Lingotto, il volto nuovo

lingotto, il volto nuovo Un'altra tappa nell'esperimento di rinascita urbanistica e sociale lingotto, il volto nuovo Avviati i lavori per la più grande sala-congressi d'Italia (2400 posti) che ospiterà a novembre le assise della Confindustria - Abbattutto il vecchio muro di cinta - Salone dell'auto dal 23 aprile - Intanto avanza il progetto che, oltre allo stabilimento, dovrà ristrutturare una vasta area della città, da via Nizza al Valentino Il Lingotto Incomincia in queste settimane un'altra tappa del viaggio che dovrà portarlo ad essere catalizzatore d'un esperimento di rinascita urbanistica e sociale: attorno alle sue vecchie strutture dovrà concretizzarsi la speranza di dare un volto nuovo alla Torino di domani attraverso un progetto che integrerà, l'area di via Nizza e del nodo ferroviario di Porta Nuova con quella che scende sino al Po ed ha come margine estremo Torino Esposizioni. «Innesco per una verifica totale sul modo di pensare il domani della metropoli» ha definito il Consiglio comunale quest'immensa costruzione; •scommessa su come si possa trasformare un edificio in parte viva d'una città» l'ha battezzata l'arch. Renzo Piano, il creatore del Beaubourg parigino, incaricato di farne punto di partenza del vasto programma di ristrutturazione. Dopo essere stato vetrina di mostre legate al suo ieri di fabbrica d'automobili, il Lingotto esperimenterà, a fine novembre la propria vocazione di Contro Congressi: negli stessi imponenti locali dove si tenne il Salone dell'Auto, si sta lavorando per ricavare la più grande sala convegni d'Italia. Sarà il cuore della riunione nazionale sulle «frontiere dello sviluppo» indetta dalla Coni'industrla per il 29 e 30 novembre: seimila metri quadrati, 2400 posti aumentabili sino a 4 mila. Piano, in collaborazione con il sociologo Ouiduccl e l'economista De Rita, sta, nel frattempo, approntando il progetto che dovrà ridisegnare, insieme con l'ex fabbrica, una porzione di città. A metà novembre. verranno presentati in Consiglio comunale i primi elementi di questo «studio avanzato di fattibilità,,, a maggio il quadro sarà arricchito da ulteriori indicazioni. L'architetto ha anticipato ieri le grandi linee su cui è impostato il suo lavoro partendo dalla considerazione che «sarebbe assurdo protagonismo voler ridurre il tutto ad un fatto "di disegno": troppa carta ha gii prodotto per 20 anni certa cultura urbanistica». Secondo lui l'area che ruo- ta attorno al Lingotto ha una vocazione al terziario «della persona e dell'azienda e del tempo occupato» (la delibera del Comune parlava, fra il resto, di Centro Congressi, istituzioni didattiche, laboratori scientifici e tecnologici, studi di engineering e design, consorzi per le ricerche di mercato e l'esportazione); la «fetta» di città sino al Valentino, (5 mila metri di fronte) ha, invece, «vocazione al tempo libero, all'ecologia, allo sport». Quale 11 pensiero Ispiratore di questo gigantesco tentativo di ristrutturazione che è, poi, modello d'una nuova strategia di crescita di Torino? «Innanzi tutto la convinzione die le città, oggi, non possano vivere di "trovate episodiche", ma debbano, come osserva Alberoni, "pensare alla grande"». Intanto, anche per evitare un'«imbalsamazione» il cui costo di gestione s'aggira sul 4 miliardi l'anno, le strutture del Lingotto si piegano senza sforzi ad ospitare per la prima volta un convegno. L'ar¬ chitetto ha illustrato ieri al sindaco Cardetti, all'amministratore delegato della Fiat, Romiti, e al responsabile delle relazione esterne, Annibaldi, il progetto che renderà possibile l'appuntamento di novembre. Costerà attorno ai 2 miliardi e mezzo e prevede anche un atto in cui la scelta tecnica si colora di significati emblematici: l'abbattimento, già incominciato, del muro dell'ex fabbrica su via Nizza e la sua sostituzione, più a ri dosso dell'edificio, con una cancellata. La decisione consentirà di recuperare alla strada una corsia di circa 30 metri per garantire un migliore smaltimento del traffico, ma, contemporaneamente, avvicinerà alla gente, che non l'ha mai visto da vicino, un luogo-simbolo della storia dell'Industria e del movimento operaio. «L'idea alla base di questo lavoro — ha spiegato Plano — è assai semplice: una strada che, da una grande hall in cui saranno sistemati i servizi essenziali della manifestazione, condurrà sino alla salaconferenze. Qui verranno approntate 2 mila sedie e speciali schermi che consentiranno anche ai più lontani dal palco centrale di vedere in primo piano chi parla». Lungo il percorso, ritmato da muri sul tipo di quelli usati per la mostra su Calder dell'estate '83 a Palazzo a Vela, s'apriranno due mostre. La prima offrirà immagini fotografiche d'archeologia industriale; la seconda, curata dall'Amma e dalla Fondazione Agnelli, sarà dedicata al tornio «testimone del progresso industriale» e proporrà 15 macchine utensili: da quelle con ingranaggi in legno risalenti al 1500 à quelle usate agli Inizi del 1900. Tutte le strutture dell'allestimento saranno mobili: potranno, quindi, essere tolte in occasione del Salone dell'Auto, che si svolgerà dal 23 apri' le a metà maggio, e riutilizza te per altre manifestazioni. Renato Rizzo «—«■.—«III» Il III I——ygs«a«M««««r. L«««»V«JM»BW?:.i*»B»«**^J«««m««V»KV*U^ Cadi* il vecchio muro di cinta, la cancellala arretra di 30 moiri: via Ni/za diventa pili larga

Persone citate: Alberoni, Annibaldi, Calder, Cardetti, De Rita, Plano, Renato Rizzo, Renzo Piano, Romiti, Vela

Luoghi citati: Italia, Torino