La critica riscopre Gabriele d'Annunzio e lo laurea a pieni voti poeta moderno

Convegno a Viareggio promosso dalla rivista «Alfabeta» sull'opera del vate abruzzese Convegno a Viareggio promosso dalla rivista «Alfabeta» sull'opera del vate abruzzese La critica riscopre Gabriele d'Annunzio e lo laurea a pieni voti poeta moderno La recente rivalutazione dell'autore di «Il piacere» dopo la lunga e violenta censura ideologica - Oggi si rivela come un grande protagonista della letteratura del Novecento - Una vita e uno stile inimitabili - L'acuto e appassionato intervento di Luciano Anceschi - Sempre meno séguito hanno coloro che tendono a sminuire la poetica del «cieco veggente» VIAREGGIO — Il Convegno su D'Annunzio promosso dal mensile Alfabeta e dal Comune di Viareggio si è aperto in una maniera insolita: con una cena che il programma definiva «dannunziana» al vecchio ristorante Margherita, dalle cupole in riva al mare e dai bei saloni liberty, e con un menù che iniziava dai «chicchi di melograno» e finiva con gli' «asfodeli». Il caso, che talvolta inventa trame e accostamenti più imprevedibili ed emblematici di tanti scrittori, aveva disposto che nel salone accanto a quello occupato da poeti e critici si svolgesse una cena di aviatori per festeggiare non so quale generale andato in pensione: per tutta la serata, a un invadente microfono, i militari leggevano brani di diario, pagine di coraggio. Mi sono cosi domandato: oggi in quale salone preferirebbe essere D'Annunzio, dove si aggira davvero la sua ombra? E' difficile trovare una collocazione per lui, tanto la sua figura è ingombrante e contraddittoria: personaggio dalle vicende mondane clownesche e drammatiche, scrittore di ininterrotta energia, profusa in poemi, romanzi, opere teatrali, articoli di giornale, taccuini, discorsi, uomo d'azione, soldato, politico, unico poeta della storia che raneo legame ai suoi più amati temi poetici, riferendosi a maestri come Spengler ed Eliade. Tra gli altri interventi che mi hanno interessato, quello di un giovanissimo critico romano, Arnaldo Cqlasanti, che ha interpretato' con impressionante aderenza la metrica dannunziana, e quello del poeta Valerio Magrelli, che ha commentato l'ultima poesia scritta nel 1935 da D'Annunzio, dei disperati, ossificati versi sulla morte: costellata di perplessità era la relazione di Bianca Maria Frabotta, la poetessa romana un tempo guida del movimento femminista della capitale. Vi sono state anche, a margine del Conve¬ prende e tiene per sedici mesi una città, rompendo l'ordine internazionale voluto dalle grandi potenze e accendendo le speranze di tutti gli oppressi del mondo, D'Annunzio è davvero smisurato, e sembra inafferrabile. Dopo anni di censura ideologica, fondata sul pregiudizio e sul senno di poi, oggi il massimo poeta italiano del Novecento ritorna oggetto di studi e di considerazione: ma certi aspetti della sua vicenda ancora sconvolgono, e si preferisce tacerli. I lavori del Convegno, coordinato in maniera attenta e attiva da un poeta come Antonio Porta e da un critico come Maria Corti, hanno mostrato un'attenzione rivolta in particolare agli aspetti linguistici dell'universo dannunziano: meno ci hanno detto sull'attualità delle idee di D'Annunzio circa la poesia e il mondo. In molti interventi, il metodo prevale, e a volte stupefacenti e brillanti congegni analitici finiscono per non comunicarci nulla sulla sostanza, sul valore, sull'anima di ciò che analizzano. D'Annunzio aveva scritto: «L'anatomia conferma il cadavere»: e nel convegno dedicato a lui si sono proprio scontrati tra loro i più che, anatomizzandolo, finivano per trattarlo come cosa morta, e quei pochi che pensavano di dovergli restituire movimento e vita. Al di sopra delle parti, ha aperto il Convegno la relazione del maggiore studioso delle poetiche novecentesche in Italia voglio dire Luciano Anceschi: una relazione di vastissimo respiro, mossa dall'intento di saldare D'Annunzio, la sua «diversità» con il desti no della poesia nel nostro se colo, non aliena da toni di alta, intellettuale, lapidaria commozione: «La poesia vive, con noi e per noi, vive e soffre». Da qualche intervento, sembrava che il poeta dovesse essere ridotto, demitizzato, quasi parodiato: per certi intellettuali, l'atteggiamento «demistificante» "sénibra ancora d'obbligo. E a me veniva in mente come nelle mani di Eduardo Scarpetta Isaotta Guttadauro divenne stupendamente Risaotto al Pomidauro: ma Scarpetta faceva ridere di mestiere, e non credo partecipasse ai convegni letterari. Gli interventi che ho apprezzato di più sono quelli che usano D'Annunzio come un punto di riferimento per una proposta più globale, la rinascita del senso mitopoietico della poesia. Stefano Zecchi, professore di Estetica all'unviersità di Milano, l'unico filosofo presente, ha parlato con rigore e passione per D'Annunzio di un progetto «post-storico» nemico del nichilismo: «Soltanto le forme eterntezanti del mito dell'arte consentono la conoscenza» ha detto Zecchi, richiamandosi ai suoi studi sul grande Romanticismo europeo. Rosita Copioli. una giovane poetessa, da anni intrepida animatrice di una bella rivista letteraria, L'altro versante, ci ha dato l'immagine pulsante di un D'Annunzio marino, «nettunio», dove scorre «una musica e ricchezza d'acqua» e ha ricordato i rapporti tra l'autore italiano e William Butler Yeats. Roberto Cariti, poeta e critico toscano, ha ripercorso in Alcyone le tracce dell'infanzia, del «fanciullo primordiale» diviso tra quiete e distruzione, con un'intuizione originale e con un sotter- gno, due serate di poesia: uno spettacolo dovuto a Valeria Magli, una ballerina che ho trovato bravissima; e poi una lettura vera e propria dovuta a diversi poeti, tra cui Piero Bigongiarl, solennemente simbolico, Maurizio Cucchi, sospeso nella dolcezza di un colloquio rimemorato, Cesare Viviani, con una sua rinnovata intensità musicale. Qualcuno ha detto che nella lettura dei poeti non c'è stata neppure un'eco di D'Annunzio: ma ad ascoltare bene, forse, tra i più giovani, almeno l'ambizione dannunziana della grandezza e del sublime ritorna, decisa e senza paura. Giuseppe Conte

Luoghi citati: Comune Di Viareggio, Italia, Milano, Viareggio