Ministri d'Israele contro Peres Dalla Giordania un no alla pace

Ministri d'Israele contro Peres Dalla Giordania un no alla pace L'offerta di negoziati a re Hussein rivolta dalla tribuna Onu Ministri d'Israele contro Peres Dalla Giordania un no alla pace NOSTRO SERVIZIO TEL AVIV — Nelle prime reazioni al discorso che il premier Israeliano Peres ha tenuto lunedi davanti all'Assemblea Onu, 11 Likud, che fa parte della coalizione governativa, ha manifestato un'Intolleranza superiore a ogni logica, anche perché 11 primo ministro — pur tentando di anticipare 1 tempi della trattativa con la Giordania — non si è discostato dalle linee che aveva indicato in precedenti interviste. Ieri, a Radio Gerusalemme, Peres ha ribadito che la porta rimane aperta a palestinesi «non terroristi», e che non approfondirebbe troppo il passato del negoziatori: «Noi non ci occupiamo di biografie... Sadat ci aveva attaccati in guerra, ma noi non ci siamo domandati se si fosse battuto contro di noi. Dal momento in cui si avvicinò con intenti di pace, lo accettammo: Ieri mattina il vicepremier e ministro dell'Abitazione Levy (che in assenza di Peres e di Shamlr funge da capo del governo) ha rivolto per radio un attacco violentissimo a Peres, che •ha tradito gli accordi di coalizione e crede a torto che il Likud sia disposto ad accettare i principi rinunciatari del Maarach». Levy ha Inoltre messo in dubbio che il governo di unità nazionale continui a funzionare in queste condizioni. Un altro ministro del Likud, Itzhak Modal, membro della fazione «liberale», parlando a una riunione di industriali ha definito inaccettabile la proposta di Peres, le sue avances ai palestinesi, la sua propensione a discutere un compromesso territoriale in Clsgiordania e ad attuare l'autonomia: -Questo mi indurrà a favorire in futuro, piti di quanto abbia fatto in passato, ogni iniziativa nella Giudea e Samaria». Quando, la settimana prossima, Peres farà una relazione del suo viaggio ai Parla¬ mento, dovrà affrontare non solo la mozione di sfiducia del partito Tehiya e probabilmente del religiosi estremisti, ma anche del suoi compagni di governo. Soltanto 11 ministro senza portafoglio Arens ha sostenuto, contrariamente ai suoi colleghi di partito, che il discorso del premier non contraddice In alcun modo gli accordi di coalizione, g. r. AMMAN — La Giordania ha respinto ufficiosamente, attraverso una dichiarazione di una fonte governativa al quotidiano Jordan Times, la proposta del premier israeliano Peres per negoziati diretti, affermando che non tratterà una pace separata con Gerusalemme. Lunedi, il discorso di Peres all'Onu non era stato ascoltato né dal rappresentante di Amman, né da quelli degli altri Paesi arabi: tutti (tranne l'Egitto) avevano lasciato la sala. La fonte governativa, la cui identità non è stata precisata, ha sottolineato che la Giordania non camblerà la sua posizione nei confronti della questione palestinese: il Paese, ha aggiunto, ha un accordo con 11 resto del mondo arabo, compresa la Siria, in base al quale 11 processo di pace in Medio Oriente deve svolgersi in un contesto internazionale. Secondo 11 quotidiano di Tel Aviv Hadashot. re Hussein ha deciso di espellere il capo della «Forza 17», Mohammed Abu Tayeb, e di limitare l'attività dei comandi palestinesi in Giordania. «Forza 17», ufficialmente responsabile della sicurezza personale di Arafat, è considerata un'unità scelta per missioni speciali all'estero. Il mese scorso, 11 gruppo aveva rivendicato l'assassinio di tre' israeliani a Cipro. TUNISI — Il portavoce dell'Oip Ahmed Abdelrahman ha definito ieri la proposta di Peres «una nuova edizione degli accordi di Camp David, che la na^-'ne araba ha categoricame •■ respinto».