato di essere consapevole delle sue possibilità e di volerle usare a fondo. Il malcontento, prima di tutto. Per decenni l'estrema destra, almeno come partito, non ha avuto diritto di cittadinanza in Francia. Con De Gaulle, soprattutto, poi con Pompidou e con Glscard, la «destra sentata e difesa. Lo choc della vittoria del socialista Mitterrand nelle presidenziali deirai, i comunisti al governo (fino all'84) hanno ridato spazio a uomini prima confinati nella palude del gruppuscoli o, come Le Pen, entrati in politica sull'onda del movimento poujadista, più qualunquista che settario. Jean-Marie Le Pen, oggi, attacca frontalmente proprio 1 leader della «destra,per bene» colpevoli di non avere arginato 11 - «social-comunismo». Li accusa di essere dei «capitolazionistl», di flirtare con l'Eliseo retto da Mitterrand pur di assicurarsi 11 controllo del governo in un «pasticcio coabltazlonista». Sono tesi forzate, al limite dell'invenzione. Ma efficaci, che toccano corde sensibili in quella vasta parte di opinione pubblica che non ama, o non comprende, le sfumature della battaglia politica. Ancora più chiari e duri sono i contenuti della linea d'azione che Le Pen propone per la «riscossa della Francia». Tutta la sua ideologia, In fondo, ruota attorno al problema degli immigrati: gli stranieri che «tolgono lavoro» e che «imbastardiscono il Paese». Il Fronte Nazionale non nasconde il suo razzismo: cerca soltanto di coprirlo con giustificazioni economiche, seguendo esempi di cui, purtroppo, è piena la sto¬ ria. E 11 disegno arriva a distinguere gli stranieri di origine europea dagli altri: 1 primi sono risparmiati, anzi contrapposti ai secondi per suscitare anche tra loro una specie di «razzismo di ritorno». Uno degli slogan di Le Pen è: «Due milioni e mezzo di arabi; due milioni e mezzo di disoccupati». Anche qui l'equazione è falsa ma efficace. La crisi economica in Francia è sofferta forse più che in altri Paesi industrializzati. Non tanto per la sua gravita oggettiva (inflazione e disoccupazione non sono ai vertici europei), ma perchè ha colpito una'società che si credeva forte, anche oltre le sue reali possibilità. Ed è vero che il Paese, dopo avere attirato manodopera, in particolare dalle sue ex colonie, oggi avverte un disagio crescente. C'è chi rimpiange anche 1 lavori di «seconda classe» lasciati agli stranieri e chi ha orrore di essere costretto a chiedere credito nei negozi che gli immigrati più fortunati e intraprendenti sono riusciti ad aprire. Cosi Le Pen ha ripreso un vecchio slogan, «la Francia ai francesi», ed ha costruito tutta una teoria per dimostrare che basterebbe «rispedire a casa l'esercito d'occupazione che ha invaso 11 Paese» per risolvere crisi economica e sociale. La delusione nei confronti del partiti che In 25 anni avrebbero «rovinato la Francia» e le spinte razziste sono 1 cavalli di battaglia di Le Pen. Ma spiegano soltanto uno dei due aspetti del fenomeno che, in un Paese diverso, rimarrebbe confinato In un'area con pochi sbocchi. L'originalità della situazione politica francese accresce, lnve ce, l'importanza del Fronte Nazionale, La sinistra, andata al potere cinque anni fa, è sul punto di perdere la sua maggioranza. Tutti 1 sondaggi sulle elezioni legislative del 16 marzo '86 prevedono un 40 per cento di voti per la «gauche» e un 60 per cento per l'opposizione. In questo 60 per cento, però, ci Bono anche 1 voti che andranno al partito di Le Pen. Ed ecco che la natura stessa della Quinta Repubblica, con la divisione in destra e sinistra e la legge dell'alternanza, è in discussione lasciando spazio ad alchimie politiche ancora fumose. , Se Le Pen dovesse conquistare più del 10 per cento del voti (dal palco del congresso il leader del Fronte ha fissato l'obiettivo del 15 per cento), un governo di centro-destra tradizionale non avrebbe la maggioranza sufficiente. La sinistra è ormai spaccata, dopo la rottura del patto tra socialisti e comunisti, ma all'orizzonte dell'opposizione c'è, concreto, 11 rischio di una vittoria di Pirro. I leader deU'Rpr (neogolllstl) e di Udf (centristi) escludono di scendere a patti con il Fronte Nazionale e sperano di recuperare tutto l'elettorato di destra. Ma è presto per avere certezze e, secondo gli osservatori più pessimisti, il dopo 16 marzo sarà un periodo di confusione e di tensione. Su questo gioca Le Pen. «Non ci faremo marginalizzare», ha detto domenica scagliandosi contro 1'«apartheid politica» in cui 1 suol avversari vorrebbero rinchiuderlo. Il sistema proporzionale introdotto nel meccanismo elettorale, del resto, lo aiuta. Con 11 voto maggioritario In due turni, 1 suffragi'dati al Fronte Nazionale sarebbero finiti, nel ballottaggio, al candidato più forte dell'opposizione: un neogollista o un centrista in quasi tutti 1 Dipartimenti. La proporzionale voluta da Mitterrand ha sconvolto le regole del gioco tanto che la «destra per bene» accusa il Presidente di voler cavalcare la tigre, di puntare sulla divisione del fronte dell'opposizione anche a costo di far entrare in Parlamento Le Pen e i suoi. E la miscela tra calcoli politici e malessere di fondo si fa più velenosa. Enrico Singer he ate llo Parigi. Il leader della nuova destra francese, Jean-Marie Le Pen, durante un comizio. Il suo partito non è più un fenomeno marginale. Alle elezioni per l'Europarlamento dell'84, ha dimostrato la sua forza: quasi due milioni e mezzo di voti, l'I 1 per cento del totale dei suffragi