Gli industriali italiani danno la colpa alla Cee

Gli industriali italiani danno la colpa alla Cee La rigidità di Bruxelles ha favorito ancora una volta la Germania Gli industriali italiani danno la colpa alla Cee MILANO — -La colpa in buona parte è della Cee. Ora si dovranno rivedere i conti di un settore in espansione dell'industria italiana-. Questo il primo commento di Riccardo Agitesi, presidente dei pastai europei, alla decisione americana di alzare i dazi doganali sulle paste alimentari. «La pasta si vendeva negli Usa tra le 2600 e le 3400 lire il chilo. La tassa imporrà ora ■ un aggravio di 400-650 lire il chilo, il che significa mettere fuori mercato i nostri produttori nel Paese che è già oggi il secondo consumatore al mondo di pasta e che promette i maggiori incrementi di consumo-. Cosi Giuseppe Mengoni, presidente dei pastai italiani, sintetizza i primi conti della guerra degli spaghetti, un terreno di non poco conto per l'Industria alimentare italiana che, nell'84, aveva esportato pasta per 42 miliardi in Usa (solo II 3% del consumo americano ma la quota era in netta espansione). Anche il governo prenderà .posizione sulla questione. Ieri Andreottl ha tenuto una relazione al Consiglio del ministri e ha poi rilasciato questa dichiarazione: «C'era stata una richiesta Usa al Gatt perette fossero dichiarate illegittime le facilitazioni della [Comunità ad alcuni Paesi .mediterranei per favorire le loro esportazioni agricole nella Cee oppure percìié venissero estese agli agrumi americani. Gli americani avevano intanto adottalo una misura nei confronti della pasta. La Comunità aveva discusso questo problema perché è la Commissione che tratta le relazioni commerciali esterne, non i singoli Paesi. Era stato stabilito un mese di tempo per discutere ma non c'è stato accordo quindi l'aumento del dazio è entrato in vigore. Contemporaneamente la Comunità adotta misure nei confronti di alcuni prodotti agricoli degli Stati Uniti-. Insomma, la partita si gioca a Bruxelles c non è il caso di parlare di reazioni unilaterali da parte italiana (anche se si è studiata nell'estate scorsa una possibile ritorsione sui cereali importati dagli Usa). Forlani, comunque, ha assicurato che il governo esa- minerà la situazione nei prossimi giorni e Nicola Canna, ministro per il Commercio con l'Estero, rilevando che ^ogni ritorsione unilaterale è irrealistica-, ha tenuto a precisare clic il negoziato tra Cee e Usa è ancora aperto c che quindi è ancora possibile una soluzione positiva. Il mondo industriale, in attesa che i tempi della politica permettano di superare una crisi che colpisce le nostre imprese, è intanto percorso da una ventata di preoccupazione. Tra tante voci amare ci sarebbe spazio per un commento positivo, quello dell'Ibp di Carlo De Benedetti («Noi produciamo — afferma uno stretto collaboratore del presidente della Buitonl — la pasta negli stabilimenti della Bulloni Foods e, al limite, potremmo essere favoriti come produttori locali-). Anche a Perugia, però, si nutre preoccupazione pei che. come afferma il responsabile delle strategie del gruppo Gianfranco Faina, «fa decisione americana ci riporta tutti indietro di 150 anni-. C'è una sensazione di scoramento e di rabbia verso le autorità comunitarie. Dice Agnesl: «La Cee ha preferito sostenere le ragioni di un Paese forte rispetto a uno debole. La questione dell'export americano di agrumi, all'origine della contesa, tocca quasi solo il mercato tedesco. Le ritorsioni americane verso la pasta riguardano quasi solo l'Italia, che copre l'88% dell'export europeo di pasta ver'so gli Usa-. Aggiunge Mengotil: «La questione è tanto più irritante perette, con una quota del 3% del mercato Usa, noi non facciamo certo concorrenza ai produttori americani, anche se gli Usa sono decisivi per lo sviluppo del settore perché altri mercati sono ormai saturi mentre gli stessi amerlcdhi prevedono il raddoppio del consumi in dieci anni-. Piero Petrilli, presidente della Spigadoro di Perugia, nota che in questo modo vengono favorite le paste prodotte in altri Paesi come 11 Oiap- P°ne Ugo Bertone Gli spaghetti della discordia Pasta Cee esportata negli Usa: 30 MILIONI DI DOLLARI L'ANNO Frutta (agrumi,noci) Usa esportata nella Cee: 33 MILIONI DI DOLLARI L'ANNO

Persone citate: Carlo De Benedetti, Forlani, Gatt, Giuseppe Mengoni, Piero Petrilli, Ugo Bertone