Adelante Pedro ti sfido a Truco di Giampaolo Dossena

Dall'Argentina all'Italia, un antico gioco di carte Dall'Argentina all'Italia, un antico gioco di carte Addante Pedro, ti sfido a Truco Alto esoterismo in bel castigliano Prlmera vai dos per spiegarmi che avevo ancora una volta perso!-. Domanda al nostri lettori. C'è qualche altra sacca dove si ricordi il Truco? dove si giochi a Truco? E per quel che si può indovinare, lo avevano importato qui gli spagnoli secoli fa, o lo hanno importato i nostri emigranti di ritorno dall'Argentina, pochi decenni fa? Un'ipotesi non esclude l'altra: non c'è traccia di Truco nella bibliografia italiana dei giochi di carte del Lensl (1892) ma al gioco del Truco si accenna in certi manoscritti di Antonio Conti, il patrizio veneto che tra il 1724 e il 1740 (o '51-56) lavorò alla traduzione del Riccio rapito di Alexander Pope. Inversamente il Conti era un giramondo, e forse il Truco l'aveva visto giocare in Inghilterra o in Francia... Spostiamoci a Perugia. Un altro lettore, Marco Negri, avendo letto la nostra descrizione della Marianna, ci dice che assomiglia a un gioco che lui stesso giocava e vedeva giocare a Perugia trenta e più anni fa, con nome di Centoclnquantuno. Ce ne dà una descrizione esauriente. Si tratta di un'interessante variante della Marianna, dunque di una variante della Briscola. Per la bibliografia, il Centoclnquantuno si trova già registrato, per esempio nel recente volume della Bur, I giochi di carte, di Fantini-Santelia già recensito in questa pagina, ma la localizzazione a Perugia e la datazione a una trentina di anni fa resta una buona notizia, di cui slamo grati a Marco Negri. Cattive notizie da Reggio Emilia. La serie di manifestazioni sulla cultura padana, preannunclate tempo fa, sembra stano sospese. Intanto, però, almeno, si sono raccolte informazioni preziose rulla diffusione di certi giochi di carte, e ne siamo grati a Mario Citta e Enrico Bizzarri (entrambi di Reggio città), Mauro Gualerzt (Sant'Ilario d'Enza), Carletto Spadoni (Vezzano sul Crostolo), Giovanni Cillonl (Carplneti), tutti della provincia reggiana, nonché Paolo Barbaro (Fidenza, Pr) e Luigi (o Lucio?) Canglni (Ravenna). Dobbiamo ancora vagliare i contributi di questi lettori ma sin d'ora possiamo dire che il gioco modenese da noi descritto su questa pagina col nome di Cotecchio alla Carptglana è largamente diffuso anche nel Reggiano e in terre finitime col nome di Busche. Le varianti sono tante, ma non essenziali: riguardano prevalentemente il calcolo del punti. Poi et sono le varianti delle varianti: una variante delle Busche alla Reggiana, chiamata Pita Otto, è particolarmente crudele. Una sottovariante della Pita Otto si chiama Pitocca o Prugna. Bisognerebbe stare qualche mese sul Reggiano per chiarirsi le idee. E stare sempre con i nervi tesi: le Busche sono il Cotecchio, la Buscata è il Gilè. E cosa saranno mai altri giochi che i nostri lettori nominano come fossero la cosa più ovvia del mondo? Il Giretto, lo Strappino, lo Splclnfrino... ANCORA un po'di posta col lettori sui giochi di carte tradizionali. Sandro e Lucia Chizzoni (Brescia) si lamentano che di giochi di carte parliamo troppo poco — e se altri si lamentassero che ne parliamo troppo? I Chizzoni stessi si lamentano perché diamo troppo spazio ai metagrammi: ma noi dovremmo accontentare un po' tutti i gusti. In ogni caso i Chizzoni sono preziosi, e vorremmo tenerli buoni. Tempo fa hanno scoperto un gioco gardesano assolutamente inedito; il Trisac, e at-. tualmente stanno cercando di ricostruire le regole di un gioco che non assomiglia a nessun altro: il cavallino. Vn lavoro da archeologi più che da antropologi. Inóltre siccome se la cavano discretamente con le lingue del Nordeuropa, oltre che coi dialetti italiani, mandano avanti le loro annose ricerche su un gioco bergamasco-danese-molisano-svedese... Vi vten da ridere? 'Ridi, ridi...- come diceva quel tale della barzelletta. (Sapete cos'è questo? E' un wellerismo. Cercate wellerismo sullo Zingarelli: c'è). Franco Ressa (Torino) ci manda alcune integrazioni alla sua descrizione del Gioco del Diavolo pubblicata in questa pagina tempo fa. Le teniamo molto care, queste integrazioni, ma non possiamo esser troppo 'filòlogi-. Aspettiamo invece da Franco Ressa notizie più inedite che sta raccogliendo su certe varianti del tarocco piemontese con 54 carte anzicìui con 78. Marcelo Ravoni (Milano), che è nato in Argentina e infatti si chiama Marcelo con una L solu, da pronunciar Marcelo, tornato alla terra del padri per una vacanza ci ha portato due opuscoli sul Truco, di quelli che non si trovano in nessuna libreria o biblioteca: sono in vendita nelle sale da gioco. Uno è anonimo, del 1982, pubblicato dalla 'Editorial Presagio-. L'altro è di Juan Carlos Ortega (editore o autore, o entrambe le cose), ed è stato stampato dalla tipografia 'Libreria del Parque- pure nel 1982, come seconda edizione. Ma il Truco che cos'è? E' un gioco di carte. E'il gioco nazionale argentino. Sul Truco hanno scritto pagine fondamentali José Hernandez e Borges. Il Truco è una grande commedia: «durante su desarrollo tiene opurtunidad de ejercitarse la conocida plcardla criolla». Il Truco s'imparenta al gioco provenzale del Truc, al gioco inglese del Put o Putt, al gioco bretone dell'Alouette — e l'Alouette si gioca con un mazzo di carte speciali, che (unico nel Nord delle terre di Francia) ha semi spagnoli. Il Truco ha -segni- o -segnalianaloghi a quelli della nostra Brìscola in Quattro come mostra il disegno, tratto dal primo dei due opuscoli argentini citati. Il Truco infine non è totalmente estraneo alle tradizioni italiane. A voi scoprirne le tracce. Per oggi, per invogliarvi alla ricerca e per darvi qualche indizio, abbiamo due notizie. Francesco Ferrari (Piacenza) ci manda un ritaglio del giornale cittadino -La Libertà-, 12 aprile 1985. Il Truco (col nome di Trucco, con due C) sopravvive in Alta Valti- AS OE DASTOS Olrrar un ojo AS 91 ESPADAS («VinUr li^'arr «Mt lai C4]ll 7 OEonos torear la boca heela la darachi 7 0E ESPADAS toietr U boa hicla li lro.ulerrJa DOS TRIS morda, la pana Infarto, dal (ablo attirar loi labloi hacia sdalartta done, a Pecoraro, Nibbiano, Caminata. Che sopravviva in forme non spurie è provato dal fatto che un calciatore di Nibbiano Cristiano Grandi, negli Anni 60 all'Inter potè giocare al Truco con eroi come Jalr, Suarez, Pelrò. Gianfranco Pavesi (Novara) dice di aver giocato al Truco col nonno, e scrive: -La cosa più impressionante era la complessa nomenclatura spagnola. Vn gioco può conservare ieraticamente una sacca di linguaggio. Che impressione mi faceva sentire il mìo vecchio nonno (aduso al dialetto e ad un italiano assai approssimativo) enunciare Giampaolo Dossena