Van Hoecke, la danza dei tre amori di Luigi Rossi

Van Hoecke, la danza dei tre amori «Aquilon» ha aperto al Nuovo la rassegna II gesto e l'anima Van Hoecke, la danza dei tre amori Il coreografo allievo di Béjart ha creato l'Ensemble, valida compagnia che agisce in Belgio e a Roma TORINO — Uscito dal secondo grembo di Béjart, Micha Van Hoecke non nasconde le sue ambizioni europee che ha concretizzato in due centri di danza.in Belgio e a\ Roma e nelWforinazióne éi' una valida compagnia, l'Ensemble. Con questo complesso ha inaugurato l'altra sera, al Teatro Nuovo, la settima edizione de «Il gesto e l'anima-, presentando un interessante spettacolo intitolato Aquilon. L'emblema del vento nordico rilega tre parti di uno spettacolo che, a detta del suo autore, è dedicato a tre aspetti dell'amore: quello istintivo, quello quotidiano e quello spirituale. Per il primo versante è stato scelto il «Fauno», animale dolce ed erotico per il quale la prevedibile musica di Debussy è stata un po' traumaticamente interpolata con suoni molti contemporanei di Santana e Hendrix. La possente personalità di JeanChristian Chalon domina questo quadro tra l'antico e l'attuale. Ma nel coro delle ninfe d'oggi spicca la stupen¬ da Marzia Falcon, che rivedremo nella parte finale come Angelo per illustrare la dolente musica di Berg. Il salto tra questa immagine del sogno e il passo a due ohe segue è aboaHdneiìióhslderèvole. \ Si tratta di un duetto parodistico sulla banalità quotidiana di una coppia, che si immagina annoiata e litigiosa, condotta sugli spiritosi gorgheggi di Cathy Berberian, nella «Sequenza III» di Luciano Berto. Il frammento fu creato ad Avignone dallo stesso Van Hoecke, in coppia con Maguy Martn, e conserva ancora la freschezza dell'ironia. Anche l'interpretazione di Carlotta Sagna e di Kasuo Nonobe ha contribuito all'immagine di una invenzione sempre godibile e attuale, nonostante i tredici anni passati dalla creazione. Certamente la sezione più impegnativa e di maggior spessore di Aquilon è quella finale condotta sul «Concerto per violino» di Alban Berg, dedicato «alla memoria di un angelo». Si sa che la commossa pagina fu scritta dal com¬ positore seriale per Manon Gropius, figlia del celebre architetto e di Alma Mahler, morta diciottenne di poliomielite. ) «Il rapporto d'amore oltre' ila vita — «crine Van Hoecke — tra il musicista e Manon per me rappresenta il mondo spirituale». E il coreografo lo visualizza dapprima con un Da Mitterrand all'Eliseo ritratto di famiglia non alieno da suggestioni espressionistiche (più Jooss qui che Béjart) e poi si addentra in una difficile lettura simbolica, non privaci oscurtià^del i personaggi emblematici: l'An-. gelo-Manon-Berg, forse con aggiunta della Morte in una nera immagine che si contrappone al candore del personaggio angeltcato. La giovane ragazza, interpretata da Lucia Geppl, appare come una bambina spaurita in un mondo incomprensibile, nella lotta contro il dolore che la prostra tra la. vana pietà dei grandi. Poi sembra che la lunga sofferenza si dilegui e la piccola, col suo costumino celeste, trapassa in un mondo oscuro, ove l'Angelo le è da guida e lascia infine filtrare un'arcana lama di luce. Ancora la Falcon e Nonobe guidano il gruppo nell'impegnativa prova, condotta tecnicamente a metà tra la tradizione accademica e la scioltezza della nuova danza di cui Van Hoecke si proclama adepto. Grandissimo il successo. Luigi Rossi

Luoghi citati: Avignone, Belgio, Roma, Torino