Parigi, dopo la rapina lo scandalo di Enrico Singer

Parigi, dopo la rapina lo scandalo POLEMICHE PER I CAPOLAVORI RUBATI AL «MARMOTTAN» Parigi, dopo la rapina lo scandalo PARIGI — Dopo quello della Gioconda di Leonardo,' al Louvre 11 21 agosto del 1911, è il furto di opere d'arte più clamoroso mal compiuto in Francia. Nove capolavori dell'Impressionismo portati via con un'azione da commando (cinque uomini armati che si sono mossi con la competenza degli Intenditori), un colpo al patrimonio culturale (tra le tele rubate quella che ha dato il nome al movimento pittorico, Impression, solell levant di Claude Monet), una sfida al sistema di tutela (che ha rivelato smagliature' incredibili). E ieri, a 24 ore dal blitz nel museo Marmottan, l'ultimo choc: i quadri, che valgono almeno 25 miliardi, non erano assicurati. Al rumore provocato dalla rapina si aggiunge quello del-; le polemiche. L'imbarazzo chiude le bocche del responsabili, la polizia si muove senza tracce. E se la Gioconda fu restituita, nel dicembre del '13, da Vincenzo Perugia, il ladro, dopo che 11 poeta Guillaume Apollinare era stato accusato di complicità morà-| le, arrestato e rilasciato, le! speranze di recuperare! cinque Monet, i due Renoir, 11 Morlsot e 11 Narusé, sono davvero scarse. Fino a ieri mattina erano appese al filo di una ipotesi da film poliziesco: un ricatto alle compagnie di assicurazione che, pur di non pagare il premio, avrebbero potuto accettare un discreto riscatto. Adesso che quésta tesi è caduta, non resta che 11 furto su commissione. I quadri sono tanto famosi da essere invendibili: i ladri dovevano avere un committente prima di agire. E le tele potrebbero trovarsi già fuori dalla Francia, magari al di là dell'Oceano Atlantico. Certo non finiranno nel giro del ricettatori che la polizia può controllare. A rivelare che nessun contratto d'assicurazione copriva i capolavori è stato il conservatore del museo, 11 pittore Yves Brayer. E la notizia,1 dopo i primi àttimi di sbigottimento, è stata confermata dall'Accademia delle Belle Arti, proprietaria del Marmottan. «Afa è naturale, almeno in Francia; le opere d'arte vengono assicurate soltanto in occasione di trasferimenti, o di mostre particolari; ha detto uno del maggiori esperti d'arte francesi, Maurice Rhelms. Cosi questa "Catastrofe nazionale', secondo Brayer, non avrà nemmeno lun risarcimento economico. Provocherà, però, sicuramente dei contraccolpi. Proprio ieri 11 ministro della Cultura, Jack Lang, si è presen¬ tato in Parlamento per chiedere un aumento del 12 per cento del suo budget in nome1 della rlsistemazlone del patrimonio artistico. E dal banchi dell'opposizione si è sentito rimproverare le spese per la contestata piramide di vetro nel Grand Louvre mentre I quadri sono abbandonati alla mercé del ladri. Anche se II Marmottan 6 privato e non dipende direttamente dal ministero della Cultura, avrebbe almeno bisogno di sovvenzioni. Perché non solo 1 dipinti non erano assicurati, ma anche la loro sicurezza era affidata a sei guardiani, disarmati,, che non hanno potuto fare altro che alzare le mani di fronte alle pistole splanate dal banditi. E l'impianto d'allarme, collegato con il più vi¬ cino commissariato, era stato disinnescato, come sempre, nell'orario di apertura. Una catena di deficienze, tutte perfettamente in regola dal punto di vista amministrativo, che fanno . gridare allo scandalo 1 giornali e mettono sotto accusa un sistema vecchio e burocratico. Il museo Marmottan è In un elegante palazzo ottocentesco del 16* arróndlssement, il quartiere più esclusivo di Parigi, affacciato sul parco della Muette. Era Y.hdtel particullen, la residenza, di Paul Marmottan, proprietario di miniere, mecenate e storico dell'arte, appassionato, del periodo del Primo Impero. Nei tre plani, splendidi pezzi d'arredamento e la collezione di miniature Wlldenstein. Nelle sale ricavate dal¬ l'antica cantina i quadri più preziosi, compresi 1 cinquanta dipinti di Claude Monet che 11 figlio del pittore, Michel, donò al museo nel 1971. E, tra questi, il famoso Impresslon, solell levant' del 1872. n quadro fu esposto per la prima volta nel 1874 nell'atelier del fotografo Nadar, in boulevard des Capuclnes, perché le gallerie ufficiali rifiutavano allora la nuova forma pittorica. Monet lo aveva dipinto a Le Havre: un sole rosso che spànde la sua luce attraverso la nebbia del mattino sull'acqua ferma del porto, con barche immobili e 'quasi sospese nel colore. Qualche anno più tardi, il pittore (come usavano fare anche gli altri suoi colleghi, da Renoir a Cézanne) dipinse la stessa scena con una luce diversa, al tramonto: Impresslon, solell couchant. Ma fu il primo quadro a battezzare 11 movimento: «Impressionisti», nome scelto con intenzione 'dispregiativa dal critico del Charlvarl, ma che fece fortuna e che é rimasto nella storia dell'arte. Inestimabili anche le altre tele rubate: Camtlle Monet e sua cugina sulla spiaggia a Trouvllle, Ritratto di Jean Monet, Ritratto di Poly, pescatore della Belle-Isle e Campo di tulipani in Olanda (tutti di Claude Monet), Bagnanti e Ritratto di Monet di Renoir, Ragazza al ballo dt Berthe Morlsot e un Ritratto di Monet di Narusé. Tutti quadri scelti a colpo sicuro dal ladri, trascurando altre opere minori. E 11 furto poteva essere ancora più grave: qualche settimana fa, sei dipinti molto famosi sono partiti per una mostra a New York (assicurati) e forse erano nell'elenco del misteriosi banditi. Enrico Singer

Luoghi citati: Cézanne, Francia, Le Havre, New York, Olanda, Parigi