Gobbi: non ero solo una voce ero Rigoletto o Don Giovanni di Luciano Curino

I segreti del baritono nell'autobiografia postuma I segreti del baritono nell'autobiografia postuma Gobbi: non ero solo una voce ero Rigoletto o Don Giovanni Tito Gobbi nel ruoto di Figaro per la prima matografica del «Barbiere di Siviglia» (1946) DICEVA Tito Gobbi, baritono tra i più celebri del secolo: «Molti affermano che a un cantante per fare carriera occorrono tre cose: voce, voce, voce. Io sostengo: meglio se c'è anche la voce». Voleva dire che, non meno della voce, è importante la padronanza della scena, penetrare nel cuore del personaggio, identificarsi con lui. Aveva 28 anni la prima volta che fu chiamato a interpretare Scarpia nella Tosca. Il barone pucciniano Scarpia è sulla cinquantina. Gobbi andò da suo padre e gli disse: vieni, andiamo a camminare. Andarono per ore in salita e in discesa, a passo svelto e lento, su e giù per le scale, il cantante studiando minutamente e imitando l'andatura del padre. Ha interpretato Scarpia 879 volte, sempre più approfondendo il personaggio, però mot del tutto soddisfatto. Diceva: «Nessun artista serio è mai veramente soddisfatto di come interpreta il suo ruolo». Affrontava ogni ruolo con uno studio storico e psicologico quasi maniacale. Per esempio, per interpretare Si¬ a versione cine doti: curiosi e divertenti. O anche patetici, come quello dell'ultima recita di Aureliano Fertile. Vediamone uno divertente. Nel 1949 Gobbi va a cantare al Cairo, feudo del 'rivale* Gino Bechi. Poco prima del debutto un telegramma informa che Bechi è morto improvvisamente a Trieste. •Dobbiamo annullare la recita. Che notizia terribile I Una figura cosi popolare qui!», dice costernato Gobbi. Ma il direttore artistico che ha più esperienza di teatro, dice: «Sciocchezze, non ci sono problemi. Ti garantisco che domani un altro telegramma smentirà la notizia». La recita si svolge regolarmente e con successo. L'indomani Bechi telegrafa al suo affezionaiissimo pubblico del Cairo che è vivo, sta bene e canta splendidamente, la notizia della sua morte è un terribile, inspiegabile errore. E questa buona novella lo porta nelle prime pagine dei giornali. Gobbi ha interpretato 26 film ma nell'autobiografia ne accenna appena. Nel 1965 ha debuttalo nella regia e per diversi anni di molte mon Boccanegra passò giornate negli archivi del Comune di Genova per trovare notizie sul personaggio cui si ispirava la vicenda. La parte più avvincente del libro è la *cronaca* di come sono nate le personalissime interpretazioni: di Scarpia, Rigoletto, Jago, Don Giovanni, Falstaff, Macbeth, Wozzeck. (Questi i personaggi più amati, ma di ruoli il baritono veneto ne ha interpretati 136). A distanza di anni resta, con Maria Calla», esempio di straordinario cantante-attore. Nell'autobiografia che esce ora da Rusconi («La mia vita», 254 pagine, 20.000 lire) Gobbi ricorda che la Callas, ormai •divina*, era nervosa e impaurita come una debuttante. «Prima di andare in scena, lei veniva nel mio camerino ed lo l'accompagnavo fra le quinte, stringendole la mano gelida e mormorando incoraggiamenti, mentre rivoletti di sudore le correvano giù per la schiena fino ai bordi del vestito». Si incontrano nel libro i maggiori cantanti e direttori d'orchestra di tre generazioni. Molti gli aned¬ opere è staio contemporaneamente regista e interprete. Chiusa la carriera di cantante, ha continuato quella di regista. Ha insegnato canto e recitazione. «Ora che non canto più, mi sembra doveroso offrire la mia esperienza a coloro che amano la musica». £ dai suoi allievi non si faceva pagare. A tutti la prima cosa che diceva era quella che gli aveva detto il maestro Tullio Serafin, che lo aveva formato e guidato: «Si ricordi. Gobbi: il buon cantante che sia soddisfatto di sé rimane un buon cantante, ma non diventa grande». Tito Gobbi è morto l'anno scorso: questa autobiografia si direbbe dunque postuma. 1 Sono invece sei o sette anni che è pubblicato in diversi Paesi. Il cantante aveva scritto la storia della sua, vita in inglese, perché gli era stata commissionata da un editore americano. «My life» aveva avuto un bel successo ed era stata tradotta in varie lingue. Non in italiano, e di questo Gobbi era amareggiato. Esce ora, tradotta dalla -noglie Tilde. Ci Luciano Curino

Persone citate: Bechi, Callas, Gino Bechi, Giovanni Tito Gobbi, Jago, Maria Calla, Tito Gobbi, Tullio Serafin

Luoghi citati: Cairo, Comune Di Genova, Siviglia, Trieste