Questo Genoa non morde

1HHH 1 ■ §[§ Romano, due reti 1HHH 1 ■ §[§ Romano, due reti Questo Genoa non morde Lazio fulminata a Vicenza Fiammata iniziale (go dal nostro Inviato GIULIO ACCATINO TRIESTE — Battendo il Genoa, la Triestina ha parzialmente annullato le conseguenze della sconfitta di domenica scorsa a Roma (Lazio), ma se la classifica dei giuliani è tornata valida, quella dei liguri si è fatta piuttosto pesante. E' presto per giudicare la situazione come definitiva, o compromessa, ma qualcosa deve pur variare in questo Genoa se vuol sperare di lottare per la serie A. A Trieste pareva che tutto fosse avviato per il meglio. Marulla aveva segnato dopo pochi minuti. Era il 6': il portiere triestino Bistazzoni sbagliava un rinvio ed era abilissimo Policano ad impadronirsi della palla iniziando una nuova offensiva. Policano faceva venti metri di corsa e centrava nel mucchio. Saltava benissimo Marulla e di testa segnava. Sarebbe stato opportuno insistere. I triestini infatti parevano soggiogati dal gioco tutto spinta degli ospiti. Passavano pochi minuti ed ancora Policano avanzava dando a Tacchi. Sul centro dell'ala rossoblu Mileti era sulla palla, con Bistazzoni sbilanciato. Sarebbe stato facile toccare a rete, ma Mileti l di Manilla), ma poi ha p tentava il gran gol permettendo al portiere di deviare in angolo. Veniva fallito cosi il 2 a 0. Passato il pericolo, i padroni di casa cercavano di organizzare la loro manovra. Non era certo un gioco eccezionale, ma la pressione era pressoché continua. Batti e ribatti al 22' veniva il pareggio: Faccenda stroncava un ennesimo attacco dei «rossi» e l'arbitro — a nostro avviso l'azione di Faccenda era regolare — decideva per una punizione dal limite. Batteva Romano, Cervone rimaneva immobile ed era gol. Forse la palla è stata leggermente deviata dalla barriera. Prendevano coraggio i giuliani, creando maggiori difficoltà ad una difesa già in crisi. Braghin sbagliava incredibilmente un gol, ed al 41' ancora Romano calciava una punizione colpendo in pieno la traversa con Cervone nuovamente ed inspiegabilmente fermo. C'era il vento, una bora leggera che prendeva d'infilata il campo. Certi errori possono essere anche spiegati, ma non per questo possono essere giustificati. La partita diventava nervosa. Gli scontri si susseguivano e Di Giovanni veniva sorpreso in fallo di reazione. L'arbitro Vecchiatini decideva per l'espulsione (41'). Pri¬ ermesso alla Triestina ma della fine del tempo su rabbiosa azione il Genoa andava a segno: Bini serviva Mileti che centrava, Tacchi di testa metteva in gol. L'arbitro Vecchiatini indicava il centrocampo, ma il suo collaboratore alzava la bandiera, informando il direttore di gara che la palla sarebbe uscita dal fondo sul centro di Mileti. Vecchiatini pertanto annullava. L'inizio della ripresa pareva tutto fuoco: al 48' Boscolo serviva Marulla che non riusciva a raggiungere 1 passag¬ di rimontare e vincere (do gio del collega. E poco dopo arrivava la mazzata per il Genoa. Rapido scambio Clncllo-Scaglia-Romano. L'ex milanista azzeccava un tiro imprendibile. Questa volta Cervone non aveva colpe: 2 a 1, ed era il 50'. Si aspettava la reazione del Genoa, per raddrizzare il risultato, ma il gioco dei liguri è continuato sul solito ritmo e con i soliti errori. Sarebbe stato necessario accelerare i tempi, cercare di costringere gli avversari all'affanno. Invece gli ospiti continuavano a . Una marea di tifosi gioisce per la rete di Nicolini al 6', raddoppia ppietta di Romano) VICENZA — Fiumane di gente si sono incanalate verso il Menti, uno spettacolo insolito per un match di serie B. Ma, certamente, in molti si saranno detti: andiamo a vedere se questa Lazio è davvero da serie A e, già che ci siamo, andiamo a scoprire se questo Vicenza in casa è davvero quell'ammazzagrandi che ha messo sotto Genoa e Bologna. Non è facile adesso stabilire se il campo abbia dato risposte affermative. I padroni di casa hanno vinto meritatamente, dunque «viva il Vicenza», ma la Lazio ha combattuto e, forse, ha perso proprio per la bravura dell'avversario. Sono tutti d'accordo, infatti, sul successo del Vicenza. Anche Chinaglia, che ha vissuto la partita in tribuna, ammutolendo sempre piti con il passare dei minuti, e Simoni che in panchina ha sofferto molto, perché quel Vicenza non aveva nulla della matricola spaventata e in soggezione. Giorgi ha messo su una bella formazione, fondando le fortune su grinta, determinazione e accanimento, il tutto sospinto dall'entusiasmo di una marea di tifosi: i colori biancorossi erano degnamente rappresentati sui gradoni dello stadio, bandiere e striscioni, una passione straordinaria. 6", Lucchetti apre in verticale per Nicolini che batte tutti sullo scatto e, a tu per tu con Malgloglio, lo batte di precisione con un diagonale basso. Carica la Lazio, ma il Vicenza non molla: gran pressing in ogni zona, centrocampo e difesa presidiati da gladiatori pressoché insuperabili. Capita così che sia proprio il Vicenza, in contropiede, a creare le occasioni niigliori. Come al 14', quando una deviazione fortunata e fortuita di un difensore biancoazzurro impedisce a un tiro ravvicinato di Lucchetti di finire in rete; oppure al 36', quando un liscio di Galbiati mette Rondon solo soletto davanti al portiere, ina il bomber biancorosso cincischia e la difesa avversaria può rimediare in extremis. E la Lazio? Centra lo specchio della porta solo su calci piazzati, ma di veri e propri tiri dalle parti di Mattiazzo nemméno l'ombra, tanto che bisogna attendere l'85'per vedere l'unica conclusióne, ad opera di Poli. Nel frattempo, però, il Vicenza ha messo al sicuro il risultato, con un velocissimo capovolgimento di fronte: è il 74', bella triangolazione di Nicolini-LucchettiSavino e conclusione del centrocampista sull'uscita disperata del portiere. giocare al piccolo trotto sbagliando tutto. Boscolo, Mileti e Mauti non azzeccavano un passaggio giusto. Policano aveva perso la sicurezza e la grinta della prima mezz'ora. Era un susseguirsi di attacchi senza slancio e senza idee, anzi con alcuni rischi nei contropiede, perché i triestini non stavano a guardare. Burgnich toglieva Mileti, il meno efficace in quel momento, sostituendolo, con Eranio, ma la situazione non cambiava. Marulla, che pure pareva in buona giornata, non veniva mai servito e se qualche palla giungeva nei suoi paraggi era ingiocabile anche per la marcatura asfissiante di Costantini. Inutile ogni sforzo, il Genoa doveva cedere confermando una certa idiosincrasia alle trasferte: quattro partite giocate due pareggi e due sconfitte; un punto a Catanzaro ed uno a Vicenza, nessun punto invece a Cagliari ed a Trieste. Non è la marcia di una squadra che punta alla serie A. Questp Genoa può veramente sperare nella promozione? Forse si, ma bisogna ricuperare presto gli assenti. Ieri a Trieste mancavano Testoni, Butti e Marini: non basta a giustificare la mancanza di gioco di una squadra carente proprio dove il gioco nasce e cioè a centrocampo. Chinaglia in tribuna Squadre rimaneggiate in campo, quelle scese agli ordini del signor Boschi: per la Lazio mancavano Vinazzani, D'Amico e Fiorini: il Vicenza rispondeva lasciando in infermeria capitan drilli e Filippi. Appena il tempo di prendere queste annotazioni, e il Vicenza è già in vantaggio: è il a. f. ta al 74* da Savino Campobasso non vince ma conferma Mazzia CAMPOBASSO — Un Catania più fortunato che meritevole strappa un ingiusto 0-0 sul terreno del Campobasso che a sua volta dimostra di non valere l'ultimo posto della classifica. L'allenatore Mazzia, alla fine della partita è stato confermato alla guida della squadra. Il Campobasso ha provato in tutti 1 modi a vincere ma grazie alla buona stella che ha accompagnato il Catania non ce l'ha fatta. La palla gol più nitida però l'ha avuta il Catania dopo il primo quarto d'ora. Borghi incuneatosi molto bene fra le maglie difensive molisane è stato stretto in area dal portiere Bianchi e dal libero Anzivino. L'ottimo arbitro D'Innocenzo ha concesso il rigore che lo stesso Borghi ha dovuto battere due volte. Nella prima si è visto infatti annullare la rete perché ha arrestato la sua corsa prima di calciare. Nella seconda è stato bravo Bianchi a deviare il cuoio. m. d. a