«Io volontario per 5 lire il giorno»
«Io volontario per 5 lire il giorno» «Io volontario per 5 lire il giorno» . LATINA — «Partimmo una mattina d'ottobre, cinquecento camicie nere di Littoria, e ormai sono passati cinquantanni esatti. CI fecero sfilare In piazza, dove c'erano ancora le Impalcature delle costruzioni, e dal borghi avevano portato tutte le nostre famiglie col camion, come quando veniva II Duce. Se eravamo contenti? Si, la divisa da legionario era nuova • bella, partivamo per lare la guerra In Africa ma non sapevamo nulla di tutte e due, perche eravamo giovani e poveri contadini. Volontari? Certo che eravamo tutti volontari. Quelle cinque lire al giorno, al podere le aspettavano come manna dal dolo». Angelo Tosatll aveva vent'anni quando parti per l'AblssInla. DI quell'avventura mostra una vecchia fotografia che lo ritrae Impettito, con casco coloniale e occhialoni, accanto a un ascaro e a un dromedario. «Con la tradotta giungemmo a Napoli, e dopo quattro giorni fummo Imbarcati con II resto della "28 Ottobre"; ci facevano molte feste, perché eravamo II battaglione di Littoria, vanto del regime. Quel dieci giorni In nave furono la prima vacanza della mia vita. Infine sbarcammo a Massaua, e finalmente vidi l'Africa: ma era povera, come la terra da cui eravamo partiti». Oggi l'Agro Pontino è ricco e fiorente, ma allora, nel 1935, a bonifica appena compiuta, «Il sudore si sprecava». Le famiglie del coloni erano arrivate da pochi anni, lasciando Il Veneto, l'Emilia e II Friuli con II miraggio di possedere finalmente un campo da coltivare, senza padroni. I TosaMI avevano ricevuto un podere a Borgo Carso, dieci ettari di terra, ma avevano tredici bocche da sfamare. «E ad ogni raccolto, venivano quelli dell'Opera e si portavano via quasi tutto, lasciando soltanto II minimo per non morire di fame. Le mia povera mamma ne Inventava di tutti I colori per nasconder» un maialino o qualche tacco di grano; ma quelli rovistavano dappertutto, e riuscivano sempre a portar via II loro»..L'Opera Nazionale Combattenti, che gestiva la plana bonificata, riscuoteva II riscatto del poderi Ih natura, e II canone era salatissimo. «Dovevamo razionare anche II paiolo della polenta. E allora I miei fratelli dicevano che al stava addirittura meglio prima, quando eravamo mezzadri eul Po». Cosi, quando Mussolini annunciò che l'Italia andava a farsi un Impero, Angelo Tosati] si presentò volontario Insieme con altri cinquecento come lui, giovani e poveri coloni, di,una ancor più giovane e povera terra. Poche centinaia di lire al momento della firma e cinque lire di diaria, erano una cifra mólto più atta di quanto potesse rendere II podere su cui viveva e lavorava l'Intera famiglia. E se tutto fosse andato bene per I volontari, al rientro In patria ci sarebbe forse abita una sistemazione migliore. «In Ablsslnla sono stato undici mesi. Ogni dieci giorni scrivevo a casa: dicevo che stavo bene e mangiavo, che stavamo vincendo la guerra, e che l'Africa era un posto strano. E mandavo I soldi». Della guerra In Etiopia, Angelo Tosattl non parla volentieri. «Intanto perché allora, di guerra ne ' avevo vista poca, e fu niente In confronto e quella che ci toccò sul serio qualche anno dopo, nel 40; In Abissini»; slamo andati a conquistare un paese enorme e selvaggio, che non aveva un esercito come II nostro. Ma dispiace quando oggi sento dire che trattavamo male gli abissini e che prendevamo le loro donne, perché non è vero. Forse lo facevano gli ufficiali, ma noi no». Rimette la foto Ingiallita nel porta-, foglio, e guarda quella piazza In cui sfilò cinquantanni fa vestito da legionario, ma II paesaggio è ormai stravolto dal traffico e dal cemento. Gianni Pennacchi
Persone citate: Duce, Gianni Pennacchi, Mussolini
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