Albertazzi all'opera per «Lucia»

Albertazzi all'opera per «Lucia» L'attore a Rovigo esordisce nella regia lirica con Donizetti Albertazzi all'opera per «Lucia» ROVIGO — Albertazzi esordisce dichiarando Immediatamente il suo innamoramento per l'opera lirica. «Ho detto di no per anni: ho atteso, ho rinviato, mi sono negato. Ho per/ino rinunciato a un "Barbiere" che mi aveva proposto Scaparro per l'Argentina. Adesso che ho ceduto alle pressioni e ho accettato di mettere in scena un'opera, ne sono rimasto conquistato. E' tutto molto piii facile, più diretto, più. fascinoso che in teatro; nell'opera c'è la musica che fa da ossatura alla messinscena: a noi registi tocca solo rivestire quest'ossatura di carne e di pelle, ma il fascino, il fascino delle note, è più forte di qualunque regia-. L'opera lirica che Albertazzi, per la prima volta nella sua vita, ha accettato di allestire è la Lucio di Lammermoor di Donizetti, prodotta dall'associazione teatrale di Rovigo e Treviso: la direzione d'orchestra è del maestro Bruno Aprea, le scene e 1 costumi sono di Oabrls Ferrari; gli interpreti sono il soprano Lucia Allberti, nel ruolo di Lucia, il baritono Antonio Salvatori in quello di Enrico Ashton e il tenore Renzo Casellato in quello di Edgardo. La prima è fissata per il 31 ottobre a Rovigo e l'è novembre a Treviso. Albertazzi sembra entusiasta. Oli piacciono 1 suoi collaboratori: 'Tutta gente giovane piena di voglia di fare Oli piace Lucia Aliberti. « Una cantante dotata dì una straordinaria capacità drammatica». Oli piacciono perfino i personaggi che Cammarata ricavò dal romanzo di Walter Scott: «Trovo che tutti offrono qualche possibilità di approfondimene: ma quello che più mi intriga è Enrico, una sorta di eroe scesplriano più sfaccettato e complesso di quanto io stesso immaginassi.. Pochi e frammentari i rap- porti tra Giorgio Albertazzi e il mondo del melodramma. «Do ragazzo, a Fireme prima e a Roma dopo, sono stato un accanito loggionista. Poi, fino all'incontro con Luchino Visconti, non me ne sono più interessato affatto. E' stato Visconti a riportarmi all'opera: non poteva concepire che qualcuno potesse amare lui sema amare anche la lirica: Che ricordo ha di Visconti come regista operistico? «JMcordo proprio una sua "Lucia" con una straordinaria Maria Callas. Ansi di tutto lo spettacolo mi è rimasta sol¬ tanto l'immagine della Callas: quel suo ondeggiamento stordito, quel lungo collo proteso verso un sogno che non si può realizzare: Ci vuole un gran coraggio Albertazzi per misurarsi, sia pure nella distanza della memoria, con la coppia Visconti- Callas? «£' un confronto che nessuno di noi pensa neanche di poter tentare. La mia "Lucia", la nostra "Lucia", ha' solo l'ambizione di essere uno! spettacolo intelligente: Su cosa ha puntato la sua regia? «Ho puntato sulla chiave della follia: Lucia è la donna predestinata a perdere il senno. Personaggio romantico per eccellenza mi permet-* te di continuare a scavare in un campo che anche teatralmente da sempre è il mio: V "Amleto" di Shakespeare, V "Idiota" di Dostoevskij, V "Enrico IV" di Pirandello: E sul piano della scena come ha pensato di rendere, evidente l'idea di Lucia come creatura destinata alla pazzia? •Innanzi tutto ho eliminato la Scozia: niente castelli, niente nebbie, niente brughiera. Con lo scenografo abbiamo realizzato una serie di' lirismi trasparenti e mobili che nel secondo aito si rovesciano diventando degli specchi bianchi. E' una soluzione vagamente cinematografica, la nostra, che dovrebbe suggerire nello spettatore la sensazione di alienazione. Il resto lo fanno le note di Donizetti e le voci dei cantanti: Simonetta Robiony «Ho puntato sulla chiave della follia così vicina al mio mondo teatrale». Scenografia vagamente cinematografica tra prismi e specchi bianchi. Nel cast Aliberti e Casellato, dirige Bruno Aprea m Albertazzi: «Ho ceduto a un vecchio amere nato grazie a Visconti»

Luoghi citati: Argentina, Roma, Rovigo, Scozia, Treviso