La poesia mediterranea è uno stato d'animo? di Lorenzo Mondo
A Corfù il congresso mondiale dei poeti A Corfù il congresso mondiale dei poeti La poesia mediterranea è uno stato d'animo? montagna, velocissimi coreani e cinesi di Taiwan. Tra gli italiani Luzl, Bassani, Sanesi. Mancavano, diffidenti o litigiosi, i greci Elitis e Ritsos (delusa anche l'attesa per Melina Mercourl, ministro della Cultura) mentre gli altri erano controllati da. Titos Patrikios, arguto cerimoniere, fermo dispensatore di tempi e precedenze al suggestivo recital della poesia greca tenuto nei giardini che furono del governatore inglese. I temi del Congresso sono stati affrontati da tre commissioni. L'essere poeta mediterraneo, si è detto, consiste soprattutto in uno stato d'animo che può trovarsi in poeti provenienti da diverse latitudini. E la poesia deve sforzarsi di essere, in questo mare-polveriera, un agente liberatorio. E' compito del poeta mantenere indipendenza e libertà d'espressione davanti alle strutture nazionali e politiche, pur conservando un rapporto ravvicinato con la società in cui vive e per la quale scrive. Meno astrattamente nobile il tema della terza commissione, introdotto da un 'rapporto- di Pino Mariano sulla società di massa e sul precario, fragile destino della poesia di fronte all'insolenza dei media. Luzi ha detto in proposito le parole più meditate, dimesse e orgogliose insieme. Ha insistito sul paradosso della poesia, una operazione 'minoritaria- che si vorrebbe 'popolarlzzare-. Come è CORFU' — Ottavo congresso mondiale del poeti a Corfù, l'isola dei Feaci, quella che ispirò Bòcklin, che ospitò gli anni giovani dt Gerald e Lawrence Durrell. Presiedeva Senghor, che nella sua magistrale, inproduzione ha approfondito i concenti che gli sono cari sulla poesia 'ihediìerranea,' aperta alle più diverse brezze culturali, caratterizzata fin dalle sue origini dalla melodia e dal ritmo. Contro la tendenza di una certa poesia moderna 'Che coltiva soltanto l'immagine e l'oscurità-, occorre ricordare che una poesia è fatta di 'parole gradite al cuore e all'orecchio-: dove l'importanza attribuita all'orecchio consente, anche, al poeta della négrltude, un pieno riscatto per le espressioni dell'Africa materna. Al Congresso (sponsorizzato dalla Commissione delle Comunità europee e dalla Fondazione Gulbenkian) c'erano un duecento ospiti, tra poeti di prima e seconda fila e dilettanti di poesia giunti con le loro importune plaquettes dal vari angoli del mondo. C'erano David Gascoyne col suo passo sbilenco da cammello, Rafael Alberti dai bianchi cernecchi posati su giacche rosse e verdi, Thor Vilhjalmsson malinconico vichingo in disarmo, Eugenio De Andrade agile come un furetto, i francesi Guillevic e Clancier, il senegalese Correre. E indiani coi baffi ritorti e il passa-. possibile die un'arte costrulfa nella solitudine si diffonda nella moltitudine? D'altronde, la poesia troverebbe a sua disposizione tutti gli strumenti, purché accettasse di trasformarsi in arte de^ consenso; .it\a in questo caso non sarebbe più'libera, non servirebbe — sia pure minorltariamente, per tempi lunghi e sfgretl — alla coscienza dell'uomo. Resta, in questa inevitabile vaghezza, in questo senso di una presenza lancinante ma spesso inafferrabile, la fecondità degli sfàmbt e delle comunicazioni personali. Non 'senza gualcite approccio più fattivo. Il segretario generale Mimmo Morino (il quale ha annunciato die il Congresso si terrà l'anno prossimo a Firenze) suggerisce che t singoli Paesi si facciano promotori di un'Antenna di traduzioni «da e verso- la lingua in cui l'Antenna è installata. Si tratta cioè di proporre a uno o più Paesi la traduzione reciproca di autori sconosciuti o mal noti, ma di autorità indiscussa, che saranno pubblicati in una apposita collana a cura dell'Organizzazione mondiale dei poeti e divulgati, a titolo gratuito, negli istituti interessati al fare poetico. Le spese sarebbero a carico dei rispettivi ministeri degli Esteri, In virtù del previsti scambi di cooperazione culturale. Staremo a vedere. Per intanto, a Firenze, a Firenze! Incontro con lo scrittore inglese Lorenzo Mondo
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