Mafia fermi e arresti nel Nord Italia Colpiti I «clan» Badalamenti e Rimi

INTERNO INTERNO Mafia, fermi e arresti nel Nord Italia Colpiti I «clan» Badalamenti e Rimi Della «famìglia» di seconda sono Filippo MODENA — Una vasta operazione antimafia è stata fatta dalla polizia nel Modenese, nel Bergamasco e nel Vlaregglno e a Roma. A Modena sono stati compiuti alcuni fermi di polizia per favoreggiamento, a Bergamo e a Viareggio sono stati arrestati esponenti della mafia. Nelle prime ore di Ieri mattina è stato arrestato a Bergamo Salvatore Badalamenti, 39 anni, di Palermo e fermata Amelia Bettonl, 37 anni. A Viareggio sono stati arrestati 1 fratelli Vito e Natale Badalamenti, di 44 e 34 anni, entrambi nati ad Alcamo e residenti a Clnlsl (Palermo), cugini di Salvatore. Con 1 due sono stati arrestati Pietro Calvaruso di 39 anni anch' egli di Alcamo che 11 ospitava e Salvatore Palazzoli, di Cinisi. Salvatore Badalamenti, era ricercato da due anni dalla magistratura siciliana che gli ha contestato l'accusa di as-, soclazlone per delinquere di stampo mafioso. Con l'uomo, che è nipote di Gaetano e fratello di Silvio, ucciso i'8, giugno 1983 in un agguato, è finita in prigione per favoreggiamento Amalia Bettonl, abitante a Sarnlco, ammlnistratrlce di una azienda di confezioni. Un altro arresto a Roma: Nicola Pietrangelo, commerciante di preziosi, è finito In carcere in quanto affittuario della villetta di Foresto Sparso, nel Bergamasco, dove aveva trovato ospitalità Salvatore Badalamenti. Il boss viveva sotto falso nome ed era in possesso di una carta d'Identità falsa risultata rubata, lo scorso anno, nel municipio di Cisterna in provincia di Roma. Il ricercato è stato sorpreso nel sonno, mentre nella camera accanto c'era la Bettonl. La villetta a dua plani si trova in una zona boscosa della frazione Gàffarelll e nessuno degli abitanti del paese aveva mai notato qualcosa d'insolito. Salvatore Badalamenti è stato trasferito in un carcere di massima sicurezza, mentre la Bettonl è stata rinchiusa nelle prigioni di Bergamo, dove verrà trasferito anche il Pietrangelo. A Modena l'operazione della polizia ha permesso di col-, pire un'organizzazione che forniva aiuto e copertura a latitanti «illustri» che si nascondevano spostandosi tra 1' Emilia, la Toscana, la Liguria e la Lombardia, ma anche di bloccare la riorganizzazione delle cosche siciliane sconfitte dal gruppo dei «corleonesl» nella guerra tra 1 clan. Tra le persone fermate due portano infatti un cognome noto quanto quello del Badalamenti: sono Filippo e Vincenzo Rimi, 62 e 38 anni, padre e figlio, entrambi orlglna' ri di Alcamo e per 11 momento in stato di fermo di polizia giudiziaria per associazione per delinquere di stampo mafioso. Oli agenti 11 hanno bloccati sabato sera all'interno di una , piccola fabbrica di maglieria e moda pronta di Carpi, la •Blue panther», evidentemente utilizzata da base per l'organizzazione. Con loro vi erano 1 comproprietari della fabbrica Onofrio Chirco, 69 anni, originarlo di Clnisi (Palermo) e Luigia Artloll, 45 anni, di Suzzara (Mantova), «don Tano» fanno parte i figli Vito e Natale ed il nipote Salvatore, considerato un killer di professione - Della : po e il figlio Vincenzo - Al momento della cattura temevano che si trattasse di un agguato delle cosche avversarie che sono stati fermati per favoreggiamento. Al momento dell'irruzione della polizia 1 partecipanti al piccolo «vertice» hanno passato momenti di paura: come hanno raccontato gli stessi Inquirenti, temevano che a scoprirli non fosse stata la polizia, ma 1 loro nemici delle altre «famiglie» mafiose. Nel maggio scorso in un casolare vicino ad Alcamo, Leonardo Rimi, fratello di Vincenzo, fu ucciso da killer rimasti sconosciuti. Vincenzo portava in tasca un ritaglio di giornale con la cronaca dell'omicidio e ad un cronista ha poi raccontato di aver creduto che 1 primi due poliziotti entrati nella fabbrica fossero killer travestiti da agenti. Il padre, un distinto signore dal capelli bianchi che ieri mattina passeggiava avanti e indietro senza sosta in una cella della questura modenese, al momento del fermo ha detto di chiamarsi Rltna, poi non ha più aperto bocca e non ha voluto toccare cibo. Ha rifiutato perfino il caffè, temendo un avvelenamento. Particolari che fanno capire, come ha spiegato an che Carlo. Lomastro, dirigente della Crimlnalpol di Bologna, come 1 Badalamenti e 1 Rimi, esponenti del clan sconfitti due anni fa, si nascondessero più dal loro avversari siciliani che dalla polizia. L'ipotesi è che comunque stessero puntando ad una rivincita e che intanto si fossero ramificati nel Nord Italia. Le questure di Modena e La Spezia stavano lavorando a questa Indagine ormai da un anno e mezzo (quando nella citta ligure fu arrestato un personaggio del clan Badalamenti). Si trattava di scoprire dove fossero fuggiti, e con quali complicità si nascondessero, gli esponenti della «mafia perdente», per alcuni del quali erano stati spiccati mandati di cattura della magistratura siciliana. La polizia ha localizzato un cascinale nel quale erano stati allestiti sette posti letto, nel pressi di Rio Saliceto, una località tra Carpi e Reggio Emilia, dove Vincenzo Rimi gestiva un allevamento di bestiame. Poi ha cominciato a controllare Chirco e Luigia Artloll e sabato sera ha deci¬ so l'irruzione al «Blue pan-: ther», trovandovi, senza aspettarselo, anche 1 due Rimi. Nel corso di altre perquisizioni, che intanto erano scattate in una ventina di appartamenti di Carpi e Modena alla ricerca di basi mafiose, è stato fermato Vito Saputo, 64 anni, di Clnlsl, ufficialmente residente a Correggio. Anche per lui la motivazione del fermo è di favoreggiamento. Oli inquirenti ipotizzano infatti che assieme a Chirco, col quale ha In comune precedenti penali per associazione per delinquere di stampo mafioso, fosse 11 punto di riferimento locale di pericolosi latitanti. Nella stessa nottata, a Torre del Lago Puccini, nel pressi di Viareggio, la polizia ha arrestato Vito Badalamenti e suo fratello Natale (al quale gli agenti hanno tolto di mano la pistola con il colpo in canna) e l'uomo che 11 ospitava, Pietro Calvaruso. Con loro è finito in carcere Salvatore Palazzoli, 39 anni, di Clnlsl anche lui, risultato contravventore alla diffida. Vito e Natale sono figli di Gli arrestati (contro i quali 11 magistrato che conduce 1' inchiesta, dottor Paolo Albano, ha emesso ordini di cattura per associazione per delinquere di stampo camorristico, ed altri reati) sono: i fratelli Nunzio e Antonio De Falco, 35 e 37 anni, 1 coniugi Davide e Maria Schlavone, 60 e 44, Emilio Guida, 33 (ritenuto il cassiere della banda) 11 commerciante Carmine Vernilo, 55, Filomeno Mlraglla, 31, Mario Masecchia, 31, Annunziata Franco, 25, Ruggero Cantoni, 43, proprietario di un'azienda agricola, l'imprenditore edile Antonio Natale, 40, Arturo Pagano e sua moglie Carmellna Esposito, 42 e 40 anni. Durante l'operazione 1 carabinieri hanno sequestrato due pistole, assegni e danaro e numerosi documenti relativi all'attività della banda. Gli investigatori continuano le indagini per arrestare 11 presunto capo della banda,' Mario Esposito, 30 anni, che è riuscito a fuggire, rendendosi irreperibile. Tutti gli arrestati sono stati rinchiusi nel carcere di Santa Maria Capua Vetere.