Nel triangolo di Breton amore libertà e poesia

«Arcano 17» un viaggio iniziato dopo «Nadja» e «L'amour fou» «Arcano 17» un viaggio iniziato dopo «Nadja» e «L'amour fou» Nel triangolo di Breton amore, libertà e poesia NEL 1944, André Breton si trovava in America, esule — alcuni dicevano transfuga — dalla Francia dell'occupazione, della Resistenza e dell'ormai prossima liberazione. I tre anni che aveva trascorso prima alla Martinica e poi negli Stati Uniti erano stati segnati da una crisi profonda che aveva messo in discussione e avviato a un bilancio fallimentare tutta quanta la sua esistenza: la rottura con la moglie Jacqueline, i ripetuti e inutili sforzi per rivitalizzare 11 Surrealismo (la rivista «VVV» fondata a New York con Duchamp e Max Ernst, i Prolegomeni a un terzo manifesto del Surrealismo o no), le incomprensioni con gli altri surrealisti rimasti a combattere in Europa. Poi, quasi miracolosamente — ma di eventi risolutori e di coincidenze rivelatrici la vita e l'opera di Breton sono fittamente intessute — rincontro con Elisa Bindhoff riporta la serenità e la luce: l'incóntro non è stato soltanto un'epifania («Quando ti ho vista per la prima volta, senza la minima esitazione ti ho riconosciuta.), ma la scoperta che il mito fondatore è quello dell'androgino e che .ogni essere umano è stato gettato nella vita alla ricerca di un essere dell'altro sesso, di un solo essere che gli sia in ogni senso rispondetite a tal punto che l'uno senza l'altro appaia come il prodotto della dissociazione, della dislocazione di un unico blocco di luce-. Attorno a questa scoperta — o piuttosto sulla scia della riscoperta di un mito di sperimentata suggestione — tutto si organizza nuovamente in perfetta coerenza: basta infatti assumere il punto di vista degli «autentici mitografU per rivelare tutto quanto l'Intreccio di significati (poetico, storico, uranografico, cosmologico) che sta racchiuso in un unico .campo allegorico.. Cosi, un'escursione nella penisola di Gaspé, sull'estuario del San Lorenzo, si trasforma in un pellegrinaggio iniziatico al santuario della nuova divinità di Breton, la donna-bambina, e l'opera che la descrive, Arcano UN libro giallo, anche quando è bello, invecchia appena un po' meno di uno di fantascienza. La riprova ci viene dai due romanzi editi da Sellerio del viennese Friedrich Glauser, morto in Liguria nel 1938, veri preziosi fondi di cassetto che profumano spericolatamente di Anni Trenta, dei quali recano le tracce ad ogni pàgina, E'un pedaggio, quello della vecchiaia, che questo genere di narrativa paga quasi sempre, compresi Wallace e la Christie, esclusi Chandler e Hammett, per le semplici ragióni che il loro glallismo è di superficie, appoggiandosi entrambi robustamente a virtù di scrittura e anche a una personalissima visione del mondo puntualmente travasata nel personaggi. Glauser, scintillante di intelligenza, dissipato e congesto, rimane al di qua di simili traguardi, anche se i suoi reperti sono piacevolissimi, quanto una mostra di manifesti di mezzo secolo fa o la raccolta delle figurine Perugina. E forse onestamente anche un po' di più, perché ogni tanto la zampa dello scrittore lascia qualche unghiata sul foglio. Leggerlo significa ricapitolare tanta letteratura minore di quei dintorni e magari anche gli albi a fumetti della Nerblnl. Ma soprattutto ci sono scampoli di Francia, uno sfacciato e misteriosofico esotismo alla Benoit certo pulcioso simenonismo piccolo-borghese, odore di emmenthal svizzero con buchi 17, viene Inattesamente ad offrire una conclusione — e la perfezione di una trilogia — alla ricerca incominciata nel '28 con Nadja e proseguita nel '37 con L'amour fou. A poco a poco, sotto gli occhi del viaggiatore il paesaggio si anima, il lavorio dell'erosione trasforma una montagna in un vascello, In un organo, in una finestra aperta sulla notte, nel cui riquadro magico, come su un palcoscenico, si succedono figurazioni del mito, quelle malefiche (la Medusa, l'orco, il serpente), quelle benefiche (Elena, Iside, la Stella del mattino) e quella della fata Meluslna che, nella sua doppia natura di donna e di serpente, tutte le assomma e le sublima. Due racconti di GAnni Trenta tutto lauser, uno scrittore da scoprire Una di queste immagini — quella dell'arcano 17 dei tarocchi, Le Stelle, che raffigura una giovane inginocchiata ai bordi di uno stagno nell'atto di versare uh liquido misterioso da un'anfora d'oro e da un'anfora d'argento — s'impone per la sua vivezza e acquista una sorta di preminenza grazie al valore simbolico di speranza e di resurrezione che la tradizione divinatoria le attribuisce, ma non è ad essa che si arresta, come potrebbe far supporre il titolo, il processo delle metamorfosi. Né si arresta all'enucleazione del suoi contenuti sentimentali l'analisi del mito: senza soluzione di continuità narrativa e senza che i passaggi repentini dal tono ispirato e profetico a quello didascalico e a quello polemico creino iati e dissonanze (e la salvaguardia di questa coerenza di citile nella disparità dei toni è il merito maggiore della traduzione di Laura Xella), Breton passa dalla confessione all'ideologia, dalla riflessione storica all'apologia della rivolta, dalla celebrazione dell'amore a quella della libertà, e da questa alla puntualizzazione della propria posizione rispetto alla Resistenza (.Lo sforzo di liberazione coincide solo in modo parziale e fortuito con la lotta per la libertà. [...] La libertà non è, come la liberazione, la lotta contro la malattia, è salute.). A costruire una triade con l'amore e con la libertà Breton evoca infine la poesia. E se. per significarla, sceglie la lettera phé dell'alfabeto ■ ebraico, è per sottolineare che la sostanza esoterica di cui è tramato il suo libro non è occasionale, che il cammino che ormai imboccherà il Surrealismo sarà, senza più esitazioni, quello della Gnosi, dal momento che .il processo dì scoperta artistica è sottoposto alle forme e ai modi di progressione che sono propri dell'alta magìa. Tutto il resto è indigenza, piattezza intellettuale rivoltante: cartelloni pubblicitari e rime obbligate.. Giovanni Bogliolo André Breton, «Arcano 17», Guida, a cura di Laura Xella, 125 pagine, 15.000 lire. per i lettori del Tè delle tre vecchie signore, dove l'Africa dei legioni) ri si stinge lasciando comparire personaggi macìe in India, e misteriosi veleni orientali intorbidano caserecce bevande. Bisognerebbe forse andare a pescare 11 Olauser migliore, quello d'annata, nel romanzo Gourrama, ancora sulla legione, lo spaesamento dell'uomo nelle sue file,, che egli provò in prima per- ' sona; è un'opera scritta quando aveva poco più di trent'annl (era nato nel 1896) e che viene stimata di eccellente livello. In questi due libretti, il divertimento non manca, ma è datatissimo, sa di trouvaille da bancarella. Olauser vi raduna le sue esperienze, ma il metabolismo è troppo lento: galleggiano nelle pagine materiali non assimilati, allo stato di proposte. Il giallo per lui sembra soprattutto un attaccapanni al quale appendere le proprie anche eleganti paturnie, addensando attorno a pretestuosi dilemmi occasionali i suoi più veri e patiti dilemmi esistenziali. Ma la sua colpa è di esitare, di non essere in questi casi né abbastanza giallista né abbastanza romanziere tout court, ma solo un visionarlo assai colto e intelligente, pieno di debiti anche minuti con i suol giorni.

Luoghi citati: Africa, America, Europa, Francia, India, Liguria, Martinica, New York, Stati Uniti