Nasce in crisi il dopo Soares

Nasce in crisi il dopo Soares Il presidente del partito socialdemocratico, Allibai Cavaco e Silva, incaricato di formare il governo Nasce in crisi il dopo Soares Uomo nuovo della politica portoghese, di orìgini sociali modeste, il leader del psd è stato ministro delle Finanze in due governi di centrodestra - Ma ago della bilancia sarà l'ex generale Antonio Ramalho Eanes, presidente della Repubblica uscente, con il suo «Partido renovador democratico» • A gennaio, con l'elezione presidenziale, il leader socialista giocherà le sue ultime decisive carte Ventiquattro- giorni dopo le; ^lezioni, il Portogallo sta per' avere un nuovo governo. Ieri, infatti, il presidente della Repubblica, Eanes, ha dato l'incarico a Anibal Cavaco e Silva, il quarantaseienne leader del partito socialdemocratico, che il 6 ottobre ha conquistato la maggioranza relativa, portando da 77 a 88 il numero dei suoi deputati. Però, come ha detto lo stesso presidente incaricato) il nuovo governo sarà un monocolore minoritario, e dovrà trovare di volta in volta in Parlamento i consensi necessari. Si aggiunga che nuove elezioni, questa volta amministrative, sono in programma il 15 dicembre e che, a gennaio, gli elettori saranno chiamati ancora alle urne, per eleggere il Capo dello Stato, il quale, trascorsi sei mesi come vuole la Costituzione, potrebbe anche trovarsi a dovere sciogliere un Parlamento ingovernabile e indire nuove elezioni generali. E dunque non è certo all'insegna della stabilità che il Portogallo si accinge a entrare ufficialmente nella Comunità europea (il primo gennaio 1986). 11 paradosso portoghese. Per un decennio, cioè da quando era appena finita la lunga dittatura di tipo fascista, le forze democratiche si sono battute per la stabilizzazione interna, contro vecchie e nuove tentazioni autoritarie, pensando all'ingresso nella Cee come a un traguardo definitivo, come a una garanzia definitiva, per il lavoro svolto. Ma, proprio quando il traguardo è raggiunto, si riaprono tutti i giochi interni, contro i quali non vale, oltre un certo limite, nessuna garanzia esterna. La nuova instabilità portoghese ha una ragione fondamentale: il crollo, alle ultime elezioni, del partito socialista di Mario Soares, cioè di quello stesso partito che, dopo la caduta del fascismo e le convulsioni militarcomuniste della Revolufào, era stato il massimo fattore di stabilità. Quasi un milione di voti in meno, una caduta in percentuale dal 36 al 20,5, una perdita di 45 deputati su 101: queste le cifre della sconfitta socialista, Quanto ai suoi motivi, uno essenziale: l'impopolarità della politica di risanamento economico, che Soares era stato costretto ad adottare,.di fronte a una situa-' zione che comprendeva un'inflazione verso il 30 per cento e un indebitamento di 15-16 miliardi di dollari, tre quarti del prodotto nazionale lordo. Cioè il dramma, non certo inedito sulle scene europee, di un governo socialista costretto a gestire una gravissima crisi economica con metodi da destra storica (come diremmo in Italia), nell'assenza oggettiva di soluzioni diverse: un dramma, per fare un altro esempio, che ora si trova ad affrontare, in Grecia, anche il rude Papandreu. A trarre profitto dalle difficoltà dei socialisti sono stati, appunto, i socialdemocratici di Cavaco e Silva. Ma solo in parte. Infatti essi hanno guadagnato solo il 3 per cento dei voti (dal 27 al 30), l'identica percentuale perduta dai loro alleati del «Centro democratico sociale», che poi sarebbe un partito cattolico conservatore. Tuttavia Cavaco e Silva, nuovo leader del psd, era al suo «battesimo del fuoco» elettorale; e siccome era stato proprio lui a mettere in crisi il governo Soares, i suoi relativi guadagni, cumulandosi con le vistose perdite del rivale socialista, ne hanno fatto l'uomo nuovo della politica portoghese. Chi è, allora, quest'uomo nuovo? Quarantasei anni, lo abbiamo già detto. Socialde- mocratico solo a parole, come del resto il suo partito, che non fa neppure parte dell'Internazionale socialista (la vera socialdemocrazia portoghese è quella di Soares). Di origini sociali modeste: il padre aveva un piccolo garage e una pompa di benzina in un villaggio dell'Algarve (un dato, questo delle origini modeste, comune a molti leader conservatòri, da Richard Nixon a Margaret Thatcher, per fare due esempi certo più illustri). Studi di economia in Inghilterra, all'università di York, dopo la laurea in Portogallo (con gravi e meritori sacrifici, dicono i biografi, per le risorse familiari). Giovane uomo politico nella democrazia post-fascista, ministro delle Finanze in due governi di centrodestra, che rom¬ pono la problematica egemonia socialista. Ora, dopo la «cura da cavallo», alla quale si era rassegnato Soares per risanare l'economia portoghese (con risultati cospicui, come la riduzione dell'indebitamento a 150 milioni di dollari, nella prospettiva del 1986, oltre le attese del Fondo Monetario internazionale, ma naturalmente anche con gravi costi in termini d'investimenti e di occupazione) Cavaco e Silva propone la riprivatizzazione di importanti settori economici, l'abbassa mento dei tassi d'interesse, una forte ripresa degli investimenti. Il che, da una parte, può rappresentare un'opportu na «seconda fase» (sfruttando i sacrifici politici ed elettorali dei socialisti), ma, dall'altra, espone l'economia nazionale a gravi rischi di ricaduta. Comunque, se l'uomo nuovo è Cavaco e Silva, il fatto nuovo è un altro. E' l'irruzione sulla scena politica e parlamentare portoghese del «Partidò renovador democratico», il cui vero capo è il presidente della Repubblica uscente, dopo due mandati, l'ex generale Antonio Ramalho Eanes. Col 17,5 per cento dei voti, partendo da zero, e con 44 deputati sui 250 dell'«Assembleia», il Parlamento monocamerale, sarà il prd (con la sua ideologia efficientista, moralistica, insieme riformista e tecnocratica, non priva di richiami, anche ambigui, alla «rivoluzione militare» del 1974, sia pure nella versione democratico-moderata) il vero ago della bilancia, il vero possibile e forse probabile supporto del governo minoritario di Cavaco e Silva. In attesa di che? Qui le ipotesi s'intrecciano e diventano di fatto incontrollabili. C'è chi dice: Eanes (o il suo prd) appoggerà il governo socialdemocratico, ma chiederà a Cavaco di candidarsi lui stesso alla presidenza della Repubblica, per poi lasciare via libera al ritorno politico del presi dente uscente come capo del governo. Altri dicono che Eanes centellinerà il suo appoggio al governo Cavaco, accen mando l'instabilità, e renden do comunque inevitabili nuove elezioni generali, che dovreb bero moltiplicare il successo, già rilevante, del prd. Ipotesi che, evidentemente, non si contraddicono. Allora la scadenza vera di questa nuova, inquietante vi¬ cenda portoghese è l'elezione presidenziale di gennaio. Anche o soprattutto perchè in essa giocherà le sue ultime e decisive carte, come candidato, il capo storico della democrazia portoghese, Mario Soares (sperando che, in una contrapposizione personale, il proprio nome e il proprio volto facciano ancora premio su ogni altro nome e su ogni altro volto). Quali che siano i suoi concorrenti formali, il suo vero antagonista sarà Ramalho Eanes, e dal loro scontro indiretto dipenderà il futuro del Paese. Come Soares, anche Eanes ha molti meriti per la democrazia in Portogallo. E' un uomo, un generale, che diede un aiuto importante dieci anni fa, quando si trattò di bloccare l'estremo sussulto rivoluzionario di un comunismo neostalinista (il pcp è oggi il quinto partito, in discesa, 15 per cen to del voto nazionale), alleato con le ultime frange folli del «Movimento delle forze armate». Ero a Lisbona poco dopo, e ricordo che il contraccolpo dei militari moderati fu definito «o saneamento»; e da lì co minciò a svilupparsi la trama reale della democrazia, tutta via ancora appannata dalla «tutela» di capitani e generali. Ma ero a Lisbona, alla stazione di Santa Apolonia, anche quel 28 aprile del 1974, tre giorni dopo il golpe antifascista, quando rientrò dall'esilio Soares, e la gente gridava e persino piangeva per la commozione, anche i soldati con i famosi garofani nelle canne dei fucili. Soares, che era anche lui stravolto dall'emozione, significava che il fascismo aveva perso e che il futuro era, poteva essere, una democrazia europea, il Portogallo in Europa. Sono scene ormai lontane, che però forse aiutano a capire le alternative, o certe loro im plicazioni, quando il Portogal lo, con la Spagna, sta finalmente entrando nella Comunità europea. Aldo Rizzo 1 .isbona. Il presidente del panilo socialdemocratico Anibal Cavaco e Silva parla con i giornalisti all'indomani della vittoria nelle elezioni del 6 ottobre scorso. Ai suoi lati i dirigenti del partito Kurico De Melo, a destra, e Amandio De Azevedo (Telefoto Ansa)