«Gli insetti buoni mangeranno quelli dannosi» di Pierangelo Sapegno
«Gli insetti buoni mangeranno quelli dannosi» Esperti e studiosi parlano delle tecniche di lotta biologica naturale «Gli insetti buoni mangeranno quelli dannosi» BOLOGNA — A Cesena nei giorni scorsi si sono ritrovati scienziati e studiosi da tutto il mondo (da Giantommaso Scaras-cia, rettore dell'Università di Viterbo, al biologo Cari Huffaker, agli entomologi Giorgio Celli e Jaroslav Weiser, a Johannes Dekker) per discutere sui «Metodi alternativi alla lotta chimica nella difesa delle colture agrarie. Un tema di grande attualità, dopo la scoperta, fatta questa settimana proprio in Emilia-Romagna, di residui tossici sul grano. Al convegno di Cesena, risultati positivi sono arrivati dagli sfòrzi della Regione. che finanzia metodi di lotta guidata ai parassiti e laboratori di ricerca. <11 lampo colmato — spiega Giorgio Celli, entomologo di fama — è una struttura se mindustriale, un laboratorio intermedio fra natura e città. Adesso il campo è afflitto da parassiti. Per farli fuori si era pensalo di ucciderli con un veleno: solo che il veleno rischia di finire sui nostri piatti». Come poni rimedio, alio ra, visto che l'agricoltura in dustriale ha bisogno dei filo farmaci e che oggi è impossibile tornare indietro? *Noi abbiamo le leggi più rigorose., risponde Celli. 11 problema, però, è che manca il rispetto della legge, e non si fanno controlli seri. 11 rispetto è difficile da ottenere. Anzi, osserva il prof. Gabriele Goidanich, preside di Agraria a Bologna, <pcr me quasi impossibile. In pratica, è un male naturale della superproduzione. Come si fa a dire al contadino questo prodotto è inquinante, quando usandolo raddoppia la produzione? E come si fa a controllarlo? Il caso dei pomodori e del Temile ha fatto parlare un mucchio di gente a vanvera. Magari si potrebbero creare organizzazioni attraverso consorzi fitoialrici o le cooperative. Ma è un discorso difficile da altuarei. Non solo. (Esiste una legislazione europea severissima», aggiunge Godianich, <che dice che il prodotto ortofrutticolo deve avere determinate condizioni di sanità e dev'essere esente da tracce di patogeni in misura tale che mollo spesso questo obiettivo non si raggiunge se non con l'uso di fitofarmaci. Bisognerebbe cambiare queste leggi, ma la verità è che le regole fiiopatologichc sono intoccabili perché nascon¬ dono inconfessa!!' interessi economici'/. Eppure qualcosa si può fare. Oggi, perlomeno, si tenta di venire a patti con la natura. (Noi chiediamo alla natura di salvarci dalla natura-/, dice Celli. <Cosl si moltiplicano gli inselli che mangiano inselli dannosi, ci si sene della guerra batteriologica, si diffondono virus per colpire i parassiti, si creano messaggi chimici che riproducono quello d'amore per disorientare il maschio e non lasciarlo procreare». O, ancora, si cercano piante meno soggette alle avversità, che hanno quindi meno bisogno dell'aiuto della chimica. Sono le tecniche di lotta biologica, tali comunque da non produrre danni all'ambiente. In Emilia questo tipo di intervento è già stato attuato, in alcuni casi con successo. L'assessorato all'ambiente della Provincia di Forlì, ad esempio, ha assegnato a Celli il progetto «Stato di salute del territorio», proprio per «attivare sensibilità sull'abuso di pesticidi». E la Regione ha pure creato un allevamento di insetti utili. Pierangelo Sapegno Una macchina irrora antiparassitari, con una gran nuvola che si disperde nell'aria. I residui possono posarsi dove non dovrebbero
Persone citate: Celli, Giorgio Celli, Jaroslav Weiser, Johannes Dekker
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