Vitez alla prova con Marivaux «Mostrerò le crudeltà d'amore»

Vitez alla prova con Marivaux «Mostrerò le crudeltà d'amore» Incontro col regista che prepara il primo spettacolo del Piccolo Vitez alla prova con Marivaux «Mostrerò le crudeltà d'amore» MILANO — Sul palco s'incunea di sbieco un alto peristilio, con le sue solide colonne corinzie, che sembra apI—'ìMiMli«^iir"f'r'"" tra \Mcem^mmàl.06aco sinistro per chi guarda s'accampa un giardino folto d'alberi e cespugli: qui, a mezza voce, due snelle figure in rédingotes e tricorno settecenteschi si fanno, l'una all'altra, 11 resoconto del loro tormentoso passato. Slamo nella platea del Piccolo in via Rovello, ad una delle ultime prove del Trionfo dell'amore di Marivaux, che andrà in scena venerdì 15. Le due figurine lassù sono Maddalena Crlppa (la principessa Leonide, sotto mentite spoglie) e la sua dama Martina Carpi, che nel testo si chiama Corine. La scena, lambita da una mezzombra che ha qualcosa di segreto e sensuale, è di Yannis Kokkos. In una poltrona delle prime file, le lunghe, magre braccia che si stendono sui braccioli, c'è 11 regista Antoine Vitez, 11 direttore del Théàtre National de Chaillot, che «in spirito di europea fraternità» è stato invitato da Strehler ad inaugurare il cartellone del suo teatro. Vitez è di una concentrazione fredda ma spasmodica: non perde d'occhio un istante le due attrici (» Maddalena, non andar proprio fuori, devono vederti anche se nascosta'), è pignollssimo sugli effetti acustici (^Fatelo sentire di più quel cane che abbaia: in ogni mio spettacolo c'è un attore che fa il cane o un cane che fa l'attore, lo metto sempre perché detesto i cani»), ma soprattutto ha delle sensibilissime antenne alla pro¬ sodia, al ritmi interni della scrittura di Marivaux: «JVo, no, Maddalena, qui c'è una pausa, perché la tua visione do cambia ita sài 'di re...: Signor Vitez, anche gli attori italiani reciteranno in vitetiano, rallentando o velocizzando le battute? «JVon esiste un metodo Vitez per dire le battute in modo diverso dagli altri: io cerco soltanto di scoprire le cesure, le pause interne alla scrittura; l'ho fatto anche qui, molto aiutato da Enrico d'Amato, che è il mio regista assistente e per mia fortuna anche il traduttore». Sarà una messinscena all'insegna della «crudeltà» in Marivaux, secondo la linea d'interpretazione che Jean 'ilar aprì .trenV-'anni fa prorio a Chaillot e proprio col Trionfo dell'amore? mSarà uno spettacolo crudele, ma in maniera implicita, non inevitabile o violenta. La crudeltà di Marivaux, a ben guardare, è la sua estrema precisione nei dettagli e nei rapporti che questi fanno scaturire tra i personaggi: in questo senso anticipa Stendhal, Cecov, Proust. La crudeltà dt questa commedia è d'essere un teorema sul desiderio, e, come ogni teorema, rigoroso sino alla maniaca- Htà. Marivaux preleva alcuni dati esterni dal reale (et sono un fratello e sorella innamorati della stessa persona; uno la crede'dontia, l'altra la. credètuómóióférli traduce in una rete di rapporti, sviluppandoli sino alle estreme conseguenze. La sua straordinaria modernità è quella di formalizzare scientificamente il reale, di fissarlo in modelli sperimentali. Non si può dire che sia immorale, è semplicemente amorale; gli interessa soprattutto escogitare nuovi procedimenti e con essi far funzionare la macchina-commedia». Della crudeltà risente anche il paesaggio delle sue commedie, anche questa bel la scena di Yannis Kokkos? •Abbiamo ripensato a come i russi sulla fine del Settecento ricreavano, ad esemplo a San Pietroburgo, la Parigi razionale dei Lumi. Sì, anche la scena, a suo modo, è crudele, trasmette una sensazione di natura denaturata dall'amoralità sociale». Domani sera lei leggerà qui al Piccolo le poesie di uno dei padri del surrealismo, Louis Aragon. Posso chiederle il perché di questa scelta? «Sono stato collaboratore e amico di Aragon, l'ho aiutato a scrivere la Storia parallela dell'Urss e degli Stati Uniti Ma, a parte questo, ritengo ingiusto il "purgatorio" in cui i suol versi giacciono ora in Francia. Penso anzi che per il Novecento egli abbia svolto un ruolo di pari importanza a quello di Chateaubriand per i romantici. E' stato un modello stilisticamente insuperabile e, implicitamente, un maestro». Guido Davico Bonino Maddalena Crippa e Martina Carpi provano il «Trionfo dell'amore »

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