Il pentito Saia ammette in aula « Ero un killer, ma non per soldi »

Il pentito Saia ammette in aula « Ero un killer, ma non per soldi » Al processo delle Vallette parla un altro ex della banda Miano Il pentito Saia ammette in aula « Ero un killer, ma non per soldi » «A titolo di favore sono andato con altri a uccidere un paio di persone» - Faceva anche il cassiere della gang: «Quando c'ero io, tutti guadagnavano di più» ■ La santabarbara a casa e altri delitti Killer spietato, amministratore oculato, custode attento dell'armeria dell'organizzazione, ora implacabile accusatore dei complici di un tempo: Tonino Sala, 31 anni, era uno che contava nella banda Miano. Grande pentito, come la maggior parte del capi dell'organizzazione, ieri ha raccontato la sua verità al processo per droga, alle Vallette, contro 1 vecchi compagni della gang. In completo blu, capelli corti, tono sicuro e distaccato da ragioniere, ha detto al giudici della sesta sezione (pres. Aragona, pm Maddalena, cane. Penna): -Sono arrivato a Torino, da Catania, a fine 'SO. Ero ricercato e per tirare avanti facevo delle rapine. Conoscevo già qualcuno della banda, feci loro qualche favore». Il presidente Aragona lo Interrompe: -Che tipo di favori?». Saia continua tranquillo: -Con alcuni dt loro, come i Giuffrida, sono andato a uccidere un paio di persone: uno si chiamava Rosalia, il secondo era un certo Siani». Degli omicidi e del pentiti si parlerà in un altro processo: qui Sala e gli altri che hanno collaborato con la magistratura sono sentiti come testi. Dopo 1 due omicidi, nel gen¬ naio '81, Sala entra nella banda, ma tiene a precisare: -Non sono stato pagato per uccidere Rosalia e Siani». Dai banchi della difesa arriva 11 commento sarcastico dell'avv. Zancan: -Ha lavorato gratis». Il pentito non si scompone, si gira un attimo verso 11 suo legale, l'avv. Paola, poi riprende il suo elenco di morte: -Una volta ci è andata male. Giovanni Bastone, un siciliano con il quale avevamo contatti per la droga, ci chiese il favore di uccidere un certo Caruozzo. Ci provammo, ma l'agguato falli. Dalla Sicilia) Bastone ci fece sapere di /asciar perdere, che avrebbero pensato loro a risolvere la questione: Caruozzo fu trovato morto sulla spiaggia di Marsala». Ma Tonino Sala non era soltanto un killer, era anche 11 cassiere della banda, carica che ha tenuto con onore per tutto l'B2: -Quando la cassa l'avevo io c'erano più utili da spartire tra i compagni. Qualche mese si arrivava anche ai 20 milioni a testa. I guadagni erano più magri quando la borsa era nelle mani di Roberto Miano o Vincenzo Tornatore, al massimo si arrivava agli S milioni, Sono convinto che Roberto rubava all'organizzazione. Per questi furti io e altri della banda decidemmo di far fuori i Miano e i loro amici più stretti. Dovevamo ucciderli in un ristorante durante una cena: si oppose però Franco Finocchiaro e non se ne fece nulla». La santabarbara della gang è stata per un certo tempo a casa sua: -Avevo una quindicina di pistole, fucili, due mitra, bombe a mano, divise di finanzieri, manette. Li ho tenuti prima in una soffitta di via Piave poi in un alloggio di via Vigone». Saia chiude il. racconto con altri morti: -Uno, un certo Meinardi, era un nostro concorrente. Era soprattutto Ciccio Miano a volerlo morto. L'altro si chia mava Bulla. Fu Roberto Mia no a dirmi di farlo fuori. Poi c'è stato l'unico delitto a Milano: in un ristorante sparammo a un certo Dino». Ci tiene a precisare: «Non sono stato pagato per gli omicidi, non ero un killer a pagamento», n. plet. |

Luoghi citati: Aragona, Catania, Marsala, Milano, Sicilia, Torino