Messico, ora trema II regime

Messico, ora fremei II regime Nel caos del dopo-terremoto, esasperato dalla violenza, la capitale vive il più grande travaglio della storia recente Messico, ora fremei II regime Il governo appare sempre più incapace di avviare la ricostruzione • Miguel de la Madrid parla di pianificare la ripresa, decentralizzando il potere: si profila così il perìcolo che coorti di burocrati si trasferiscano anche in provincia - Nelle tendopoli a tratti esplode la protesta contro l'inefficienza e la corruzione - Ma la tragedia non ha scalfito né i vertici né le strutture più antiquate e ingiuste dei sindacati e del partito maggioritario - Crollo del peso e debito estero: una tenaglia che soffoca il Paese CITTA' DEL MESSICO Le Immagini televisive sono traumatiche, le notizie del giornali angoscianti. Dopo la scossa di terremoto di martedi, 6 gradi sulla scala Riciuci-, centomila volte piti debole di quella fatale del 19 settembre, Citta, del Messico è piombata nel caos. Il nuovo ' movimento tellurico — di assestamento lo hanno definito 1 sismologi — non ha fatto ' morti, solo una ventina di feriti, e ha abbattuto solo case già semldlstrutte. Ma ha seminato il panico nella citta che da un mese e mezzo vive con 1 nervi a fior di pelle, e ha scatenato l'ondata di violenza: In 24 ore, la sterminata metropoli, quasi 18 milioni di abitanti, ha registrato 28 omicidi e un'enorme anche se impreclsato numero di rapine, furti e altri crimini. Formalmente, la ricostruzione di Città del Messico è In corso da una settimana. Oli edifici pericolanti vengono dlnamltatl, le macerie ^sgombrate col bulldozer. Alcune ' migliala di lotti — 7 mila Inizialmente, ma poi 11 governo ha fatto marcia indietro — sono stati espropriati per erigervi nuove case per 1 senzatétto. Dov'è possibile, si riparano muri e macchinari, e una pubblicità incessante invita 1 turisti a visitare la capitale «risorta dalle ceneri». Negli uffici e nelle fabbriche ferve la consueta attività — o inattività se si preferisce — mentre l'emergenza crea Insperati posti di lavoro. Su ordine del presidente Miguel de la Madrid, si pianifica lo spostamento nella provincia di alcuni dicasteri con le loro coorti di burocrati. • Il motto è •Riforma economica e decentralizzazione». Nelle parole del presidente, .nonostante 1 suol 7 mila '«morti ufficiali» (ma in realta non sono stati circa 20 mila?) il terremoto ha aperto al ! Paese e a Città, del Messico una «finestra Ai opportunità» senza precedenti. Essi hanno finalmente l'occasione di ristrutturarsi. La capitale, che raccoglie un quinto della popolazione messicana e metà della sua Industria mantfat- tarlerà, può snellirsi mandando altrove milioni di persone, al traino del pubblico potere e del nuovi Investimenti. Il Paese può Impostare 11 proprio sviluppo — 11 «desarrollo» del prl, 11 partito rivoluzionarlo istituzionale — puntando sugli aluti che giungono dall'estero. C'è persino il miraggio del «Mundlal» di calcio 11 giugno prossimo a spronare l'orgoglio e le energie nazionali. Nella sostanza, ' tuttavia, Città del Messico vive uno del travagli più profondi della storia. Dietro gli slogans e gli sforzi di rinnovamento, si celano tensioni paragonate dalle ambasciate straniere a una bomba a orologeria. I terremotati che non sono emigrati nei «pueblos» fuori della capitale abitano tuttora nelle tendopoli. Bande di ragazzi continuano a razziare 1 negozi e 1 piccoli quartieri di periferia. Come ferite mai ri-! marginate, vuoti improvvisi si spalancano tra 1 palazzi, lungo strade un tempo affollate, persino nel parchi e nel giardini. Il flusso del reietti delle campagne — al suo apice, si tratta di 900 mila persone l'anno — è ricominciato. A tratti esplode la protesta contro l'inefficienza e la corruzione del pubblici ufficiali. A Città del Messico si dice che ^appena ha finito la terra, è stato il governo a trema-, re». Da principio, la frase veniva riferita alla paralisi delle autorità. Come ha osservato Gustavo Garza VUlareal, 11 sociologo ed economista del Coleglo de Mexico, nelle 48 ore successive al terremoto •solo la Ubera iniziativa ha funzionato». L'Intervento statale si è ridotto al semplice Invio della truppa nelle strade, ma per mantenere l'ordine, non per organizzare I soccorsi: è toccato al privati strappare 1 concittadini al detriti, cercare le ruspe e 1 martelli pneumatici, dirigere II traffico delle autoambulanze e delle scavatrici, portare viveri e medicinali al piti sventurati, stabilire 1 collegamenti con gli ospedali e con le cliniche. Ma più tardi, altri fattori hanno- causato tremori nel governo. Nelle rovine della Procura sono stati scoperti cadaveri di detenuti torturati, e la loro presenza non è stata mal giustificata. Uno del rioni disastrati, quello dell'Industria dell'abbigliamento, ha svelato realtà peg glori dell'Inghilterra dlckenslana: legioni di donne lavoravano da schiave, vittime di •una mostruosa congiura» — sono parole di De la Madrid — degli Imprenditori, del sindacati e degli ispettori pub- bllcl. E' risultato che il ministro dell'Edilizia, un ex palazzinaro, aveva costruito gran parte del moderni edifici governativi che sono subito crollati. Neppure le dimostrazioni nelle strade hanno però condotto ad.arresti., Secondo Oarza VUlareal, la miccia che potrebbe innescare l'esplosione è la crisi dell'economia. I danni del terremoto ammontano a 5 miliardi di dollari. In un mese e mezzo, 11 «peso» si è svalutato del 40 per cento rispetto alla moneta americana. Colto nesulaperaMFimprprMal15sequInpo nella fase più delicata della sua lotta contro l'Inflazione e la disoccupazione, 11 Paese è per 11 momento k.o. In un rapporto segreto al Fondo Monetarlo, 11 ministro delle Finanze Silva Herzog ha ammonito che rischia di non riprendersi più: quest'anno, i proventi del petrolio1 — 11 Messico è 11 terzo produttore al mondo — scenderanno del 15 per cento, e le già esili riserve di valuta pregiata, di quasi un miliardo di dollari, In seguito alle spese dell'import per la ricostruzione Im¬ poste dal sismo, alla caduta del turismo, e a altre disfunzioni. Lo storico Enrlque Krauze afferma che 'la finestra di opportunità» è ormai chiusa. •Per sopperire veramente ai nostri problemi di fondo», dice, ossia alla cogestione della megalopoli e all'indebitamento estero di 96 miliardi di dollari da un lato, e al rilancio della produzione industriale dall'altro, bisognava che 11 governo agisse subito. Ministeri e fabbriche andavano ridistribuite nei territo¬ ri più lontani, e si doveva proclamare una moratoria, almeno un anno, per 1 debiti. Al tempo stesso occorreva democratizzare il partito rivoluzionarlo istituzionale e 1 sindacati, e liberalizzare gli scambi e 11 capitale. Purtroppo, insiste Krauze, hanno vinto gli Interessi costituiti: la tragedia, come non ha scalfito 1 vertici, cosi non ha scosso le strutture più antiquate e ingiuste «e la gente ne è stanca e si ribella». Krauze fa la seguente radiografia del proprio Paese. L'aumento più rapido è quello della povertà: 1140 per cento più sfortunato della popolazione usufruisce di appena 11 D per cento del reddito nazionale (se la cava meglio 1140 per cento più diseredato del Bangladesh, che usufruisce del 17 per cento). I disoccupati ufficiali sono 1120 per cento della manodopera, quelli reali 1130 per cento «e la sottooccupaeione è incalcolabile». A Washington, 1 reganautl si chiedono se 11 terremoto di Città del Messico non produrrà lo stesso effetto di quello del '72 in Nicaragua: se non condurrà cioè a una rivoluzione, avendo gettato 1 semi dello scontento popolare. LI rassicura una voce Insolita, la Cla, una volta tanto foriera di cauto ottimismo: a suo parere, le prospettive di «golpe» non superano 11 20 per cento. Il prl, che da 5S anni esercita un potere autocratico, avverte la sfida delle destre, ma non è sotto la spada di Damocle delle forze armate, tradizionalmente ossequiose e deboli: quanto alle sinistre, le ha sempre corteggiate con grande abilità, assorbendole a poco a poco nel sistema. Il paragone che Oarza VUlareal e Enrlque Krauze fanno è quello con la ribellione studentessca del 1968, In cui furono uccisi centinaia di ragazzi. Come 11 massacro di allora, cosi 11 terremoto di adesso ha attratto l'attenzione sulle Ingiustizie economiche e sociali che dilaniano il Paese. Dopo 11 '68,11 partito rivoluzionarlo Istituzionale adottò una politica di Intervento dello Stato a favore delle masse e di seduzione dell'Intellighenzia. Ha finito per pagarla a caro prezzo: l'Inflazione, la disoccupazione, 11 deficit del bilancio furono tutti conseguenza degli eccessi delle spese pubbliche. Diciassette anni dopo, 11 Messico si ritrova al bivio; ma di fronte alle gravi decisioni politiche da prendere, De la Madrid, un tecnocrate cresciuto ad Harvard, esita e recalcitra. Al di là di quella dell'austerità, non suggerisce formule. Ennio Caretto n C'idà del Messico, («squadre di soccorso al lavoro tra le macerie di un palazzo distrutto dal terremoto: una delle accuse principali al governo è sull'intervento dello stato che si è limitato al semplice invio della truppa per mantenere l'ordine nelle strade (Tclcfoto)

Persone citate: Ennio Caretto, Gustavo Garza Vulareal, Oarza Vulareal, Silva Herzog