Caro Bettino, caro Giovanni di Ezio Mauro

Caro Bettino, caro Giovanni Che cosa è successo nel vertice dei cinque segretari che ha risolto la crisi Caro Bettino, caro Giovanni Spiega Battaglia, capogruppo pri: «Quando ho visto che Craxi e Spadolini hanno ripreso a chiamarsi per nome, ho capito che tutto era finito bene» - Un lungo negoziato politico-grammaticale sul documento - «Sembriamo professori di sintassi», è sbottato De Mita - Torna il buonumore: persino Forlani scherza su scribi e farisei ROMA — C'era ancora tensione, nervosismo, un po' di insoddisfazione nascosta e soprattutto stanchezza nella stanza del Consiglio di gabinetto, tra le carte sparse, 11 fumo di sigaretta, le bottiglie semivuote d'acqua minerale e il telefono presidenziale sul tavolo davanti a Bettino Craxl, quando alle 11,30 di ieri mattina sono Mitrati i capigruppo del pentapartito, per assistere all'ultimo atto dell'intesa faticosamente ricucita dal loro leader. Appena hanno preso posto attorno al tavolo, cercando di capire al volo chi aveva vinto e chi aveva perso, Craxl ha dato il segnale che la guerra interna al pentapartito era finita: •Abbiamo trovato un punto d'equilibrio soddisfacente, con un chiarimento che ha consentito a tutti di capire meglio le rispettive posizioni*. <-Ma io — confida adesso Adolfo Battaglia, capogruppo repubblicano — ho capito che tutto era davvero finito un po'più tardi, da un piccolissimo segno: Craxi e Spadolini ritornavano a chiamarsi per nome, Bettino e Giovanni, dopo che per tutta la crisi avevano usato soltanto i cognomi». In fondo al tavolo, 11 sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giuliano Amato, stava firmando il documento conclusivo dell'accordo, per farlo distribuire dai commessi a tutti 1 presenti. Dieci cartelle e cinque righe, che Amato conosceva praticamente a memoria, dopo averle riscritte sette volte, Insieme con il capo della segreteria di Craxl, Gennaro Acquaviva. «/I testo non è male — ha commentato Ciriaco De Mita scherzando con Forlani, dopo aver scorso l'ultima stesura —: peccato che i documenti politici, alla resa dei conti, si rivelino sempre inutili». Eppure, è proprio sul documento che si è svolto l'ultimo vertice, è sul documento che si è trattato, che si è alzata la voce, che si è trovata alla fine un'intesa. Un negoziato diplomatico-grammaticale, più che polltlco-lstltuzlonale, tanto che a un certo punto De Mita è sbottato: «Qui sembriamo tutti quanti dei vecchi professori di sintassi». •E' vero — ha confermato Franco Nlcolazzl, segretario socialdemocratico —. Qui dentro, anche la più modesta e inoffensiva proposta viene soppesata con diffidenea, come se nascondesse chissà quale insidia. Tutta questa tensione, ormai, mi sembra proprio ingiustificata». «Giovanni» e 'Bettino», infatti, marciavano ormai decisi verso l'accordo; 'Trattare, dobbiamo trattare», aveva detto Craxl ai suoi uomini prima di entrare nella riunione. »Solo sull'Olp non possiamo cedere». E infatti, sull'Olp c'è stato qualche braccio di ferro tra Spadolini e Martelli. Ma un contrasto — che riguardava Israele — c'è stato anche tra 11 leader repubblicano e Ciriaco De Mita, verso la fine della riunione, tanto che 11 capogruppo del deputati socialisti, Formica, non si è trattenuto: 'Ma allora non è vero — ha detto al segretario de — che tu sei schierato alla morte a fianco di Spadolini, anche sul Medioriente». 'Informati bene — gli ha risposto De Mita in un biglietto passato attraverso 11 tavolo — .• mentre tu non c'eri ho chiesto e ottenuto l'impegno generale a considerare rivolto a tutte le parti in causa, e non solo all'Olp, il monito alla rinuncia al terrorismo». Un altro biglietto è arrivato sul tavolo del vertice, indirizzato a Craxl. Era firmato da Giulio Andreottl. Il ministro degli Esteri aveva letto l'ultima bozza del documento, suggeriva due modifiche, dava notizia del suol ultimi contatti con i Paesi alleati europei. Nessuno ha trovato da ridire sul fatto che il ministro degli Esteri, da fuori, intervenisse per indirizzare la marcia del vertice. Di Andreottl, e della sua gestione della politica estera, non si è parlato, cosi come non si è parlato di Abu Abbas e nemmeno del discorso pronunciato da Craxl in Parlamento, a crisi ormai aperta. Anzi, l'accenno alla base di Slgonella e all'uso che possono farne gli alleati, è rimasto solo nella prima stesura, ed è sparito nella bozza finale: •Meglio omettere, meglio evitare che da questa finestra rientri tutta la polemica che abbiamo chiuso fuori dalla porta — ha suggerito Nlcolazzl —. Se è il caso, spiegherà tutto Craxi in Parlamento». Via dal documento anche l'accenno all'inchiesta parlamentare. 'Siamo qui per chiudere, non per riaprire il caso Lauro» ha Insistito ancora Nicolazzl. 1 'Stiamo attenti, perché invocare un'inchiesta parlamentare proprio mentre firmiamo un accordo è palesemente contraddittorio — ha spiegato il segretario liberale Biondi, che è ricorso anche al latino —, "Excusatio non peata, accusatio manifesta", si dice. Ma in questo caso, si tratterebbe addirittura di un'"accusatio non petlta", il che è anche peggio». Biondi ha criticato anche Craxi per non aver convocato il Consiglio di gabinetto 11 venerdì prima della crisi («Hai ragione — gli ha risposto 11 presidente del Consiglio —, ma in quelle ore abbiamo sentito più l'urgenza di decidere che l'urgenza di concordare»), e ha criticato Spadolini per non essersi presentato al Consiglio di gabinetto decisivo. «Se anche non volevi andarci come segretario del pri, dovevi andarci ugualmente come ministro della Difesa, per relazionare sui fatti». 'Un partito è una cosa sola», gli ha risposto 11 segretario del pri. Ma sulla «collegialità» è intervenuto anche De Mitp, invitando da un lato 1 ministri a rispettarla {'Se c'è da discutere possono farlo nel Consiglio, non dopo») e Craxl a garantirla: 'Forse — gli ha detto — devi essere un po' meno capo del governo e un po' più presidente del Consiglio». In privato, De Mita aveva anche spiegato a Craxl di non avere preferenze per un governo-bis o per 11 vecchio governò: «Partane con Cosslga e poi fammi sapere. Se continui così, per noi va bene; se vuoi cambiare qualche ministro, ho già pronti i nuovi nomi da darti. Tanto tra entrate e uscite il conto si chiuderà in pareggio». Tra realpolitik e scetticismo democristiano, 11 vertice si è chiuso cosi, dopo una discussione piti lessicale che politica tra Spadolini e De Mita. Quando il documento parla della possibile associazione dell'Olp al negoziato, se seguirà la via del negoziato, De Mita suggeriva di aggiungere «con coerenza», Spadolini -.sema riserve». E' prevalsa questa tesi, e Amato con Acquavlva è corso a rlslstemare 11 testo, con tutte le correzioni del vertice. Quando sono tornati, Forlani 11 aspettava fuori dalla porta: -Ecco gli scribi», ha detto. «E i farisei — hanno chiesto 1 due — dove sono»? »Mi pare chiaro», ha sorriso Forlani, indicando la porta chiusa sul vertice. Ezio Mauro

Luoghi citati: Israele, Medioriente, Roma