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Clausewitz lavorava per il re di Prussia >< Clausewitz lavorava per il re di Prussia >< CLAUSEWITZ: a che cosa pensiamo quando viene citato questo nome famoso, quando ci vlcn detto che 11 tale o talaltro grand'uomo del nostri tanto, diciamolo, il reperto di Orce'(l''Uomò ài GranadaA è-stato dimostrato un asinìde, non un nostro 'congenere. £ y'i | Un -atto % emozionante della nostra commedia evolutiva è la comparsa del gruppo umafi'fy Chi fu il primo -ominide»? Coppens lo scorge nell'australoplteco est-africano dal nomignolo di. -Lucy-, in parte una sua creatura e a • suo avviso un pre-australoplteco, ma non è meno esplicito nel segnalare la incredibile -, .scaltrezza» umanoide del malnòto. Kenyaplthecus, un antro*poide kenyota di 13 milioni di anni fa. Ld pietra scheggiata e l'osso spaccato raccolti anni orsono nel giacimento del- kenyaplteco sono qui enfaticamente presentati come «i piti antichi utensili del mondo: I nostri antenati comportamentali, insomma, sarebr bero lì, nel cuore dell'*Afrlca profumata». Ma non sarà mica l'ennesimo revival del mito del cacciatore, fi semplicistico dogma scientifico secondo cui una scimmia sarebbe diventata •umana uccidendo e mangiando carne?.- Dietro questo piccolo libro si cela un autore che, dall'alto di una distinta carriera scientifica, rivela ormai ansie metafisiche e mira forse a essere riconosciuto fra qualche annotto altro Tellhardde Chardin. Anche l'amore della francesità è stmtle. Preso dalla ricerca di spigliatézza e dal vortice della istoria (.sono io che non finisco di meravigliarmi»), esce di strada in alcuni momenti. Ma se si tiene conto di queste avvertenze, la -storia dell'origine dell'uomo narrata in queste pagine è una delle piti svelto e rispettabili che si possano consigliare al -lettore italiano dai diecianni insù. Francesco Fedele Yves Coppens, «La scimmia, l'Africa e l'uomo». Jaca Booti, 124 pagine, 18400 lire. VO . :