Perché usammo i gas?

Perché usammo igas? Perché usammo igas? Quattro mesi di viaggio in Etiopia, la visita al campi di battaglia, un libro: Gli italiani in Africa. Cosi lo storico e giornalista Franco Bandlni ha portato a termine la ricerca sulle campagne coloniali in Africa, dall'acquisto della baia di Assab da parte della società di navigazione Rabattino al 1943. Fu un'impresa facile la conquista dell'Etiopia? «Facile e difficile nello stesso tempo — risponde Bandinl —. Analizzando' le operazioni militari si vede che gli scontri realmente sanguinosi furono pochissimi. L'armata etiopica arrivò sulla nostra linea avanzata Intorno alla metà del dicembre 1935: il 23 gennaio l'impulso offensivo dell'esercito etiopico si era già esaurito. In parte perché l'armata etiopica era sempre stata caratterizzata da una grossa precarietà: la formavano nuclei comandati da piccoli capi che seguivano assai poco gli ordini diramati dal comando. In parte perché le esigenze dell'agricoltura nelle regioni arretrate richiamavano sempre, dopo un certo periodo di guerra, i soldati, che se ne tornavano a casa a coltivare 1 campi. Le difficoltà derivavano invece dall'immenso territorio: anche una potente armata- come la nostra trovò enormi ostacoli non tanto nel vincere, quanto Dell'occupare il Paese». Cosi impiegammo I gas... «La cosa più onesta da dire è questa: 1 gas vennero spediti fra il '30 e il '32 in Somalia, bombe da 100 chili l'una, chiamate "bombe Y". Erano circa mille ed erano state mandate perché, per quanto possa sembrare strano, in quella colonia, prima della mobilitazione del '35, noi avevamo una forza Irrisoria: 264 uomini della truppa nazionale, 4 mila uomini della truppa lndln >na. Una forza del tutto Inadeguata per una regione enorme come , la Somalia. Ora, siccome 1 ras Indipendenti etiopici continuavano a effettuare scorrerle nel basso Ogaden con molti armati, 11 nostro stato maggiore si preoccupò della sicurezza della Somalia, ritenendo che la soluzione migliore fosse di spedire 1 gas, per impiegarli eventualmente anche come deterrente». Quando furono usati? «SI può documentare con esattezza 11 loro impiego una sola volta sul fronte Nord, nella seconda battaglia del Temblen. Da quanto si ricava dal documenti ufficiali finora esaminati (e lo stesso ho chiesto questi documenti all'imperatore Halle Selasslé quando ancora era sul trono) non vi fu alcuna vittima fra gli etiopi nella zona di Abbi Addi che fu il teatro dell'operazione. I gas furono anche Impiegati un palo di volte sul fronte Sud, per ritorsione contro l'uccisione e la decapitazione in pubblico, a Dagahbur, di un nostro aviatore, 11 sottotenente Tito Minnltl, che fu poi decorato con la medaglia al valore. Era caduto fra le linee, venne ucciso, evirato, gli tagliarono la testa e la Issarono su una picca per meglio farla vedere. «Pur tenendo conto del clima del momento, bisogna dire che chi decise l'impiego del gas fu veramente mal consigliato. Come diceva Ferdinando Martini, che era un nostro vecchio coloniale estremamente saggio, -in colonia si perde con vergogna e si vince senza gloria-. L'uso dei gas fu sensibilmente Immorale, benché ci fossero del precedenti: Churchill nel 1920 prescrisse al comando dell'aeronautica britannica nel Medio Oriente di usarli sulle tribù irachene ribelli». Quale prezzo si pagò alia normalizzazione dopo la conquista? «Un prezzo elevatissimo in termini di uomini e risorse: alcune regioni non vennero mal del tutto assoggettate. Anche perché le popolazioni vennero foraggiate in armi e denaro da quelle potenze (Inghilterra), che pur dichiarandosi formalmente amiche alutavano i nostri nemici». Mauro Anselmo

Persone citate: Churchill, Ferdinando Martini, Franco Bandlni, Mauro Anselmo, Tito Minnltl