Fondi Usa, non è una fuga

Fondi Usa, non è una fuga Un «fenomeno di realizzo» il ritiro dall'Italia del Fidelity Pund Fondi Usa, non è una fuga Gli esperti americani assicurano che l'interesse per il nostro Paese è sempre vivo, c'è solo bisogno di un rapido chiarimento politico e di performances come quelle raggiunte dalla Fiat DALLA REDAZIONE DI NEW YORK NEW YORK — I giorni scorsi, un grande fondo di Investimenti americano, 11 Fidelity Fund, si è ritirato dall'Italia, cedendo 1 vari titoli acquistati nel mesi precedenti, a cominciare da un pacchetto di azioni della Olivetti. La motivazione ufficiale fornita dal Fidelity Fund, che opera in settori diversi In molti Paesi, è stata «Z'incertezza politica» prodotta dalla vicenda dell'«Achille Lauro». Alla Merrill Lynch, la più grande agenzia di Borsa del mondo, ci hanno detto tuttavia che vi è stata anche un'altra ragione: di fronte all'apprezzamento della lira, il fondo di investimenti americano ha preferito realizzare e comprare dollari. «/Ve ha presi molti di più di quando il dollaro era a 1900-2000 lire, e riteniamo che stia aspettando il momento opportuno per tornare sul mercato italiano-. Di episodi come quello del Fidelity Fund sembra che di recente se ne sia verificato più di uno in Italia, e ciò ha fatto sorgere il sospetto che i fondi di investimento americani se ne stiano andando dal nostro Paese, dove erano accorsi attratti dal «boom» della Borsa e delle esportazioni. Non solo la Merrill Lynch, che opera anch'essa sul mercato italiano, ma anche la rispettata ditta di ricerca Llpper Analytlcal Service esita tuttavia ad avallare questa tesi. -E' un fenomeno di realizzo — ha dichiarato —. Pensiamo che sarà temporaneo. Ci pare un fatto a breve termine, che dovrebbe assestarsi. C'è sempre un interesse di fondo per l'Italia, se non altro come alternativa di i7ivcstimento. E' tra i Paesi verso cui indirizziamo più di frequente i fondi die vogliono diversificare». Se l'interpretazione della Merrill Lynch e della Llpper è esatta, il Fidelity Fund e quegli altri che lo hanno imitato hanno agito in base al presupposto che da un lato 11 dollaro debba risalire a breve scadenza, e dall'altro che la Borsa Italiana debba scendere. La Merrill Lynch e la Llpper tuttavia affermano che difficilmente ciò si verificherà, a meno che la crisi di governo in Italia non si protragga troppo a lungo e che l'economia non compia una svolta per il peggio. Esse sono cautamente ottimiste pur riconoscendo le difficoltà a cui va incontro, per esempio, la legge finanziarla. Sottolineano soltanto il bisogno di un rapido chiarimento politico e di «performances» da parte delle imprese del tipo di quelle che sta fornendo la Fiat. Per 1 fondi di Investimento americani, anche quelli che hanno operato proficuamente all'estero per tre lustri, il mercato Italiano è stato uno degli ultimi a emergere, ma anche uno dei più promettenti. Dagli Investimenti nelle Borse straniere tra il '70 e l'84, essi hanno tratto profitti medi del 9,5 per cento annuo, contro l'8,8 per cento della Borsa Usa. La Morgan Stanley, sempre molto attiva all'estero, ha osservato comunque che «t fondi di investimento tendono a tornare almeno in parte a Wall Street quando essa è in ascesa, come è accaduto sia pure tra alti e bassi nelle ultime settimane». E' perù sua opinione che le Borse straniere, sempre leggermente sfasate rispetto a essa, tra non molto accentueranno ia loro tendenza al rialzo. La Morgan Stanley «scommette» su un lento, ulteriore declino del dollaro, e tende a investire nel cosiddetto «dm block», i Paesi del gruppo delle monete forti legate al marco tedesco, specialmente il franco svizzero e il fiorino olandese. Lo stesso fa la Kemper, che ha si il 25 per cento del suo patrimonio in Giappone, ma anche 1113 per cento In Olanda e 11 9 per cento in Francia. La mappa del capitali Investimenti (in percentuale) dei vari Paesi nell'industria italiana

Persone citate: Achille Lauro, Merrill Lynch, Morgan Stanley, Pund

Luoghi citati: Francia, Giappone, Italia, New York, Olanda, Usa