Arte e fantasia per far sognare

Arte e fantasia per far sognare Arte e fantasia per far sognare L'Associazione italiana della Pelliccerìa è presente in Piemonte con 140 iscrìtti -1 risultati ottenuti e i progetti | Ci sono mestieri che esigono una manualità e una creatività che avvicinano la professione più ad un'arte che ad una semplice scelta di lavoro. Così, nonostante i progressi tecnici che negli ultimi decenni hanno rinnovato ogni settore, compreso anche quello dell'artigianato, gli artigiani della pellicceria, pur nell'evoluzione delle tecniche e delle mode, hanno conservato un valore tramandato di generazione in generazione: la capacità di trattare le pelli, ma soprattutto l'abilità nel trasformarle e quell'arte che è creazione, con fantasia, del sogno di gran parte del mondo femminile ed ora lusinga che raggiunge anche il mondo maschile: le pellicce. L'Associazione italiana della Pellicceria, nata nel 1946 a Milano, che conta ormai oltre un migliaio di soci sul territorio nazionale, è presente in Piemonte con oltre 140 iscrlt- ti alla sede regionale. Difficile, come per ogni settore di lavoro artigiano, avere un quadro esatto- della produzione; sono dati ipotetici e mai attendibili. Ma 11 presidente dell'Associazione piemontese e vicepresidente nazionale, dott. Aldo Conti, ritiene che facendo riferimento a un volume d'affari di centinaia di miliardi in Italia, al primo posto si possa classificare la Lombardia, secondo il Lazio, terzo 11 Veneto e, o a pari merito o al quarto posto, il Piemonte. E precisa: mLa nostra associazione ha carattere un po' particolare; perché raggruppa tutti coloro che, in un campo o nell'altro, hanno come denominatore comune le pelli. Quindi riunisce allevatori, conciatori e tintori, importatori ed esportatori, grossisti, confezionisti, dettaglianti, modellisti, sartorie con ramo pellicceria, artigiani pelliccia e agenti e rappresentanti di pelliccerie». Per offrire ad ogni ramo una tutela adeguata alle esigenze, nell'ambito dell'Associazione, esistono comitati nazionali tecnici specifici. Ciò consente di trattare singoli particolari problemi, ma anche di armonizzare e coordinare gli interessi in una linea di sviluppo comune. Precisa Aldo Conti: »A Tortilo e in Piemonte si può affermare che quasi tutte le grandi pelliccerie producono in proprio con laboratorio specializzato; esistono anche negozi di vendita che affidano però la lavorazione dei loro modelli a laboratori. Un campo nel quale il Piemonte sta tornando a cimentarsi, dopo esperienze passate, purtroppo non sempre positive, è quello dell'allevamento. La figura dell'allevatore, in Italia in specie di visoni, è importantissima. In Francia, Germania, Inghilterra e Scandinavia, per restare solo in Europa, gli allevamenti di animali da pelliccia condotti in modo razionale hanno avuto successi notevoli. Nel nostro Paese purtroppo non si considera l'allevamento di visoni come parte del settore dell'agricoltura (il efie avviene invece altrove), -ma di guelfo dell'industria.-Eppure alleva* re visoni è come allevare bovini o polli. I risultati sarebbero eccellenti anche per le nostre esportazioni, visto che gli attuali operatori di settore, esistenti soprattutto attorno a Modena, Mantova e nel Veneto, vanno a vendere le loro pelli alle aste di Londra accanto ai visoni scandinavi e con buon successso». Tra gli scopi delI'Assoclazlone c'è anche, e non tra gli ultimi, quello di favorire lo sviluppo dell'attività fornendo una qualificazione professionale. Due corsi sono stati istituiti: il primo per un aggiornamento sui problemi fiscali e contabili delle ditte relativi al ■ controllo della ge¬ stione aziendale; il secondo,al quale hanno collaborato docenti universitari, per spiegare le caratteristiche degli animali e i mercati della pellicceria; quest'ultimo si concluderà domenica 27 ottobre con una visita a uno dei più grandi allevamenti di animali da pellicceria nel Modenese. Tra le tradizioni passate del Piemonte c'era anche una scuola per pellicciai. É oggi? *Leggt recenti hanno consentito l'istituzione di corsi professionali gestiti dalla Regione. Il primo dovrebbe avviarsi entro quest'anno. Ci si è resi conto però che il buon artigiano lo sì fa in bottega. Quindi, fornendo anzitutto una base culturale ader guata, si porterà il giovane in laboratori qualificati e scelti con rigore, dove potranno seguire un addestramento. ; L'artigiano assume cosi ancìie una funzione di insegnante e fondi della Regione e della Cee interverranno per sostenere le spese della materia prima usata che è notevolmente costosa e che certo, air meno all'inizio, il ragazzo non sarà in grado di lavorare sen? za sciupare».

Persone citate: Aldo Conti