Una ghirlanda dì note incorona i sessantanni di Luciano Serio di Massimo Mila

Una ghirlanda dì note incorona i sessantanni di Luciano Serio L'omaggio di Firenze col gran concerto di sette musicisti Una ghirlanda dì note incorona i sessantanni di Luciano Serio DAL NOSTRO INVIATO FIRENZE — Pochi giorni dopo Vienna, che ha celebrato il 60° compleanno di Berlo nel giorno esatto, 24 ottobre, lo ha festeggiato con un gran concerto Firenze, citta dove in questi ultimi anni l'attività sia artistica sia organizzativa del compositore ligure si è affermata con crescente intensità, culminando nella direzione artistica del Maggio Musicale '84 e dell'Orchestra Regionale Toscana. Organizzata dal Musicus Concentus, società attivissima nella promozione musicale, la manifestazione ha avuto luogo nella bella sala del Palazzo del Congressi, alla presenza di un pubblico foltissimo, eccezionale per un concerto di musica moderna, segno indubbio della forza con cui la personalità di Berlo, esaltata o discussa, ha Inciso in questi anni nel tessuto della città. Numerose le autorità cittadine e politiche, tra cui 11 ministro Lagorlo e l'on. Natta. Ha fatto gli onori di casa Umberto Eco, con un vivace discorso augurale. La prima parte del concerto comprendeva sette pezzi d'autori contemporanei, di cui il programma di sala, nella sua tacitiana sobrietà, non forniva notizia alcuna: né se fossero di prima esecuzione assoluta, né se fossero scritti apposta, come in un caso appariva evidente, per comporre una ghirlandina musicale con cui incoronare la fronte del festeggiato. Autori di questi pezzi tre veterani della vecchia guardia darmstadtiana e quattro di più giovani leve. Assenze di rilievo, tra i leoni di Darmstadt, Nono e Stockhausen. Il primo ammiccava almeno nel titolo del primo pezzo, Come un'onda di luce di F. Scogna (non che fornire dati biografici, il programma non sclo; glie nemmeno il mistero dei : nomi di battesimo, celati nel; l'iniziale). Soltanto nel titolo, che il discorso di cinque strumenti (oboe, clarinetto, violi jho, viola e violoncèllo) si stìio^ da con agilità discorsiva senz'alcuna ricerca del sortilegi atmosferici In cui si estende oggi la musica di Nono. Di H. PousBeur due pezzi, uno per clarinetto basso e violoncello, l'altro per violoncello e pianoforte. Sono 11 N. 4 e 11 N. 10 d'un qualchecosa che si chiama Sur le qui vive, e ciò fa pensare che non siano composizioni nuove, scritte apposta per l'occasione. Pousseur era uno dei più rigidi teorici dello strutturalismo seriale. Questi due pezzi, invece, sviluppano un semplice contrappunto melodico a due voci, di colore un po' arcaico, che sembra rievocare affettuosamente lo stile serioso di Casella, musicista che una volta i darmstdtlanl vedevano come il fumo negli occhi. Crossing di Ludovico Einaudi, che lo dirigeva con disinvoltura di gesto, è un gradevole flirt col jazz (vero e nobile jazz, non rock o altro prodotto di moda). Comincia con un insistente rintocco, quasi di segnali Morse, su cui si snoda poi la flessuosa e ondulante linea d'un saxofono, a poco a poco seguito dagli altri strumenti (la composizione è per gruppo strumentale d'una certa consistenza). Come un desiderio di swing tra carne e pelle, che si annuncia sempre e non si con. cede mai. Mio caro Luciano di M. Kagel è, come dice il titolo, lavoro creato espressamente per l'occasione: un messaggio d'augurio amichevole che 11 compositore argentino ha re glstrato personalmente su nastro, con rade linee di sfondo elettroniche, In un italiano saporito. L'anguilla sull'orlo dell'Arno, canzonetta a tre voci su testi di Toti Scialoja è un tremolante e divertente nonsense che Tiziana Tramonti ha cantato agitando una tenue sonagliera al polso, accompagnata da flauto e violoncelloPresente di B. Olivero (una donna), per gruppo strumentale (diretto da Einaudi) si fonda su un lamento costante della viola, di forte colorito mediorientale, avvolto a poco a poco nel lirismo dei legni. L'omaggio più lungo ed esteso l'ha mandato Boulez con Domaines et chemins per clarinetto solo. Titolo che non lascia dubbi sulla fina lità del pezzo: Domaine è titolo tipicamente boulezlano, e Chemins è uno del piti bel pezzi strumentali di Berlo. Se tutti 1 dieci strumentisti che hanno prestato opera al concerto sono bravissimi e meriterebbero d'essere citati, ma sarebbe troppo lungo, questo clarinettista Alain Damiens bisogna proprio nominarlo, perché Né un fenomeno. In fondo il pezzo di Boulez nasce sulla sua bravura, con quella ricchezza e continuità di note contemporanee che finisce per permettere l'Istituzione di un vero e proprio contrappunto a due voci sul clarinetto. Nella seconda parte del programma una quarantina di violinisti grandi e.piccini (più piccino di tutti 11 figlio di Berlo) hanno dato vita alla felicissima serie del Duetti secondo l'ormai collaudata liturgia esecutiva di coppie di violinisti, che si alzano a turno dalla massa per ognuno dei trentaquattro pezzi intitolati ad altrettante persone amici, colleghi, maestri vivi e defunti. Non ultimo lievito d'interesse di questo fortunato lavoro, oltre alla distribuzione tra gli esecutori e al confronti che ne derivano, la caccia, del tutto Ingiustificata, ad analogie col carattere del dedicatari. Berlo è salito sul podio per dirigere l'ultimo pezzo, Edoardo (Sanguineti) dove tutti i violini vengono trionfalmente associati, guadagnando a se stessi e a Berlo un trionfale applauso. Massimo Mila % -ìkHì Luciano Berlo

Luoghi citati: Casella, Firenze, Toscana, Vienna