Strisce colorate e aquile «strane»

Strisce colorate e aquile «strane» ARTE IN GALLERIA Strisce colorate e aquile «strane» Giorgio Griffa («Martano», via C. Battisti 3). La coerenza che lega le opere recenti di Griffa al loro ceppo figurale non contraddice 11 senso di «novità» che le pervade. Gli elementi di cui si vale sono, d'altra parte, sempre gli stessi: la superficie, 11 segno, 11 colore; semplici, brèvi strisce delicatamente intonate ed accostate una accanto all'altra, a volte su fondi diversi che si integrano per trasparenza. Per l'artista continuano intanto a valere 1 vecchi Intenti: -lo non rappresento nulla, io dipingo» aveva scritto nel 1972, e tre anni dopo avvertiva come per lui «lo spoeto dell'arte» fosse unicamente lo «sparto della metafora o della analogia: Cosi Interviene tuttora su tele grandi a volte come intere pareti: e lo fa con una libertà che gli consente persino di rinunciare all'univoca organizzazione logica della «composizione». Ciò per dar vita a figurazioni nuove, capaci di riflettere, nelle stesse loro frammentate memorie, 11 vario e suggestivo impulso che spinge questo torinese a fare delle stratificate trame dei suol fondi, 1 luoghi d'ogni Immagine sospesa. Georg Baselitz (da Eva Menzlo, via della Rocca 11), nato a Kamenz, In Sassonia, nel 1938, lavora nel castello di Derneburg, presso Hannover. Qualcuno ne ricorderà la presenza a Venezia, alla Biennale del 1080. Una ventina, le opere in mostra: alcuni dipinti di notevole formato e guazzi, dai tipici contorni duri delle sue figure -nelle finestre-, con gigantesche incisioni in linoleum drammaticamente tese nel loro capovolti profili d'aquila: forme quasi chiuse in se stesse, Mario Surbone: estate 1981 («Studio Laboratorio», corso G. Lanza 105). Di fronte alle sei «carte» — «nate, come osserva Anna M. Bounous che le presenta in catalogo, da un pensiero unico che si snoda da una all'altra con rimandi e ribaltamenti» — più d'uno potrà domandarsi quale ruolo l'artista abbia affidato, scegliendolo con gli altri per la mostra, ad un foglio come quello col forse doppio profilo d'un nudo femminile (il primo giovanilmente teso, l'altro con qualche appesantimento). Due le ipotesi: che possa essere questo 11 punto di partenza o l'approdo d'una ricerca formale, tra natura e astrazione; o costituisca piuttosto l'autentica chiave di lettura di quelle variazioni meno asetticamente geometrizzanti di quanto a tutta prima appaiano. Con tutto il loro poetico vigore destinato a qualificare espressivamente la metafisica razionalità di certi arditi tagli accostati, per cui davvero «non una linea, non un tono evade dalla organicità della struttura», ma ne valorizza ogni vibrazione. an. dra.

Persone citate: Anna M. Bounous, Cosi, Eva Menzlo, Georg Baselitz, Giorgio Griffa, Griffa, Kamenz, Mario Surbone

Luoghi citati: Hannover, Sassonia, Venezia