Le domande che non hanno fatto a Gorkaciov

A Parigi, con Mitterrand, il primo confronto tra i giornalisti e il nuovo leader sovietico A Parigi, con Mitterrand, il primo confronto tra i giornalisti e il nuovo leader sovietico Le domande the non hanno fatto a Gorkaciov geva l'equipe di TFrl che ha realizzato lo scoop della prima intervista concessa da Gorbaclov a una tv occidentale (martedì sera, nel «Salone verde» del Cremlino, prima della partenza per Parigi): Ci ha stupito l'informazione sommarla: per esempio, non ci capacitiamo di come Mourousi abbia potuto chiedere a Gorbaclov se in Urss esistono 4 milioni di prigionieri politici; una cifra assurda, quasi da epoca staliniana, che Gorbaclov ha avuto buon gioco a smentire con una risposta sprezzante. Ha fatto il resto la tradizionale sudditanza psicologica che molti Occidental! dimostrano davanti a un leader sovietico (ma anche di fronte a certi portavoce, come gli Afanasev, gli Zagladin, 1 Bovln, gli I rotto questa tradizione e 11 suo stile ha dato l'esatta misura del mutamento generazionale avvenuto al vertice del Cremlino: 1 cinquantenni appaiono meno contratti e più sicuri dei loro predecessori: non hanno sulle spalle la paralizzante paura degli anni del terrore staliniano. Questo è un fatto; e il paragone tra lo stile di Gorbaclov e quello di Krusciov non regge: quest'ultimo esprimeva, accanto a un'autentica genuinità contadina, una rozza arroganza di despota che si poteva perfino permettere di intervenire pubblicamente na pjanom vide, cioè ubriaco. Nuovo Gorbaclov e nuovi il suo sorriso («Con denti d'acciaio» ammonisce Gromyko) e la sua aggressiva dialettica, rivelata davanti ai media occidentali: da questo punto di vista, il viaggio a Parigi è stato un suo successo; non a caso gli americani lo hanno ribattezzato il «grande comunicatore». Detto questo, non si può tacere ' di un altro aspetto, . complementare, emerso durante gli Incontri tra Gorbaclov e i media occidentali, che abbiamo potuto seguire puntualmente attravèrso i servizi di TF-1 e Antenne 2 (le principali reti televisive francesi): se eccezionalmente nuovo è stato l'approccio di Gorbaclov ai media, non nuove erano, nella sostanza, le sue risposte; né il suo linguaggio si dlscostava troppo dalla abituale «lingua di legno» dei capi.del Cremlino. E non nuovi erano, purtroppo, gli atteggiamenti di molti intervistatori e giornalisti, anche di fama come quell'Yves Mourousi che diri¬ Sarebbe segno di pregiudizio negare a Michail Gorbaclov, specie dopo il suo viaggio a Parigi, qualità e immagine che i suoi predecessori — da Breznev a Cernenko — neppure si sognavano di possedere, irrigiditi com'erano dal livellamento di personalità e stile intervenuto ai vertici del pcus come rottura con il personalismo e l'imprevedibilità deUa leadership di Krusciov. Incapaci di parlare senza avere davanti agli occhi un testo preparato, dai più diretti collaboratori e di muoversi' in pubblico al difuori del severo protocollo che si erano imposti, i vari Berznev e Cernenko (e anche 1 Gromyko, Kossygin, Suslov) non hanno mal voluto, né potuto, esporsi all'imprevedibile contatto diretto con i media occidentali. Gorbaclov ha V Arbatov...). )La «vittoria» diL'Gorbaclov sui suoi interlocutori dei mass media è stata netta: perlomeno in materia di politica hiterna, diritti umani e Afghanistan. Nessuno, al «Salone verde» o all'«Eliseo ha osato replicare alle risposte che Gorbaclov ha dato con l'antica durezza sovietica; e nessuno ha rivolto quelle domande che avrebbero messo a dura prova, fórse compromesso, se correttamente formulate, lo «stil novo» del gensek. Evidentemente I capi sovietici, come coloro che dispongono di un potére pressocché Illimitato, esercitano non poche capacità di seduzione, paralizzanti. Non appariva, del resto, umano, semplice e amabile Stalin ai giornalisti occidentali che ebbero la for- ': . ■"' ''.:''' V tuna di intervistarlo (per esempio il celebre Ludwig)? C'era da chiedere, per esempio, a Gorbaclov, perché le molte My Lai afghane non hanno in Urss alcun fotoreporter che le riprenda e pubblichi le immagini; perché nessun giornalista può entrare in quei lager dove in un anno sono morti i più noti dissidenti sovietici; c'era da chiedere a Gorbaclov notizie non solo di Ida Nudel e Sclaranskij, dissidenti ebrei, ma su tanti altri dissidenti ai quali nei lager vengono, da qualche anno, comminate nuove pesanti condanne, nel momento in cui stanno terminando di espiare la pena; c'era da chiedere perché in Urss, a differenza degli altri Paesi industrializzati, è diminuita l'età media della vita e si è accresciuto il tasso di mortalità infantile. E ancora si sarebbe potuto chiedere a Gorbaclov come egli accordi i continui richiami alla modernizzazione e «intensificazione» dei processi produttivi, con gli altrettanto continui richiami allo stakanovismo, vale a dire l'arcaico volontarismo economico dell'età staliniana. E ancora, perché non porre domande sulla casa, sulle pensioni, sull'assenza delle donne ai vertici del partito-Stato? Si dirà che la missione parigina di Gorbaclov era in-centrata, anche In vista del prossimo vertice con Reagan, sui temi internazionali. D'accordo: ma non si è sempre detto e scritto che la politica estera dell'Urss ha una strettissima interdipendenza con la sua situazione interna? Piero Sinatti

Luoghi citati: Afghanistan, Parigi, Urss