Nei ghetti roventi di Maggie

Nei ghetti roventi di Maggie Brixton, Handsworth, Toxteh: la tregua della «ricostruzione» pronta a essere travolta da nuove battaglie urbane Nei ghetti roventi di Maggie Malgrado gli ultimi disordini, il governo non aumenterà i fondi per le «inner cities» - Nel quartiere londinese 28.500 i disoccupati - L'amministrazione vuole mobilitare la gente con due parole d'ordine, democrazia locale e lavoro, ma le «maniere forti» della polizia avvelenano il clima sociale - «Bisogna aiutare gii immigrati a guadagnarsi da vivere, a non affidarsi soltanto ai sussidi statali» - La «galassia giamaicana» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA — .Welcome to Brixton» proclama accattivante lo striscione rosso Issato sul cavalcavia della ferrovia suburbana. Ma basta oltrepassarlo per scoprire, appena pochi metri più In là, una realtà meno rosea di quanto vogliano far credere gli slogan ufficiali. Nello spiazzo, difesa da una rete di impalcature per i lavori in corso, la sede della polizia mostra ancora le ferite bruciacchiate di un mese fa, quando venne stretta d'assedio e attaccata a colpi di molotov da centinaia di dimostranti neri, scatenati in una delle rivolte urbane che hanno punteggiato tragicamente la fine dell'estate Inglese: un morto qui a Brixton, alla periferia di Londra, un altro poliziotto mortalmente accoltellato a Tottenham, in un altro sobborgo della capitale, due commercianti indiani bruciati vivi nel loro negozio a Handsworth, nel vecchio centro di Birmingham. Sono già trascorse parecchie settimane da questa tragica fiammata a sfondo razziale che ha colpito come un pugno allo stomaco l'Inghilterra, già dimentica dello choc accusato nell'81 per una analoga protesta sviluppatasi in varie citta. Improvvisi come erano scoppiati, i bagliori di ribellione si sono spenti: per rassegnata stanchezza o per la repressione poliziesca. Ma nulla, fondamentalmente, è mutato da allora: 'il fatto che gli Incidenti siano cessati di colpo non significa la scomparsa del problemi ambientali e sociali che II hanno provocati» ha ammonito il Financial Times. Il portavoce del Borough di Lambeth (l'ente amministrativo locale che comprende anche il quartiere di Brixton ed è retto dai laboristl) si chiama Tony Denis e ci spiega senza farsi illusioni: 'Qui ci sono problemi sociali di lunga data che sono incancreniti. E malgrado gli ultimi incidenti, è difficile smuovere la burocrazia statale, sensibilizzare ti governo Thatcher. L'enormità del problema è affrontata con risorse molto limitate, n governo conservatore ce lo ha già detto: nono- stante il segnale pericoloso costituito dagli ultimi disordini, non verranno stanziati soldi fn più per le inner cities», 1 quartieri abitati dalle minoranze etniche, con case fatiscenti e una disoccupazione altissima. Il problema centrale del nostro quartiere — prosegue Tony Denis — riguarda gli alloggi. La zona di LambethBrlxton 6 considerata una delle tre aree più miserevoli di tutta l'Inghilterra. Un rapporto, commissionato dal governo e pubblicato nel giorni scorsi, ha raccomandato investimenti per venti miliardi di sterline per risanare a livello nazionale gli alloggi. Ma 11 governo sembra intenzionato a concedere soltanto 60 milioni, non vuole prestare ascolto a questa relazione che definisce il problema delle case «una bomba a orologeria* specialmente qui a Londra, dove 35 mila famiglie sono senza alloggio e 18 mila persone vivono provvisoriamente in sistemazioni *bed and breakfast* a spese degli enti comunali. «E per quanto riguarda la nostra zona — conclude il portavoce del municipio di Lambeth — la situazione è aggravata dal flagello della disoccupazione: contiamo 28.500 senza lavoro sulle nostre liste, il 26,8 per cento della popolazione attiva, il doppio del tasso di disoccupazione nazionale*. Con grandi striscioni che proclamano •Lottiamo per il posto di lavoro e la democrazia locale*, gli amministratori del quartiere stanno cercando di creare un clima di mobilitazione popolare. Riuniscono i commercianti, i piccoli negozianti spesso di origine asiatica per mettere,a fuoco i problemi della comunità, per dare qualche aiuto finanziario, il Comitato dei servizi pubblici é all'opera per cancellare le tracce dei disordini, riattivare l'illuminazione pubblica dove è stata distrutta dai rivoltosi, ripulire le strade, rifare 1 marciapiedi. Ma sono provvedimenti minimi, che non scalfiscono il fondo del problema e non allentano la tensione in questo quartiere. Forse troppo sommariamente, Brixton è stata definita «un ghetto nero*: in realta, la popolazione originarla delle Indie occidentali non supera il terzo sul totale anche se e più appariscente, con 1 grossi copricapo multicolori usati dal numerosi rastafarian, accanita nella dife¬ sa della cultura e delle abitudini giamaicane, e soprattutto in rapido accrescimento. All'uscita di una scuola del quartiere, fra 1 bambini in giacca blu per divisa, abbiamo contato un solo bianco e due asiatici in mezzo a una decina di antlllesi. Simbolo di una frustrazione esplosiva, Brixton è diventata cosi una «zona mitica» come era avvenuto in passato per Chelsea e Nottlng Hill, più che una precisa area geografica, dove confluiscono neri dai quartieri ancora più lontani e diseredati, agitatori politici, anarchici in cerca del «battesimo del fuoco» contro la polizia. E proprio 11 comportamento degli agenti ha spesso innescato 1 peggiori incidenti: un mese fa, una donna di colore era rimasta paralizzata per un colpo sparato maldestramente da un poliziotto durante una perquisizione. E questo incidente fu la scintilla occasionale della rivolta. Malgrado le ripetute dichiarazioni ufficiali sulla necessita di un approccio più soft, più morbido, della polizia verso la comunità di colore, gli incidenti si ripetono ancora puntualmente. In un altro rald compiuto giovedì sera da un centinaio di poliziotti nei grigi, tristi falansteri popolari di Brixton, le porte di sette alloggi abitati da giamaicani sarebbero state sfondate. La tensione continua cosi a nutrirsi di nuovi rancori e frustrazioni radicate, pronta a riesplodere alla prima occasione: memori dei saccheggi passati, numerosi commercianti di Brixton proteggono oggi con griglie metalliche le vetrine dei loro negozi. Da Brixton ad Handsworth, 11 fatiscente quartiere del vecchio centro di Birmin¬ gham, dove in settembre scoppiò l'ultima ondata di scontri. Davanti al rifiuto del governo a promuovere un'inchiesta piti ampia di quella della polizia sul mantenimento dell'ordine pubblico, l'amministrazione cittadina (laborlsta) ne sta svolgendo una sua, indipendente. •Quando ne conosceremo i risultati premeremo sul governo perché questi scontri non si ripetano mai piti* afferma speranzoso 11 portavoce del Comune. E uno degli assistenti sodali spedito in tutta fretta ad } iànds worth aggiunge : e Qualcosa comincia a muoversi, adesso aiutarne sul posto i residenti delle aree più povere, diamo assistenza sociale, consigli legali per ottenere il risarcimento dei danni subiti durante i disordini, facciamo un censimento degli alloggi piti malsani. Aiutiamo i commercianti che hanno avuto i negozi distrutti dagli incendi a riprendere l'attività: un intero isolato è stato raso al suolo, e .lesso II sorge un mercatino. Bisogna alutare questa gente a guadagnarsi da vivere, a non affidarsi soltanto al sussidi statali*. Rerta da vedere naturalmente fino a che punto 1 palliativi municipali potranno disinnescare a Birmingham una situazione drammatica come nelle zone piti povere di Londra o a Liverpool, dove la tensione razziale manifeste' tesi nelle ultime settimane con ripetuti incidenti nel quartiere-ghetto di Toxteh si abbina alla situazione di ban< caretta finanziaria in cui ver sa il municipio e che penalizza tutte la cittadinanza. Birmingham, seconda citta d'Inghilterra, ha perduto dal '78 ad oggi un terzo del posti di lavoro nell'industria, specie per la ristrutturazione di quella automobilistica. Le migliaia di immigrati fatti af¬ fluire fra il '60 e il '70 sopravvivono adesso in quello che VBconomist ha definito «il tragico ghetto di Handsworth* dove la criminalità e il commercio di droga sono facilitati dalle frustrazioni sociali. Solo il cinque per cento del giovani neri trova un lavoro alla fine della scuola contro 11 20 per cento fra i bianchi e il 16 degli asiatici, disparite che coltivano una nuova tensione razziale fra antlllesi e indiani. Come sventare, allora, il rischio, nella severa Inghilterra thatcheriana, di una forma endemica di ribellione sociale nel «ghetti»? Il punto di vista del governo è senza sfumature, come hanno ripetuto sia 11 premier che 11 ministro degli Interni Hurd: da quando sono in carica, i conservatori hanno quintuplicato i fondi per le inner-cWes, hanno aumentato le risorse destinate alle ristrutturazioni urbane fino all'83-84, diminuendole marginalmente soltanto adesso. Tutto 11 possibile è- stato fatto: assurdo prendere a pretesto la disoccupazione per giustificare attacchi alla polizia e atti di vandalismo. In realta, numerosi commentatori la pensano diversamente. E hanno destato clamore in Inghilterra le dichiarazioni (poi ret*"' dopo una sfufgnora Tha*' _ sl, Carlo, pr . ...a delle divisioni nel Paese e consapevole dell'urgenza di mutare 11 tessuto urbanistico del quartieri abitati dagli immigrati e dalle frange più povere. «Basto con le cose che sembrano prigioni, con i quartieri-ghetto* sostengono numerosi urbanisti invocando, accanto all'intervento pubblico, anche l'aiuto del settore privato. Ma la ristrutturazione urbana è solo una faccia del problema, appesantito dalla disoccupazione, dalla compressione delle spese sociali che rischiano di mettere cronicamente a nudo le deficienze della sedete multirazziale britannica. I due milioni di immigrati indiani e antlllesi erano sopportati solo In tempo di benessere generalizzato, oggi sono una 'miscela sociale esplosiva*. Paolo Patruno londra. I vigili del fuoco spengono gli incendi appiccali, durante la battaglia urbana di settembre-ottobre, in una via di Handsuorih. In questo «ghetto» di Birmingham, come a Brixton e Totlenham (I xjndra) e a Toxteth (I Jverpool), la tregua sembra destinata a rompersi

Persone citate: Hurd, Nottlng Hill, Paolo Patruno, Thatcher, Tony Denis