L'autista è colto da infarto pullman precipita, 10 morti di Pierangelo Sapegno

L'autista è colto da infarto pullman precipita, 10 morti Pesaro, sciagura sull'autostrada Adriatica: trentatré i feriti L'autista è colto da infarto pullman precipita, 10 morti DAL NOSTRO INVIATO PESARO — Dietro la curva, trenta metri di guard rail contorti e spezzati. Il pullman è su un fianco, giù dal ponte e ha sventrato la parete di una vecchia casa colonica: l'autista, colto da infarto, ha perso il controllo. Dieci morti fra cui due ragazzini e trentatré feriti (cinque in pericolo di vita): un paese in lutto, Staranzano, nel Friuli, vicino a Monfalcone. Vittime e feriti erano tutti amici e parenti, un intreccio di famiglie, un lungo elenco di fratelli, cugini, padri, nipoti, cognati. Tornavano da una gita in Umbria, ieri sera sarebbero rientrati a casa. Adesso alle porte della città, al km 160,500 dell'Adriatica, è rimasta la carcassa della corriera, inzuppata d'acqua, fra lamiere contorte e poltroncine sventrate, assi di legno e briciole di muro. Sulla coda del pullman, una scritta: Visintin. Italo Visintin era 11 proprietario del bus e l'autista. E' morto. E' stato il primo a morire. Dopo la curva, ha lanciato un urlo («no?i lo tengo più...non lo tengo più»), s'è alzato sul sedile, poi è morto. Lorenzo Boscarolo, che gli era accanto, è sobbalzato, ha cercato di afferrare il volante: ma non ce l'ha fatta. Visintin gli è caduto addosso, il pullman si è piegato, ha storto il guard rail, l'ha divelto. E' andato giù, con un gran boato. Sono le 12,45. Sta cominciando a piovigginare, l'A14 è quasi deserta. La comitiva era in viaggio da tre ore e mezzo. Erano partiti da Chianciano alle 8,15. La vacanza era finita, una vacanza che da tre anni a questa parte organizzava Visintin. Nell'83 Budapest, l'anno scorso Roma e il Lazio. Tutti insieme, amici e parenti, per una settimana: lui metteva anche la corriera per andare in giro, e pensava pure a preparare gli itinerari. Prezzi da amici, solo un'occasione per stare allegri, nient'altro. Questa volta avevano deciso di visitare un po' d'Umbria e un po' di Toscana: Siena, Poggibonsi, San Gimignano, Gubbio, Assisi, Perugia. Ieri mattina, la partenza da Chianciano, per il viaggio di ritorno. Non c'è molto traffico sull'autostrada, ma la corriera non va forte. Visintin è uno con la testa a posto, dicono quelli della comitiva, non fa mai pazzie: «Non le ha mai fatte, lo conosciamo da bambino». Aveva 46 anni adesso, ma lo chiamavano ancora tutti «il ragazzo». A un certo punto, «ii ragazzo s'è messo a urlare qualcosa». Siamo alle porte di Pesa¬ ro, si vedono le prime case, la strada prende a salire e sotto' la collina degrada verso la pianura, si scorgono 1 campi tenuti con cura. Ottorino Guarato, 65 anni, sta guardando fuori 11 cielo brutto, qualche goccia sul finestrino: •Ho sentito gridare, urla di dolore. E lui, Visintin, è caduto a terra». Dionigio Guarato, 52 anni, dormiva: «Mi ha svegliato mio cognato. Diceva Italo, Italo... Poi un gran botto e mi sono ritrovato a pancia in giù senza capire più niente». Suo cognato, Lorenzo Boscarolo,' 49 anni, fotografo del «Pfccolo» di Trieste, sta chiamando Italo perché vede il pullman sbandare: «E lui mi ha guardato. Aveva gli occhi stralunati. S'è messo le mani sulla testa. Io mi sono alzato, ho cercato di prendere il volante, ma lui è rotolato sopra di me». E in quel momento «s'è sentita come un'esplosione». Il gran botto l'ha sentito anche Paola Uzzi, 23 anni, quaranta metri più in là: era in casa, stava chiacchierando Pierangelo Sapegno (Continua a pagina 2 In prima colonna)