«Intrigo» a Stoccolma Luzi «E' colpa nostra»

Denunciate strane manovre per il Nobel letterario Denunciate strane manovre per il Nobel letterario «Intrigo» a Stoccolma Luzi; «E* colpa nostra» Coinvolti il poeta Albino Pierro, una casa editrice svedese, l'Istituto italiano per la cultura in Svezia, un ambasciatore Un pasticcio che sfavorisce una eventuale vittoria italiana Il Nobel per la letteratura sfugge ancora all'Italia, e la polemica .sull'intrigo a Stoccolma», mentre si consumano gli ultimi giorni d'attesa per le decisioni dell'accademia di Svezia, si allarga. Ne è sfiorato anche chi, quel premio, sembra l'unico veramente in grado, o forse in diritto, di vederselo assegnato. Mario Luzi, il nostro grande poeta che da cinquantanni prosegue il suo itinerario nella poesia con il rigore e la purezza di un classico, fra amore e dolore, etica e storia, attraverso le illuminazioni e le devastazioni del nostro secolo, non vuole scendere sul terreno della rissa. Intrigo a Stoccolma? «Forse c'è qualcìie intrigo, là — risponde —. Che sia precìsamente contro di me può anche darsi, però....» e una perplessità distaccata, forse ironloa, risuona dalla casa di Firenze. La vicenda è ormai nota: nella rosa di una decina di candidati italiani, dove Luzi figura ormai da anni e anni, si inserisce «a sorpresa» un poeta dialettale lucano, Albino Pierro, che trova subito un appoggio assai «forte» nell'Istituto italiano di cultura a Stoccolma. E' un appoggio che sfocia in un'edizione delle sue poesie tradotte in svedese presso la casa editrice Frlpress (la stessa che ha pubblicato il Nobel dell'anno scorso, il cecoslovacco Seifert): edizione, a quanto pare, finanziata dallo stesso Istituto di Cultura. La cosa mette a rumore l'ambiente intellettuale di Stoccolma; nascono polemiche che si intrecciano subito con quelle aperte da tempo sulla sorte di una piccola casa editrice (che ha pubblicato anche Luzi in svedese), la Italica. La gloriosa sigla editoriale ha svolto negli ultimi treiv Canni un prezioso lavoro di raccordo fra Italia e Svezia Hapubblicato Montale . e Quasimodo,- -Luzi e classici come Guicciardini. Ma un lungo contenzioso tra l'Isti' tuto di cultura e Giacomo Orcglìa. «patron» dell'Italica, laurea honoris causa all'Università di Stoccolma, vero e proprio ambasciatore non ufficiale della cultura italiana in Scandinavia, rischia di ridurre «Italica» a un definiti vo silenzio. Che cosa succede a Stoccolma? •L'Italica, la Creatura di Oreglia, gli è stata pratica mente strappata — spiega Luzi — con metodi illeciti sotto specie di formalità che mirano a rimuoverlo, ad allontanarlo. Lo stesso ministro Andreottt, che conosce la si tuasione, aveva condiviso questa valutazione». Eppure, in favore dell'Italica, non è accaduto nulla, ed ora di fatto la «politica cultu rale» italiana a Stoccolma viene gestita dal solo Istituto di cultura, e forse in altro modo. Luzi accusa: «L'Istituto un disastro, è vero. Hanno fatto delle offese gratuite alla cultura italiana e svedese. E pensare che per un lungo periodo, nella generale cattiva gestione della cultura italiana all'estero, Stoccolma rappresentava un'eccezione, invidiata da tutti». A Giacomo Oreglia venne infatti imposto di abbandonare l'Italica, essendo secondo la Farnesina un'attività •imprenditoriale» incompatibile con la sua qualifica di di pendente dell'Istituto. Davanti alla sua opposizione gli si chiese di metterla a dispo slzlone dell'Istituto, Insomma di «venderla». Fu l'inizio di una serie di Incomprensioni Ma perché tutto questo? «/o credo che l'ambasciatore, Sergio Romano (ora è a Mosca, ed era direttore delle Relazioni Culturali alla Farnesina quando scoppiò il «caso». A', d. r.) abbia tenuto un comportamento dispotico. Forse per lui non aveva senso una casa editrice che avesse prestigio e fortuna, e però rimanesse all'esterno della struttura burocratica. E si creata una situazione insostenibile: l'Istituto ha preparato un volume, per festeggiare cinquantanni di attività, da cui è stata espunta non solo l'attività dell'Italica ma i nomi stessi di tutti coloro — italiani e svedesi —che vi avevano collaborato: Lei che valutazione dà di questo episodio? •Ricordo che ci furono persino interrogazioni in Parlamento, con la richiesta delle dimissioni di Romano perché potesse spiegare il suo opera¬ to-. E lei condivide questa richiesta? Mi sembra legittima e opportuna». Sulla vicenda «Italica», Mario Luzi è del resto intervenuto ancora all'inizio dell'estate, con un «fondino» su un autorevole quotidiano milanese, a proposito della crisi dell'Italica. «Ho avuto grave danno — scrisse — dalla interruzione della sua attività. Se non voglio tornar sopra a quelle tristi e annose vicende, non è per sopravvenuto egoismo, è per avvilimento e noia». Luzi stava infatti per pubblicare, in traduzione, una seconda raccolta delle sue poesie, dopo la prima che arrivava fino a «Al fuoco della controversia». Ma non se n'è potuto far nulla, e gli svedesi per ora hanno, del nostro maggior poeta, solo un libro, oltre a traduzioni in rivista. Con la fine di «Italica», finisce un dialogo. E soprattutto per la poe¬ sia, disertata dai grandi editori — aggiunge ora Luzi — questo tipo di relazioni fra nazione e nazione, cultura e cultura, è essenziale». Ora, alla vigilia del Nobel, 1 segni di quel dialogo interrotto sono diventati ferite, e 1 giornali di Stoccolma denunciano manovre poco chiare. Il risultato sarà che anche quest'anno il premio non arriverà in Italia, mentre viene sostenuta con molta forza, negli ambienti della capitale, la candidatura del francese Claude Simon? «Direi che sarà il risultato più sicuro... E c'è il caso umano di Oreglia, efie trovo sia stato trattato in modo indegno. E' questo che mi spinge a intervenire su una materia che altrimenti ben volentieri lascerei ad altri. Insomma, avevamo una buonissima rappresentanza culturale all'estero. Ora non c'è più, per. colpa dell'Italia. E un paese die si autolede non mi sembra sia un buon esempio». Mario Blindino