Un titolo di studio con giudizio ottimo spalanca le porte del mondo del lavoro di Alberto Gaino
Un tìtolo di studio con giudizio ottimo spalanca le porte del mondo del lavoro Un tìtolo di studio con giudizio ottimo spalanca le porte del mondo del lavoro Il diploma «paga», ma non basta aver conseguito un «pezzo di carta» qualsiasi: la possibilità di trovare o meno un'occupazione varia in relazione alla borsa valori dei titoli di studio sul mercato del lavoro. Lo conferma un'indagine sociologica condotta per conto dell'assessorato all'Istruzione della Provincia da Bruno Guglielminotti, Walter Galante e da Mauro Ferrarese sulle indicazioni di un questionario cui hanno risposto 800 giovani in prevalenza Stampa Sera assegn fra i 25 e i 26 anni, diplomatici periti informatici, ' elettronici, meccanici o elettrotecnici a Torino, Ivrea e Pinerolo nell'arco degli anni scolastici fra il 1977-78 e il 1981-82. Un campione significativo per un'inchiesta sui «percorsi e sbocchi lavorativi dèi diplomati degli istituti tecnici industriali». A tre e più anni di distanza dall'esame di maturità 11 79,9 per cento degli intervistati si è «sistemato», dopo aver cercato per più o meno tempo ata un'altra A112 secondo il tipo di specializzazione conseguita:. 1 mesi di attesa sono stati 14 per i periti informatici, 11 per gli elettrotecnici e i meccanici, 9 per gli Informatici. Ha contato l'aver accumulato .esperienze di lavoro estivo e durante gli anni di scuola. Ed p stato ancora più importante il voto conseguito alla «maturità», tant'è che i disoccupati diplomatisi con meno di 40/60 sono il 17,72 per cento, mentre gli studenti migliori senza lavoro scendono al 3,65 per cento Osserva opportunai ente Walter Galante che «ar<- • saputo apprendere bene a suo-, la può esse, e un '■ 'on >-.Jicatoredicome iti obi saprà apprendere su. ic-uoro. Almeno questo è quanto le dinamiche occupazionali dei nostri diplomati sembrano voler dire. Si potrebbe affermare, in conclusione, che 41 risultato finale certificato dal diploma sia ritenuto dalle aziende molto più che un numero». Una precedente indagine {•Il lavoro sbagliato»), condotta nel 1976. nove anni prima di questa, su diplomati nel 1972, aveva già consentito di sottolineare la correlazione fra l'esito finale del percorso scolastico e i successivi sbocchi occupazionali: -Ad un risultato basso alla maturità corrisponde un inserimento debole nel lavoro», scrivevano anni fa gli autori della ricerca Capriolo, Luccitelli e Pratesi. Significativa è anche la constatazione che ha trovato lavoro l'87,93 per cento dei periti informatici rispetto al 71,12 per cento degli elettrotecnici. Ed oltre la soglia delle officine e degli uffici chi ha ottenuto una mansione adeguata al titolo di studio è ancora il diplomato in informatica (nel 70,73 per cento dei casi è stato assunto come impiegato), mentre fra i periti meccanici ed elettrotecnici oltre la metà ha la qualìfica di operaio. Più distribuita appare invece la «sorte» dei periti elettronici. Da notare ancora che gli «informatici» sono quelli che ottengono le mansioni dalla maggiore autonomia. C'è un ultimo aspetto da considerare: quello del come si trova un lavoro. Attraverso le domande a ditte o ad enti (19%), le conoscenze degli amici (16%) e un po' di meno dei familiari (12,7%), suggeriscono le indicazioni dell'inchiesta. Sono «canali», questi, che il 13,7 per cento del campione, rappresentato dai diplomati tuttora disoccupati, non è riuscito ad «attivare» perché penalizzato, oltre che dal suo curriculum scolastico non esemplare, anche e ancora, è il caso di sottolineare, dalla condizione di origine della famiglia: immigrata. Alberto Gaino
Persone citate: Bruno Guglielminotti, Luccitelli, Mauro Ferrarese, Pratesi, Walter Galante
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