La tavolozza dimenticata

La tavolozza dimenticata Il «Piano del colore» non ha sempre dato i risultati attesi La tavolozza dimenticata «Gli interventi spesso affidati al caso», si rammaricano i tecnici • Quando dominavano il grigio ceruleo e il verde zucca Torino si scruta nello specchio del tempo che le passa Inesorabile addosso e si vede restituire un'immagine segnata di rughe: ragnatela di piccole e grandi delusioni, di piccole e grandi occasioni perdute. E' città cui gli anni 'hanno rubato, non solo in senso metaforico, 11 colore e che sembra ritmare, in più di un'occasione, il proprio passo sulla stanchezza che rimbalza dalle sue case scolorite o mal colorate o, anche soltanto, sporche. SI dice -colore della città' e si pensa a una sorta di «di più» in una metropoli che, in troppi casi, come osserva con qualche crudezza un urbanista, «prima di imbiancarsi dovrebbe sforearsi di non diventare un sepolcro». Ma dire -colore della cittànon significa esclusivamente immaginare un trucco, una scenografia per nascondere malesseri più o meno radicati e cronici. Vuol dire, soprattutto, affrontare il problema di queir..intima alleanza tra l'architettura e il colore- di cui parlava Viollet Le Due e che individua nella • tinta. uno degli elementi fondamentali del restauro anche come riproposta di un progetto architettonico che, In base a quelle colorazioni, s'ispirò e nacque. O, più semplicemente, significa riproporre, su scala piti ampia e storicamente documentata, la cultura di un gesto antico: quella che, a ogni latitudine, induce a rltintegglare la propria casa per recuperare, attraverso 11 colore, un miglior rapporto con l'ambiente in cui si vive. Torino, dopo 11 cosiddetto Plano del colore che dal '79 all'82 ha portato a controllare e a rltlntegglare circa tremila edifici con la consulenza di un'equipe di architetti, sembra oggi avere, In questo campo, un -grande avvenire dietro le spalle-: richieste di documentazioni sull'iniziativa da parte di altre città non solo italiane, menzioni entuslatiche a convegni e via onorando. Ma, da tre anni, 11 Piano è diventato, secondo quanto dicono oggi due del suoi «inventori», gli architetti Riccardo Zanetta e Germano Tagliasacchl, «un qualcosa dai risultati altalenanti'- -E' stata tradita — aggiungono — la filologia del colore in una città costruita in modo unitario e con un senso delle tinte non spontaneo-. Da soli 1 due professionisti hanno ampliato, comunque, la ricerca. Se 11 Piano del '79 partiva dal ritrovamento d'una ricca documentazione che si riferiva a vie o quartieri di Torino rivisitati nell'800, le ulteriori Indagini d'archivio hanno affidato allo studio del due professionisti altri 200 documenti inediti che riguardano il colore dt Torino nella sua epoca più splendente, 11 Barocco. -Si tratta di ritrovamenti che arricchiscono la tavolozza della élttà e che integrano notiate sul colore degli edifici con importanti annotazioni sulla loro costruzione-. Due fra le tante -scoperte-: le case di via Po in origine non erano dt quel colore glalltno che ci ha consegnato la tradizione, ma grlge con -sfondati- in grigio più chiaro e fasce verdastre. Cosi come grigio ceruleo era Palazzo Civico. I problemi del colore di Torino, ora, sono quindi due: da un lato la voglia di cogliere la possibilità di riaprire finalmente un discorso sul volto storico della città alla luce di queste nuove esplorazioni; dall'altro, la voglia di rimediare a errori realizzati slnora in questo campo. Quali le stonature più evidenti? Tagliasacchl e Zanetta non hanno dubbi: -Piazza Vittorio in cui non una sola casa ha un colore uguale alle altre; piazza Castello dove era stato, a suo tempo, stabilito come modello da seguire il caseggiato all'angolo con via Accademia delle Scienze, ma dove nulla è stato fatto; piazza della Repubblica, piazza Carlo Felice, via Palazzo di Città. E ancora: piazza San Carlo dove la tinteggiatura è stata eseguita solo su un lato e in base a un quadro del Graneri. Perché, invece, non prendere in considerazione quanto, a proposito di questa piazza, viene consigliato dai documenti storici? E cioè: "Per gli edifici a totale intonaco fresco havvl a usar coloritura simile at quella de edifici della piazza della Chiesa di S. Carlo, qvverossla un color de zucca verde tagliata de fresco"?-. Renato Rizzo La considerazione che «nessuno è profeta in patria» trova aderenza, nel campo degli studi sul colore delle città, In un premio internazionale che ha raggiunto In questi giorni gli architetti Riccardo Zanetta e Germano Tagliasacchl. Il 19 novembre, ad Amsterdam, riceveranno II «Slkkens», un Award che nella storia del suol premiati annovera anche Le Corbusier e, come si legge nella motivazione, è stato assegnato al due professionisti «per I sensazionali risultati ottenuti da una ricerca edile e storica del colo¬ re compiuta a Torino a partire dal 1978». •In questo schema — prosegue la giuria del Slkkens — 11 colore viene considerato meno come dato decorativo e più come mezzo per caratterizzare sistematicamente il carattere pubblico dello spazio cittadino». E aggiunge che la ricerca è stata base «della scoperta dell'uso strategico del colore; una scoperta che porta un contributo sostanziale all'attuale rivalutazione della città*. Nelle foto, un edificio di Porta Palazzo prima e dopo l'Intervento di restauro. I

Persone citate: Germano Tagliasacchl, Le Corbusier, Renato Rizzo, Riccardo Zanetta, Zanetta

Luoghi citati: Amsterdam, Torino