«L'opposizione sarà durissima ma leale»

Cinque mesi di trattative e polemiche prima, dell'attesa fumata bianca Cinque mesi di trattative e polemiche prima, dell'attesa fumata bianca Genova, Campar! è sindaco dopo 7 sedute e 15 votazioni «L'opposizione sarà durissima ma leale » L'esponente pri è st GENOVA — A cinque mesi dalle elezioni amministrative c dopo 7 sedute e 15 votazioni, Genova ha finalmente 11 sindaco: è 11 repubblicano Cesare Campart. Già due volte l'esponente del prl aveva avuto la maggioranza, ma con voti missini che lo avevano indotto a rinunciare. Ieri 1 quattro consiglieri del msl hanno invece votato 11 loro capogruppo. L'elezione è stata resa possibile anche dal ritiro del franchi tiratori, che almeno in quattro, nelle ultime votazioni, avevano «impallinato- 11 pentapartito e 11 suo candidato. L'elezione è avvenuta In un clima meno teso delle altre volte, e con un foltissimo pubblico che gremiva le trlbunette della «sala rossa» di Palazzo Tursi, sede del Comune. Tre le votazioni. Nelle prime due era richiesta la maggioranza assoluta — 40 Tavola rotonda p ato eletto ieri alle 13,3 voti su 79 consiglieri, essendo ancora assente 11 de Remo Lastrego, ammalato — mentre Campart ne ha avuti 35 contro 1 33 del «verde» Lino De Benetti, sul quale erano confluiti pei, democrazia proletaria e gli ecologi. Sei le schede bianche, tutte del pentapartito più il rappresentante della lista pensionati, che puntavano ad annullare le due prime votazioni per giungere alla terza, di ballottaggio fra 1 due candidati, per la quale era richiesta la maggioranza semplice. Da notare che senza le schede bianche, Campart sarebbe stato eletto subito. La votazione decisiva si è conclusa alle 13,30: 41 voti per Campart, 34 per De Benetti. Per tutto il pomeriggio e fino a sera inoltrata, si è svolta l'elezione del 14 assessori. SI è chiusa cosi una lunga romossa dall'Api 0 al terzo tentativo - In maratona che ha avuto colpi di scena, accuse e contro accuse, polemiche destinate a continuare in un Consiglio comunale che si accinge ad operare in condizioni assai difficili: ha una maggioranza risicata e profonde lacerazioni, e dovrà lottare contro una già annunciata opposizione «muro contro muro». La lunghissima serie di scrutini ha messo In evidenza alcuni aspetti sui quali ancora si discute. Innanzitutto, si è allargata la spaccatura tra pei e psi. I comunisti accusano duramente gli ex compagni di cordata dì aver compiuto un voltafaccia del tutto Ingiustificato, passando al pentapartito dopo 10 anni di alleanza col pel. In secondo luogo si ha ormai la certezza che Genove ha obbedito a decisioni con cordate nelle segreterie politiche romane. Ha contato assai poco l'elettorato al quale, oggi, non è facile spiegare come sia stato eletto sindaco un candidato — naturalmente degnissimo — che alle elezioni ha avuto 1854 preferenze, e siano rimasti esclusi Fulvio Cerofollni, socialista e la democristiana Luisa Massimo che di preferenze ne hanno avute circa 14 mila ciascuno. Singolare la presenza. In molte votazioni, dì franchi tiratori, facilmente individuati nel pentapartito, che hanno chiuso il loro «cecchinagglo. proprio quando si stava arri, vando alla conclusione. Ha detto 11 nuovo sindaco: «E'un mistero come questi dissidenti siano nati, ma è anche un mistero come proprio ora sia no spariti». Prima dell'ultima votazione 1 comunisti avevano tentato una mossa in extremis, prò ponendo una giunta laica minoritaria alla quale avrebbero assicurato 11 loro appoggio. Ma ha detto l'ex sindaco socialista, Cerofollni: «Lo proposta è arrivata troppo tardi, comunque avrebbe dovuto essere approfondita», Cerofollni, rimasto sindaco per1 oltre 10 anni, ha vissuto un suo dramma politico personale: ha annunciato di allinearsi alle direttive del psl, che voleva il pentapartito, nonostan te a titolo personale non condivida questa linea. Ma, a Genova, la sinistra Il segretario della serata gli assessori del psi, della quale l'ex sindaco è uno del leader, è in netta minoranza. E' mancata la solidarietà di partito nel confronti di un uomo che, da ex tranviere, con serietà e dignità ha gestito la politica comunale dal 1975 fino a ieri. Nessuno si è alzato a difenderlo, nemmeno quando un missino, con pessimo gusto, 10 ha definito «un personaggio uscito dalle catacombe». 11 «cavaliere solitario del psi» avrebbe meritato, per la fine del suo mandato, maggiore gratitudine. Finita la bagarre per 11 sindaco, è cominciata quella per gli assessori. Ieri a tarda ora, sono stati eletti i primi dieci, cinque della de tre per il psi, un liberale e un socialdemocratico. Ma, in queste elezioni, sono stati o no determinanti i voti del msl? Si polemizza ancora. Guido Coppini Così il neo-sindac GENOVA — Non è mai apparso sulla grande ribalta della politica locale, quindi il nuovo sindaco di Genova, Cesare Campart, è tutto da scoprire. Ha 62 anni, è alto, dinoccolato, capelli con sfumature di grigio. Ha una farmacia a Nervi. Sposato, ha tre figli: Claudia che vive col marito negli Stati Uniti, Martina e Mario. I suol hobby: i cani, la pesca, le passeggiate nel roseto di Nervi. E' 11 primo sindaco del dopoguerra che non riveli simpatie per una squadra locale di calcio, né Genoa, né Sampdorla. Campart è di famìglia socialista: suo zìo e suo padre furono fra 1 fondatori del psl. Partecipò alla lotta partigiana e come nome di battaglia conservò il suo. Cesare. Fu eletto al Consiglio comunale nel 1976 come indipendente nella lista del pri, partito al o interpreta l'atteggia quale era approdato per la sua amicìzia con Ugo La Malfa. Nel 1977 si Iscrisse al partito repubblicano, senza mai cercare e ottenere incarichi di prestigio. Ed eccolo alla sua prima intervista, dopo l'elezione. —Sindaco, soddisfatto di come è andata l'ultima votazione? . «Certo. Non per me, ma per la città. Era indispensabile uscire dalla paralisi amministrativa: per arrivare allo sblocco, non c'era altra soluzione al di fuori di quella che ha ottenuto la tanto sofferta maggioranza*. —Qual è 11 suo obiettivo primario? «Far fronte agli impegni assunti dalla precedente giunta, soprattutto per quanto riguarda le opere pubbliche. Dobbiamo ottenere 84 miliardi dalla Cassa Depositi e Prestiti: penso che non avremo mento comunista difficoltà, perché si tratta di delibere firmate dal mio predecessore e condivise dalla giunta di sinistra. Ci sono poi in progetto opere per 140 miliardi: dobbiamo avere rapidamente il parere dello Stato che, se negativo, ci consentirà di accedere al credito privato*. —Si è parlato molto di alternanza. Lei sarà sindaco per cinque anni o per due e mezzo? «Sono disposto a lasciare in qualsiasi momento. Non sono un professionista della politica. Ma credo che se un sindaco opera bene, ha molte possibilità di durare. Certo, so perfettamente die cinque anni a Palazzo Tursi bisogna guadagnarseli». —Che si aspetta, da domani? «Un'opposizione durissima, ma leale». g. c.

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