Le Goff negli enigmi di Wiligelmo

Le Goff negli enigmi di Wiligelmo IL GRANDE STORICO SPIEGA LO SCULTORE DEL DUOMO DI MODENA Le Goff negli enigmi di Wiligelmo MODENA — Il Duomo di Modena, Lanfranco e Wiligelmo, l'architetto e lo scultore di un monumento che continua a raccontare la sua storia. Il restauro è stato accompagnato da mostre documen-, taric e celebrative, da tre imponenti volumi fra i quali un atlante fotografico, da convegni di grande risonanea. L'ultimo si chiude oggi, dopo quattro giorni di interventi. E' stato aperto da una relazione di Jacques Le Goff, uno dei maggiori medioevallstl esistenti, il leader riconosciuto della terea generazione della scuola delle 'Annales; uno del teorici più accreditati della nouvelle hlstolre. Su Wiligelmo, sul Duomo di Modena, abbiamo raccolto il pensiero di Le Goff. «Cerco d'esprimere quello che uno storico che non è specialista di storia dell'arte può dire su un monumento e su un artista. Per tutte le conoscenze necessarie mi sono comunque servito dei lavori degli storici d'arte e in particolare del bellissimi studi che sono apparsi nel volume pubblicato l'anno scorso. Ho letto con grande interesse Enrico Castelnuovo, Salvatore Bettls, ho ammirato le foto di Cesare Leonardi. «Il grande problema per l'arte di Wiligelmo è stato di scoprire se c'era un programma di scultura o no. Per cercare una risposta, mi sono indirizzato a.quello che chiamo l'immaginario di Wiligelmo. Una grande parte dell'attività, mentale e affettiva degli uomini e delle donne si fa per mezzo delle immagini e la cosa è ovviamente ancora più rilevante e piti marcata fra gli artisti. Il concetto d'immaginarlo è differente dal simbolico, che rimanda a un sistema nascosto: l'immaginarlo è più libero. E bisogna anche distinguerlo dall'ideologico, perché l'ideologia è fatta piti di concetti che d'immagini, E' evidente però che c'è comunque un rapporto stretto fra immaginarlo, simbolico e ideologico. •Si può a questo punto fare un inventarlo dell'immaginarlo. Un artista ha a sua disposizione uno stock d'immagini, ma esse non sono completamente caotiche, disordinate. Diciamo che ci sono categorie d'immagini. Da dove Wiligelmo prende questo immaginarlo? Io prescindo dal suo genio, ma è chiaro che lo prende dove la Chiesa gli comanda di prenderlo e dalla propria cultura. Poi c-'è l'immaginarlo creativo. •Wiligelmo è un cristiano, e ha messo l'accento sulla condizione dell'uomo secondo il cristianesimo (le lastre della storia della Genesi sono al posto centrale della sua scultura e della facciata del Duomo); e l'uomo e la donna che lui rappresenta non sono piti quegli uomini e quelle donne piegati sotto il peso del peccato originale. Attraverso li lavoro, che è centrale nelle sue immagini, essi non sono soltanto puniti, ma sono anche chiamati a creare su questa terra 11 proprio destino. Wiligelmo ha rappresentato l'uomo come lo descrive l'Antico Testamento, a immagine di Dio. «C'è dunque un immaginarlo del lavoro, e un Immaginarlo dell'uomo e della donna. C'è soprattutto un Immaginarlo del corpo dell'uomo e della donna. Il corpo nudo, Vestito dopo il peccato, è messo in evidenza. E questo immaginarlo è animato da vere e proprie ossessioni: le ossessioni dei volti, le ossessioni degli sguardi, dei gesti, delle mani, del piedi. E' un Imma¬ ginarlo dell'uomo nella sua interezza e vivente. «E poi ci sono altre due sorte molto importanti di immaginarlo. L'immaginarlo della storia o la storia come Immaginarlo, in cui la condizione dell'uomo si dispiega attraverso una narrazione, attraverso la storia. E questo immaginarlo della storia continua sino alla fine della storia terrestre. Si sa che ci sono delle sculture un po' enigmatiche, si sa che Enoch e Ella sono i due soli uomini che non sono ancora morti e che vivono nel Paradiso Terrestre... Ecco, mi sembra che troppe volte gli storici dell'arte abbiano dimenticato o sottovalutato questo particolare: non sono nel cielo, sono nel Paradiso Terrestre. Cioè sulla Terra. E' questa la grande novità: è una storia terrestre. Che, beninteso, deve finire nell'eternità. Il portale del Duomo è la porta attraverso la quale si deve andare verso la salvezza: ma, si badi bene, attraverso lo sforzo umano, la storia umana. «L'ultimo grande stock d'immaginarlo usato da Wiligelmo è quello della natura, del mondo come natura dove ci sono gli uomini, gli animali e la vegetazione. E questo mondo è un mondo da un lato molto bello (11 mondo delle sculture del portale, dell'archivolto.,.), e dall'altro molto spaventoso. E' un mondo di lotta e di conflitto, fra uomini e animali, fra l'uomo e la natura. Cioè, contro 11 male, contro 11 peccato, contro il vizio: ma In un clima di grande ambiguità perché — lo ripeto — questo mondo spaventoso è anche un mondo seducente. Il piacere delle forme racchiude e rappresenta una sensualità con cui si guarda 11 mondo. «Alla fine, possiamo anche cercare di definire un programma della scultura. E credo che lo si possa riassumere come quello dell'umanesimo del XII Secolo, 11 grande secolo dell'umanesimo medioevale. Un umanesimo cristiano, che riabilitai l'uomo e il mondo, che fa ap-. pollo all'antichità per esprimere la propria originalità. Un umanesimo che guarda e studia la natura. Un umanesimo che in sostanza definisce un nuovo equilibrio fra la Grazia di Dio e 11 libero arbitrio dell'uomo. «E allora, perché questo, Duomo? Perché questa scul-' tura a Modena? Un monu-, mento vive e funziona in una società, con una società. Non possiamo più accettare le so-. Suzioni troppo semplici del marxismo, ma dobbiamo cercare di veder funzionare 11 monumento nella società e capirlo. Credo che l'appello' all'immaginarlo apra delle voci nuove per la storia dell'arte e per la storia. Non sono ancora capace di definirlo esattamente, ma sono colpito da una cosa. Io vedo questo monumento vivere dopo l'inizio del XII Secolo nella lunga durata. E oggi noi vediamo una nuova fase di creazione, o ricreazione in qualche maniera, del Duomo di Modena, sul plano tecnico e artistico, con il restauro, con l'Intervento del potere politico, economico e sociale. «Bisogna lodare molto il Comune di Modena che ha saputo fare di questo avvenimento un avvenimento totale. Ci sono tutti: tecnici, artisti, potere politico e sociale, le Imprese, le banche, e poi gli storici, gli intellettuali, la società intera, insomma. Certo, soprattutto quella di Modena, ma anche la società italiana, ma anche stranieri. Ci sono molte novità rispetto al passato, ma ce n'è una più importante, lo credo: i media. Anche nel Medioevo c'erano: la predicazione e la liturgia che facevano vivere e conoscere 11 monumento. Oggi ci sono la stampa, la radio, la televisione, e questi media sono per definizione del trasportatorl e creatori d'immaginarlo. Ecco dunque che l'immaginarlo di Wiligelmo diventa per noi la sorgente magnifica di un nuovo imma¬ ginarlo» a cura di Pierangelo Sapegno Wiligelmo: particolare di un rilievo sulla facciata del Duomo di Modena (secolo XII). Nella sua scultura c'era un «programma»?

Luoghi citati: Comune Di Modena, Modena