Sulla giostra del fisco

Sulla giostra del fisco Sulla giostra del fisco MARIO DEAGLIO 11 ministro De Michelis ha denunciato il clima «qualunquistico» delie proteste per i gravi e clamorosi errori dell'Inps nel re-' cupero degli arretrati. «Viene considerato colevo/e», ha detto, «chi cerca di far pagare quanto è dovuto». Il ministro ha cosi.messo il dito su una piaga, curabile solo in tempi lunghi perché legata al costume ed alla mentalità degli italiani, ma ne ha tralasciata completamente un'altra, molto più facilmente correggibile, legata all'inefficienza del fisco (e di enti per certi versi analoghi come l'Inps). E' perfettamente vero che gli italiani — non esclusi quelli che siedono in Parlamento — mostrano nei confronti del fenomeno fiscale un fondo di furberia che giustifica l'amaro sfogo del ministro. Gli stessi partiti che invocano la severità fiscale avanzano poi proposte di legge ed emendamenti che impediscono questa severità; gli stessi cittadini che invocano maggiore onestà sono protagonisti dcll'e1 vasione più massiccia che si registri in un Paese avanzato. Tutto ciò riflette una profonda immaturità politica e culturale, dalla quale si uscirà solo con il passaggio delle generazioni, retaggio storico di quando lo Stato era in mani straniere e il fisco appariva un nemico da combattere in nome del patriottismo. Nessun uomo di governo può però rammaricarsi del costume degli italiani se la casa del fisco (e dell'Inps) non è in ordine. Ognuno delle migliaia di accertamenti sbagliati compiuti dall'lnps in questi giorni non comporta solo un banale errore materiale; con quell'errore se ne va un pezzetto di credibilità dello Stato. Se l'Inps sbaglia, pensa il cittadino già cultu-. ralmente incline alla furberia fiscale, posso «sbagliare» anch'io. Se i moduli del condono edilizio contengono errori, come posso credere che verranno esaminati senza che si commettano altri errori? E la giostra del teciproco inganno tra fisco e contri-' buentc continua cosi a girare. Vorremmo tutti poter leggere nelle dichiarazioni dei ministri non solo che «se sono stati commessi errori questi terranno corretti», ma anche che i responsabili di que- ■ sti errori saranno penalizzati nella loro carriera mentre invece saranno premiati i funzionari degli uffici che contengono i maggiori recuperi d'imposta con le minori contestazioni, i cui addetti si dimostrano più competenti o più diligenti della media. Gran parte dei guai fiscali in Italia deriva dal fatto che invece di uri «azienda fisco», con precisi traguardi da raggiungere in termini di prestazioni, risultati, professionalità, abbiamo un «apparato fisca/e» dagli obiettivi sovente vaghi e dall'efficienza sempre quantomeno incerta. Finché le cose rimarranno così, i ministri si sfogheranno e poi non succederà nulla. Negli ultimi quindici anni molti ministri delle Finanze hanno avviato riforme coraggiose, pronunciato alate parole, enunciato buoni propositi. Di buoni propositi, però, anche in campo fiscale, sono lastricate le vie dell'inferno. Lo slancio del rinnovamento si è infranto di fronte alle pratiche accatastate nelle cantine, agli uffici sporchi e insufficienti, alla fuga dai grandi centri dei funzionati che non riescono a trovar casa, agli errori dei moduli. ' Gli errori dell'Inps sono un altro passo su questa triste strada.

Persone citate: De Michelis

Luoghi citati: Italia