Non sarà rappresentata (per ora) l'operà «antisemita» di Fassbinder di Mario Ciriello

Non sarà rappresentata (perora) Peperà «antisemita» di Fassbinder Dopo le dure contestazioni il Kammerspiel annulla anche due repliche Non sarà rappresentata (perora) Peperà «antisemita» di Fassbinder DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BONN — Il futuro della piece di Rainer Werner Fassbinder resta incerto. La direzione del Kammerspiel di Francoforte ha disdetto la seconda e là terza rappresentazione del lavoro teatrale, per evitare un bis della tempestosa, e naufragata, prima mondiale di giovedì scorso. Niente Fassbinder, dunque, iersera; niente Fassbinder domani, mercoledì; se ne riparlerà 11 13 novembre. Ma sarà mantenuto, l'appuntamento? Molti sono i dubbi. I trentamila ebrei tedeschi (ve ne erano quasi 600 mila, nel "33, quando Hitler andò al potere) sono tuttora decisi a impedire la recita e trovano in questa battaglia non pochi alleati. Primo fra tutti, il sindaco democristiano di Francotorte. Certo, 11 dilemma è tormentoso. La Repubblica Federale è una giovane democrazia e, proprio perché tale, vuole essere «più democratica» delle altre. L'idea di limitare la libertà d'espressione la turba, l'inquieta, l'Intimorisce. Allo stesso tempo,, si domanda: può la Germania, con 11 suo allucinante passato, mostrare un ebreo nei panni di odioso speculatore, di trafficante senza scrupoli, di prosseneta? Non basta. Esistesse la certezza che l'opera di Fassbinder è artisticamente meritevole, un rischio sarebbe tollerabile. Ma se il lavoro è mediocre? Se è soltanto una piece provocatrice, a sensazione? La decisione del Teatro è saggia. Il suo comunicato sul rinvio de 'L'immondizia, la città e la morte» spiega: «Vi sarà cosi il tempo per un sereno chiarimento di tutte le posizioni: Il Teatro ripete che, a suo giudizio, 11 dramma «non è antisemita» e che i contestatori hanno torto a condannarlo senza averlo letto o udito. 'Tutti i cittadini ebrei hanno però il diritto di partecipare attivamente alle discussioni che toccano da vicino gli abitanti di Francoforte'. Come è ormai noto, il regista Fassbinder scrisse questo lavoro nel '75, sette anni prima della sua scomparsa. Tutti 1 tentativi di metterlo In scena sono sempre falliti. In questo suo testo, Fassbinder voleva mettere alla gogna la speculazione che, nell'immediato dopoguerra, distrusse quel po' che era rimasto della vecchia Francoforte per innalzare al suo posto i grattacieli delle banche e delle società, l.'-ebreo ricco», tale è il suo nome nella pièce, era per Fassbinder •■l'unico personaggio veramente umano della vicenda». «Non è né crudele né colpevole, è soltanto un esecutore, realizza i desideri della città». Idiozie: rispondono gli ebrei. Il personaggio di Fassbinder rida carne ed ossa alle più ammuffite caricature degli israeliti e, cosi facendo, inquina le menti, distrugge quarant'anni di faticosa «ri- conciliazione». E, poiché il Teatro è comunale, gli ebrei parlano di •antisemitismo sovvenzionato». La maggioranza del tedeschi che si pronunciano sul dibattito sembra condividere i sentimenti degli ebrei (anche perché né Fassbinder né l'Intero «nuovo cinema tedesco» hanno mai ricevuto qui gli applausi elargiti da vari Paesi stranieri). Tra Fassbinder e gli ebrei, le Chiese, la cattolica e la protestante, favoriscono i secondi. Sia la severa Frankfurter AUgemeine Zeitung sia la popolarissima Bili Zeitung criticano l'occupazione del Teatro giovedì, ma criticano ancor più l'idea di presentare il dramma. Per la Frankfurter Rundschau, la direzione del Kammerspiel •ha commesso un tragico errore», ha trascurato le •emozioni profonde» che una simile rappresentazione avrebbe acceso «in un gruppo della nostra società». Mario Ciriello

Persone citate: Hitler, Rainer Werner Fassbinder

Luoghi citati: Bonn, Francoforte, Germania