Palmer, gentiluomo del rock
Palmer, gentiluomo del rock Il compassato inglese in Italia per presentare l'ultimo Ip «Riptide» Palmer, gentiluomo del rock Trentaseienne giramondo, sta per stabilirsi in Svizzera - L'esperienza con i «Power Station» MILANO — Robert Palmer è un signore elegante e sorridente, dai modi garbati, tanto lontano dal clima dello shovV-buslnness che difficilmente, incontrandolo, lo si scamicierebbe per un musicista rock. Trentaseienne, di natali inglesi, Palmer è un giramondo, ha vissuto a Malta, negli States, quindi alle Bahamas e oggi è in procinto di trasferirsi in Svizzera, al confine con il nostro Paese •perché l'Italia è la terra che amo di più e che purtroppo ancora conosco poco». . Canta e suona da quasi vent'anni, è passato attraverso le stagioni più fervide e intense del rock britannico, In gruppi come Alan Bown e VIjnegar Joe, prima di dedicarsi, nel 1974, alla carriera solista: in questo periodo ha collezionato nove album (Clues del 1980 ebbe un ottimo successo anche in Italia grazie soprattutto al singolo Johnny and Mary), l'ultimo dei quali è. in uscita nei prossimi giorni. Si intitola Riptide e Palmer è venuto a presentarlo alla stampa e al grande pubblico televisivo: già apparso a Domenica In, nelle prossime settimane sarà in tutte le sedi canoniche della promozione musicale, Discoring, Superclassifica show, Musica è. Video music. Il brano di punta è Discipline of love con cui Palmer, inutile negarlo, è fermamente intenzionato a scalare le hit parade internazionali: «So che intorno alla mia musica c'è una discreta curiosità in questo momento: l'operazione con i Power Station ho funzionato ben oltre le aspettative di tutti noi e il pubblico è sicuramente più. sensibile che in passato, tanto che la mia casa discografica mi segnala una ripresa delle vendite dei vecchi album, che ormai credevo dimenticatU. Fra Robert Palmer e i Power Station è stata una specie di gioco, di avventura che ha suscitato imprevedibili reazioni: successe un anno fa, circa, quando John e Andy Taylor dei Duran Duran, Tony Thompson degli Chic e appunto Palmer si ritrovarono in sala di registrazione poco più che per divertimento. Ne sorti un disco, piuttosto buono, e 1 Power Station divennero il fenomeno di stagione. Che effetto le fece essere travolto, nell'occhio del ciclone della Duran Duran-mania? •Ho cercato di escludermi a priori da quel contesto di divismo e di esagerazioni: mi piace suonare e anche i Power Station sono da considerare una bella esperienza, ma irripetibile, passata da tanto tempo. Andy e John sono del bravissimi ragazzi che purtroppo si sono trovati calati in una situazione difficile da controllare: diventare delle rock-star nel giro di un paio d'anni significa essere proiettati in un mondo nuovo, totalizzante, sconosciuto. E salvaguardarsi è un problema». Registrato nei famosi Compass Polnt Studios di Nassau con 11 produttore Bernard Edwards (ex-Chic), Riptide è una bella collezione di ballate agro-dolci che promettono di rilanciare a dovere Palmer, anche come solista: ma altri sono i suoi pensieri, i desideri dell'artista corrono lontani. •Da anni sogno di fare un disco da vero cantante, per cimentarmi con il repertorio che più amo, gli standard di ambientazione jazzistica degli Anni Quaranta-Cinquanta. Ho studiato l'orchestrazione e il repertorio ideale: è un progetto costoso e complicato, ma forse il 1986 sarà l'anno buono*, e. gv Robert Palmer: «Sogno di fare un disco da vero cantante»
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