Polonia vota il 73 per cento

I dati sono del governo I dati sono del governo Polonia, vota il 73 per cento II portavoce di Jaruzelski: boicottato il boicottaggio - Solidarnosc contesta le cifre ufficiali- Momenti di tensione VARSAVIA — Prime elezioni per il Parlamento ieri in Polonia dopo il 1980, anno della rivolta degli operai di Danzica, dalla quale nacque il sindacato libero «Solidarnosc*. L'attesa non è tanto per i nomi di chi verrà eletto, quanto per i dati di affluenza: Walesa e gli altri leaders del sindacato oggi fuorilegge si sono impegnati in una campagna di boicottaggio del voto, cioè di astensione. Fin dal pomeriggio è così scattata la «guerra delle cifre*. Alle 13,30 i primi dati su Varsavia. Il sindacato di Walesa fa sapere che sono andati a votare dal 15 al 20% in meno della precedente tornata, alla stessa ora. Poco prima,*, uscendo da messa, davanti'alla chiesa di Santa Brigida, Walesa parla ai giornalisti: «Secondo le mie Informazioni fino alle 11 a Danzica ha votato il 3% degli aventi diritto. Mi chiedo se data la situazione non debba andarci io a votare». Mentre Walesa restava a pranzo dal parroco, padre Jankowski, centinaia di persone si sono riunite davanti alla parrocchia scandendo slogans: «Vogliamo la Polo nia libera», «Non andremo a votare», «Voteremo per la Madonna», «Liberate 1 prigionieri politici» per una trentina di minuti. La folla si è poi diretta verso la stazione ferroviaria ma è stata bloccata quasi subito dalla polizia. Più tardi, in un'altra dichiarazione, Walesa affermava che a Danzica «le cosiddette elezioni sono state boicottate dal 50% degli abitanti». A questo punto entrava in scena il portavoce del governo Jerzy Urban: per annunciare che fino alle 16 circa il 65% degli elettori aveva votato. In una conferenza stampa il portavoce ha detto che secondo i dati ufficiali fino alle 16 aveva votato a Varsaavia il 50%, a Danzica oltre il SO, a Katowlce oltre il 50, a Wroclaw oltre il 50%, a Poznan il 54, con punte dell'SO e del 75 nelle regioni ,di Leszno e di Zamosc. A mezzanotte un'altra notizia d'agenzia nella quale t/r-< ban annunciava: «Il boicottaggio è stato boicottato». E precisava che, entro le 19 locali il 75% si era recato alle urne. Commentando le dichiarazioni di Walesa, Urban le ha definite «Inattendibili». «Se Walesa dice questo — ha affermato — dà la prova che tutto 11 sistema di controllo elettorale vantato da Solidarnosc è fittizio». Secondo gli osservatori le cifre fornite da Urban fanno supporre che la percentuale finale sarà dell'80%. «Vogliamo scherzare!», ha commentato da Danzica Lech Walesa. E in verità qualche dubbio ha sollevato la reticenza di Urban che a proposito dei raffronti con le precedenti politiche ha detto: «Non abbiamo ancora potuto fare paragoni esatti». Subito dopo ha affermato che, comunque, «l'affluenza è stata un po' superiore a quella delle amministrative dell'anno scorso» (ufficialmente fu del 74,9% che soddisferebbe il regime). Ma il boicottaggio lanciato da «Solidarnosc* non è stato sottovalutato dal governo Ja¬ Tutto il giorno, sa ruzelski. Alla vigilia delle elezioni sono stati segnalati arresti in diverse città del Baltico, mentre tre esponenti di movimenti dissidenti sono stati a più riprese «convocati* dalle autorità di polizia. E' il caso dì Onyszckievicz, Kuron e Romaszewski, che ancora ieri, giornata di elezioni, hanno dovuto presentarsi alla polizia. La causa, secondo il portavoce del governo: ti pri-i mo per «essere ammonito per' le sue attività»; gli altri due per testimoniare su una loro denuncia di brutalità subite dalla polizia. A Nowa Huta, presso Cracovia, si sono avuti momenti di tensione quando un gruppo di 200 giovani è intervenuto con manganelli per impedire linizio di una manifestazione di simpatizzanti di «Solidarnosc*. LA PAURA NORMALIZZA VARSAVIA Com'era prevedibile, la giornata di lotta promossa da «Solidarnosc» clandestina in occasione del voto di ieri per il rinnovo del Parlamento polacco si è risolta in un insuccesso, di cui conosceremo l'ampiezza quando si sapranno i dati definitivi della percentuale dei votanti: non ci sono stati, ieri, i cortei e le manifestazioni alternative che le strutture clandestine eli «Solidarnosc» avevano organizzato fin da metà settembre, se si eccettuano i tentativi di Danzica e Nowa Huta stroncati sul nascere anche per la scarsa partecipazione. Se sono vere le cifre fornite dalle autorità polacche, secondo cui l'affluenza alle urne, alle ore 19, sarebbe stata di oltre il 70 per cento, il boicottaggio organizzato dall'opposizione ■ sarebbe andato incontro a un fiasco superiore a quello subito l'anno scorso durante le elezioni amministrative, anch'esse oggetto del boicottaggio di «Solidarnosc»; se a ciò si aggiungono gli insuccessi degli scioperi proclamati quest'anno contro gli aumenti dei prezzi, è evidente che il disciolto sindacato ha perduto gran parte della propria rappresentatività sociale e della propria capacità di mobilitazione politica. Il governo del generale Jaruzelski — che alla vigilia aveva chiesto una percentuale del 7580 per cento dei votanti — avrebbe ottenuto un successo: per esso era stata promessa, ricattatoriamente, un'amnistia per i detenuti politici. Tuttavia, il fallimento del boicottaggio, se le cifre governative sono vere, non può essere scambiato per un attivo consenso popolare alla politica del regime. E' solo l'espressione di una stanchezza, sfiducia, paura diffuse, dopo cinque anni di fortissime tensioni che non hanno trovato, soprattutto per motivi geopolitici, sbocchi positivi: Jaruzelski può aver ottenuto, al massimo, una normalizzazione in stile cecoslovacco, niente di più: i problemi della Polonia restano, anche con un Sejm eletto dall'85% dei polacchi, privi di altra scelta. Per ora, sul piano economico, conv su quello del consenso politico,' Jaruzelski ha poco da cantare vittoria. Piero Sinatti salvo casi urgenti