In Formula 1 iI pericolo giallo

20 STAMPA SERA-' SPORT Anno 117 " Numer0 266 " Lunedl 21 otlobre 1985 20 STAMPA SERA-' SPORT Anno 117 " Numer0 266 " Lunedl 21 otlobre 1985 SarannS le Williams con motore Honda le vetture da battere nel campionato '86? In Formula 1 SI pericolo giglio Eia Ferrari ricomincia da capo dal nostro Inviato CRISTIANO CHIAVEGATO KYALAMI — Con soli dodici anni di vita alle spalle la Williams, dominatrice di questo finale di stagione, è certamente la scuderia «giovane» di maggior successo della Formula 1. Dopo un necessario periodo di apprendistato, dal 1973 (quando era stato fondato con il nome di Iso) al 1978, il team aveva dovuto superare non poche difficoltà. L'inesperienza ed una cronica mancanza di quattrini avevano costretto il suo proprietario Frank Williams, ex pilota di medio calibro, a compiere molte acrobazìe, non ultima quella di un'emigrazione in Italia, per trovare qualche finanziamento. Ma Frank Williams, sin da quei tempi difficili, mise in evidenza le sue doti di grande organizzatore, che in un certo senso lo fanno assomigliare, in maniera diversa e parziale, a Enzo Ferrari, più di quanto non siano stati vicini al costruttore di Maranello i suoi più noti «colleghi» Colin Chapman e Ken Tyrrell. Williams è una specie di asceta della Formula 1. Dedizione assoluta, grande serietà, programmazione dei minimi particolari, grande fi ducia per chi lavora nella squadra, ma ognuno con compiti ben precisi. Lo stesso Frank riserva per sé il compito di direttore sportivo e si comporta nella vita come nel lavoro. Tutti i giorni almeno un'ora di allenamento fisico (corsa e ginnastica), cibo controllato, niente bere e fumare. I soldi guadagnati vengono tutti investiti nell'azienda, che dispone di una officina molto attrezzata e di una gal leria del vento propria (cosa che non ha ancora la Ferrari). Ma la grande abilità di Williams è quella di trovare sponsor ad alto livello che gli consentono di avere a disposizione mezzi notevoli. E' stato il primo a rivolgersi agli sceicchi arabi del petrolio ed Grazie alla collaborazione con i giapponesi, la giovane scuderia britannica sta dominando il finale di stagione - Parte Rosberg e arriva Piquet (mentre, a 31 anni, «esplode» Nigel Mansell) Rugby, i veneti ai giapponesi. Solo quest'anno le scritte che appaiono sulle sue vetture valgono decine di miliardi: Canon, Honda, Mobil, lei, Denim, tutte multinazionali dalle possibilità praticamente illimitate. La scuderia è diventata competitiva in pratica soltanto nel 1979. Da allora ha conquistato 21 vittorie, due titoli mondiali ed un secondo posto nel campionato iridato. Quando le difficoltà si fecero sentire, dopo il 1981, nel momento in cui le squadre rivali cominciarono a disporre di motori turbo, Frank Williams riuscì a compiere il suo capolavoro, convincendo l'Honda ad affidargli i propri propulsori che erano allo studio da almeno un paio di anni. Fu la mossa vincente. I tecnici della Casa giapponese, con metodo e progressione, sono ora arrivati al vertice, superando non pòchi problemi. Non ultima la distanza fra la fabbrica dei motori e la Williams, posta a circa 15 mila chilometri di distanza. Una squadra di una quindicina di tecnici nipponici si è spostata in Inghilterra, dove viene sostituita ogni tre mesi. Il fatto straordinario è che. Per i ciclisti nessuna accusa JOHANNESBURG — Sono state fatte tante polemiche per il Gran Premio di F.l in Sud Africa. Criticata la Ferrari ed i piloti italiani per la loro partecipazione, minacciato Prost, realizzato il boi cottaggio televisivo in nume rosi Paesi. Nessuna protesta, invece, per la presenza di una squadra italiana al Giro ciclistico del Sud Africa, che parte da Golden City mercoledì per arrivare a Città del Capo dieci giorni dopo. La squadra «azzurra» guidata dai tecnici Giampiero Maestri e Sergio Bianchi, è composta da Renato Sllvello, Nando Stevanln, Franco Bellardi, Livio Mora e Gigi Pavan. C'è pure una formazione portoghese con Chagas, Fernandes, Passos, Cunha, Ferreira. battono il Parma con la continua - evoluzione del motori, quando c'è frétta e si debbono spostare 1 pezzi da una parte all'altra, questo manipolo di uomini si sposta su aerei dì linea, ognuno con un particolare od una serie di ricambi impacchettati e portati a mano, per guadagnare tempo. Anche nella scelta dei piloti Williams è sempre stato molto attento. Corridori veloci, aggressivi. Generalmente ha puntato su una prima guida, lasciando al compagno di squadra solo un ruolo di copertura. Con lui Alan Jones e Keke Rosberg hanno vinto 1 loro titoli mondiali. -Lavorare con noi — ammette Frank Williams — è duro e difficile. Non molti sono capaci di resistere. Per questo motivo io credo che Keke Rosberg, uno dei piloti che io ammiro di più, se ne andrà via a fine stagione. Non è una questione di soldi. Nella nostra squadra bisogna filare diritti, obbedire alle istruzioni. Io stesso lo faccio: con i giapponesi ho un rapporto ottimo, ma senza comunicazioni. Io dico di cosa ho bisogno, loro mi fanno il motore e me lo consegnano come un pacco da montare sulla vettura, compreso l'impianto di sovralimentazione ed elettronico. Non possiamo toccare nulla, non sappiamo nulla L'unica certezza è che è diventato potente e competiti t'o. Ma il merito non è unica mente del propulsore. Anche la vettura è migliorata ed ora ci consente di non sfruttare oltre misura i cavalli che ab biamo a disposizione, in maniera che abbiamo trovato anche l'affidabilità. Adesso corriamo con meno pressione di una volta e non rompiamo più nulla». Williams ha rimediato alla partenza del prossimo anno di [Keke Rosberg con l'ingaggio di un altro campione, Nelson Piquet, il quale fra l'altro è anche un ottimo collaudatore, forse bravo quanto Lauda. La squadra, quindi, dovrebbe essere almeno forte come quella odierna, anche in considerazione dei progressi mostrati da Nigel Mansell. Un pilota, l'inglese, che fino a qualche tempo fa veniva solo considerato un piede pesante, cioè un veloce, ma certamente non un fuoriclasse completo. Invece il trentunenne britannico sta rivelandosi corridore di talento, maturato, capace di puntare nel 1986 al titolo mondiale. Una cosa è certa dopo quanto si è visto domenica a Kyalaml (le ultime gare della stagione sono sempre abbastanza indicative per quelle successive): due Williams saranno le vetture da battere dalla prima gara del campionato 1986. Sul circuito cittadino conquistare il mondia DAL NOSTRO INVIATO KYALAMI — Con l'insipido terzo posto conquistato per merito di Alain Prost nel G.P. del Sud Africa, la McLaren ha centrato un altro obiettivo. Il team Inglese si è aggiudicato praticamente un altro titolo, 11 mondiale costruttori. Che vale prestigio e soldi in quanto, nella divisione del premi Foca a fine stagione, viene tenuto conto anche di questa classifica. La quarta posizione ottenuta in gara dalla Ferrari con Stefan Johansson ha consentito alla scuderia di Maranello soltanto di limitare i danni e conservare ancora una possibilità teorica di superare la rivale nell'ultima prova ad Adelaide, il 3 novembre. La McLaren dispone infatti, ora, di 90 punti, contro gli ottanta della squadra di Alboreto. Per ribaltare la di Adelaide il team di le costruttori - Poi si m situazione sarebbe necessario conquistare almeno 11 punti ad Adelaide (vittoria più un piazzamento, minimo quinto posto) sperando che Prosi e Lauda non entrino nei primi sei. Un sogno dunque, anche se nella Formula 1 tutto può succedere. Non è, comunque, una Ferrari in recupero quella che si è vista uscire da Kyalaml. I quasi disperati tentativi di risolvere i problemi, le continue modifiche apportate alle vetture non hanno consentito alcun miglioramento. Si sono registrati, anzi, degli errori che in precedenza venivano evitati. Venerdì le vetture non avevano' velocità di punta in quanto era stato sbagliato il montaggio, cioè l'accoppiamento fra turbine e compressori. Sabato, alla fine della gara, qualcuno nella scuderia non sapeva bene se Maranello difenderà le etterà in cantiere una ve Johansson era terzo o quarto, tanto è vero che il pilota è partito per andare sul podio, rimanendo poi deluso quando ha visto che c'erano già Mansell, Rosberg e Prost. Un contagiri non è poi cosi difficile da controllare. Non sono comunque questi gli Incovenientl che la squadra italiana di punta della Formula 1 deve superare. Ad Adelaide, circuito cittadino ancora sconosciuto per tutti (è stato terminato in questi giorni), la Ferrari non dovrebbe andare male teoricamente, visto II comportamento della 156/85 sulle piste slmili, vedi Montecarlo e Detroit. «Ma — dice Alboreto — le vetture sono cambiate parecchio dall'inizio dell'anno. Tutto è da verificare. Certo ci vorrebbe un'iniezione di fiducia per cominciare bene il la- residue speranze di ttura nuova di zecca voro per il prossimo anno. Io sono pronto, si tratta di impegnarsi a fondo. Sul piano del bilancio personale, tutto sommato, non posso lamentarmi. Sono il pilota italiano che ha ottenuto il miglior piazzamento nel mondiale dopo Ascari, e soprattutto non mi devo rimproverare degli errori. Sono convinto, senza presunzione, di essere uno del pochi piloti che non ha fatto un solo sbaglio nelle 15 gare dispulate. Ho sempre sfruttato al massimo le possibilità mie e della macchina». Ora per la Ferrari comincia il periodo della ricerca. Materiali nuovi, molta sperimentazione, forse la ricerca di altri tecnici da aggiungere a quelli che già ci sono. Bisogna fare un motore all'avanguardia, fra ceramiche, fibre, elettronica, che sia il più semplice, affidabile e potente possibile. E tenere conto della riduzione dei consumi a 195 litri-gara. Ci vuole un'aerodinamica nuova, più accurata, telalo e sospensioni più efficaci. Insomma, come si è già detto, è tutto da rifare. Una nuova sfida che parte subito, ancor prima che il campionato sia ufficialmente finito. Tenendo ben presente che gli avversari non si chiamano solo McLaren, Wil-' liams, Brabham, Lotus, ma anche Porsche, Honda, Bmw, Renault e Ford. La Casa americana farà 11 suo esordio entro breve tempo montando 11 nuovo motore 6 cilindri sulle vetture di Alan Jones e Patrick Tambay per la scuderia Force, che usa telai Lola e viene comunemente chiamata Beatrice, dal nome dello sponsor, una multinazionale dell'alimentazione che ha.in-' vestito decine di miliardi. .. c. eh.