Iran le segretarie «demonio» dell'Occidente

Iran: le segretarie «demonio» dell'Occidente Iran: le segretarie «demonio» dell'Occidente Lussemburgo decima bomba Un progetto di legdipendenti dell'amm TEHERAN — L'immagine della donna a e il suo ruolo nell'Iran islamico sono oggetto di ripetute direttive e di periodici richiami all'ordine che dimostrano la volontà delle autorità di prevenire ogni deviazione dalle norme stabilite. Il bersaglio permanente di questa vigilanza delle autorità di Teheran resta l'abbigliamento: la sua necessaria modestia diviene, nella dialettica iraniana, la dimostrazione, a un tempo, del rigetto delle influenze «perniciose» dell'Occidente e del rispetto per il «sangue dei martiri» caduti sul fronte della rivoluzione o su quello della guerra con l'Iraq. Le contravvenzioni a questo principio rigoroso di discrezione — cioè il trucco, unghie troppo lungìte o sciarpe dai colori vivaci — sono frequenti tra le donne delle classi medie o agiate, a rischio di attirare l'intervento dei gruppi di giovani rivoluzionari incaricati gge prevede questo lavoministrazione statale - di vigilare sull'osservanza nei luoghi pubblici. L'ampio velo nero, o chador, che è la norma tradizionale ed accettata nelle zone piti popolari di Teheran, costituisce senz'altro l'ultimo simbolo di questo spirito di sobrietà. L'ambizione dei dirigenti islamici di estenderne l'obbligo a tutte le donne e nel contempo di finirla con i segni esteriori della gerarchia sociale, si scontra con ostacoli di ordine pratico, in particolare nell'ambito professionale. Il primo ministro Moussavi ha perciò firmato di recente una circolare destinata a tutti i servizi dell'amministrazione, stabilendo nei dettagli una uniforme atta a conciliare pudore ed efficienza. L'accessorio principale è costituito da un cappuccio che copre strettamente la testa ricadendo sulla fronfe, da un grembiule abbottonato sul davanti, da pantaloni ampi e da scarpe a tacco basso. I co¬ ro solo per uomini - Un cappuccio stretto e colori sobri per le Giovani rivoluzionari controllano l'abbigliamento delle donne lori di questa uniforme debbono esser sobri: marrone, grigio o nero. Ma queste precauzioni non sembrano sufficienti per evitare ciò che certi dirigenti religiosi o politici sembrano temere più di tutto: la promiscuità, che può offendere il pudore femminile. In questa prospettiva, il governo ha lanciato una offensiva contro uno dei simboli della corruzione della società occidentale: la segretaria. Commentando positivamente un progetto di legge che vieta l'impiego delle donne come segretarie e prevede la loro sostituzione con uomini, il quotidiano «Repubblica islamica» afferma che le segretarie sono «dei doni» dell'Occidente destinati a «corrompere gli ambienti di lavoro». Questa decenza estrema rivendicata per la donna contrasta stranamente con la franchezza di cui le autorità danno prova nell'abbordare la questione delle relazioni sessuali. Il presidente del Parlamento iraniano, Rafsanjani, in un sermone tenuto all'università di Teheran, si è a lungo soffermato sul pericolo rappresentato dalle frustrazioni sessuali, nate dall'astinenza. Rafsanjani ha quindi incitato le ragazze a sposarsi prima dei 20 anni e i giovanotti prima dei 30. Ma i legami vincolanti del matrimonio non sembrano essere la miglior soluzione ai problemi sessuali, in questo periodo che l'Iran sta attraversando, ha spiegato Rafsanjani, deplorando «la mancanza di stabilità» delle coppie, provocata dall'allontanamento forzato di numerosi giovani inviati sul fronte di guerra. La risposta si trova perciò in un uso meglio organizzato del matrimonio temporaneo autorizzato dallo sciismo, e il rappresentante dell'Imam al Consiglio superiore della Difesa ha abbozzato le grandi linee di un progetto in base al quale i giovani celibi potrebbero trovare delle «donne rispettabili e buone musulmane» per una unione temporanea approvata da un'autorità religiosa e certificata dalla consegna di una specie di contratto temporaneo dalla durata estremamente variabile. La proposta di Rafsanjani non sembra aver ottenuto l'unanimità da parte delle donne iraniane, a giudicare dai commenti die lia provocato e lo stesso si può dire per quanto concerne l'insieme di questo codice di condotta che esse debbono rispettare, e che è difficilmente sopportato negli ambienti sociali die sono stati esposti ad altre culture. Per protesta, in molti ristoranti di Teheran, le donne preferiscono non entrare: così evitano di dovere coprire il volto con un velo come prescrivono le leggi di questo Paese sempre piti legato ai precetti musulmani. LUSSEMBURGO — L'edificio del tribunale del Lussemburgo è stato danneggiato l'altra notte dall'esplosione di una bomba che non ha provocato vittime né feriti tra la popolazione. Come nei precedènti nove attentati dinamitardi compiuti nella capitale del granducato centroeuropeo dal maggio scorso, anche in questa ultima occasione non c'è stata alcuna rivendicazione della responsabilità. La bomba è esplosa pòco prima di mezzanotte nel cortile posteriore della corte di giustizia che si trova nel centro storico del Lussemburgo. Le indagini della polizia su questa catena di attentati sono ad un punto morto, poiché mancano Indizi in qualsiasi direzione. Mancando le rivendicazioni, non si possono neppure articolare ipotesi sugli autori e sui moventi.

Persone citate: Rafsanjani