I merletti di Desdemona

Imerletti di Desdemona VENEZIA DEI RESTAURI Imerletti di Desdemona VENEZIA — Due torrioni: di legno scuro si levano su su dal rosa impallidito di Palazzo Ducale. Altra potente impalcatura-muraglione davanti a San Marco, torre mozza in at-. tesa tra Chiesa e Palazzo.! : Qualche anima persa va e vie.ne tra le architetture irricono-: scibili: che cosa uscirà tra , poco da 11 dietro? Quel che è già uscito, non ' è che ci rassicuri: la Loggia del Sansovino, dopo un paio d'anni tra impalcature come queste, è diventata arancione; ^la Porta della Carta, poco più _,in là, addio sintonia bianco-:rosa col resto del Palazzo. - Tutto necessario, i restauri bi« sogna farli, a Venezia non bastano mai. Solo che camminia.-■ mo, qui, o forse regrediamo, .'. su per i muti più acqua-lucepolvere del mondo: ogni cantiere che apre o chiude finisce "per sprigionare un tale carico r. di angosce-speranze... Via da "S. Marco, nel primo battello . verso il Canal Grande, tra altre illusioni di eternità, e mio■m ve armature. Battello quasi vuoto, turisti pochi ma buoni, tedeschi da stagione morta. Occhi magne. tizzati da quel che succede, 11 . sulle rive: muri di palazzi in paziente «cuci-scuci», finestroni sotto il casco, carovane di angeli in volo. Cantieri piccoli e grandi aggrappati ai cornicioni o infilati tta casa e casa: quanti. Ce li indichiamo l'uno all'altro nella grande Avenue di facciate che sta cominciando. Quattro bellezze in fila, subito, Gotico / Rinascimento / Seicento / Settecento, in pieno maquillage. Una delle quattro è già finita; ma dove l'ho incontrato una volta, questo vecchio-nuovo viso? Riconosco la palazzotti, come la chiamano, Contarini-ManolessoFerrp-Fini: qui siamo proprio al centro, il viso più visibile: 'perfetta plastica facciale, eppure ti guarda come certi fondali mortali-beffardi del Casanova 0/elliniànó. 11 tempo non vuole .[andarsene da ogni faccia che si rispetti; e se no si vendica. * * Di fianco, la casa di Desdemona, tutta raschiata per bene: cosa le hanno portato via ancora, dai vecchi merletti di pietra, povera Desdemona? La memoria, la pàtina, l'anima? E la facciata 11 accanto, con quel tocco di spocchia maschile, gotico in ritardo: cosa vuole, ora, questo Contarmi rifatto, stupirci con l'ami| cipo, tornate giovane? Meno dubbi sulla quatta bellezza per quel che si intuisce, sarà bianco-candy. Siamo in un punto del Canal Grande che mette la febbre, la marea si ingolfa in lotta con la foschia — ed ecco sparite dalle rive le : vecchie presenze, l'indefinibile irradiazione, la parte della pietra. Aspettare, non resta altro, che si rimetta in corsa il tenv po. Quanto? Da qualche anno è finito qui di fronte il restauro-pulitura di Ca' Venier, la bella in • compiuta di pietra, inttico di viscere oscure e di rampicanti, ' bianca esanime, dopo la j sgrommata; e non dà segni di ripresa. Ci ha ipnotizzato ab . bastanza, certo, da Wagner in poi. Ca' Rezzonico, poco più in • là, è in attesa: con tutti i suoi grigi, i perla, i neri, gli azzur ri, sull'enorme parete: la vedremo imbalsamata anche questa? Respiro di sollievo, la , facciata di Palazzo Grassi, di fronte, pallida e fteddina come appena fatto il bagno; però >. sfodera senza complessi la sua bellezza nuda. Sarà la pietra che è splendida, i pochi fregi, le grandi apertute, gli alberi ti accanto, fatto sta che la mano ; appena passata qui la senti leggera. Molto c'è ancora da giocare su quei fianchi im; mensi, tta i rosetta e i giallini Mi ritrovo con strambi anglofoni in vista di Palazzo Pe. sarò. Neozelandesi, spiegano, ■ qui di nuovo, dopo vent'anni per un'altra occhiata a questa 'reggia sull'acqua, che 11 agli antipodi se la sognano. Fortu.*na che il Sogno, stasera, è in ;', controluce: smorzato l'effetto bianco-cipria, in quel facciato.ne troppo raschiato con non , so che ossido d'alluminio. Un - effetto che durerà per un bel ',. pezzo: pareti impermeabilizza:. te, mai hi/icona te o roba del genere. Dieci anni a dir poco, -Torneranno dagli antipodi, s_ loro, tra dieci anni? Guardano strabiliati: «Ma che non si riesca, replicano, a togliere lo sporco quanto basta, quel tanto che frega la pietra e non di più, da queste facciate?». Sono venuti qui per lasciare un po' di soldi al loro Comitato per Venezia: per altri restauri, insomma. Che Dio li benedica; però come andare avanti, ora, nel discorso su sporco e non sporco. Giro intorno al «proDlema», patio di difficoltà e di enigmi,,. Soprattutto spero: spero con tutta l'anima che non si gitino loro, non s'accorgano: la Ca' d'Oro che abbiamo dietro le spalle non è più «d'oro», ormai, è grigiobiancastra, senza più splendore, per via d'un altto restauro... Meno male che qui accanto si apre la giusta osteria, pronta a venirmi in soccorso. * * Niente, neanche qui si può star quieti: all'Osteria «da Virgilio» il vecchio padrone ci mostra i suoi restauti: anche lui — gorgoglia — fa la sua parte, ah se fosse diventato architetto. Qui però ci accorgiamo presto: basta una porta rifatta, un davanzale sbagliato, per vedere come cambia tutto, in una città che è tutta un'ammucchiata. E d'altra parte 11, dove lui povero Virgilio ha fatto ogni cosa per bene, 11 è già saltato l'angolo, riformate le crepe; di qua, dove deve ancora cominciare, l'umidità sale a vista d'occhio.,. Da disperarsi: va su e giù il Virgilio, come con la febbre, Spalanca una porta dietro l'osteria: mi marchi • trecce • spirali su per la scala esterna. Ora — decide — vi chiamo il capo: ((Silvio»! Compaiono due ragazzi tra gli archi: stanno mettendo impacchi umidi sulla pietra come su vecchi arti malati. Una ragazza col bistuti, svelta, prepara il tratto da impaccare. Silvio preme pian piano sull'impacco, una accanto all'altra, le palme delle mani: è pronto^ "noh°è'pronto.' Ha'. ìì e no quindici anni: in ógni cantiere qui — fa Virgilio— c'è un bacia come lui: assunto per imparare, sente le pietre più dei vecchi. Forse, a guardarlo lavorare, il piccolo Silvio-capo, i neozelandesi si stanno decidendo, col loro «Comitato», Lui ride: ci mostra tre lapidi enormi, appena ripulite, occupano tutta la parete: una esalta i restauri fatti nel Sei cento, una rimbomba con quelli del Sette, una dell'Otto... Non c'è più posto per la nostra — mi guarda —, coi restauri di oggi. Ma non metteremo niente — mi fulmina —, se no mezzo mondo ci critica oggi, ci scortica. Paolo Barbaro

Persone citate: Casanova, Contarini, Paolo Barbaro, Rezzonico, Venier

Luoghi citati: La Loggia, Venezia