Dimostrazione anti-Usa Arresti, 30 feriti al Cairo

Dimostrazione antì-Usa Arresti, SO feriti al Cairo Centinaia di studenti in piazza, il governo vieta le manifestazioni Dimostrazione antì-Usa Arresti, SO feriti al Cairo Da ieri nella capitale l'inviato di Reagan: sarà ricevuto soltanto domani - Ma la polemica con Washington sembra meno aspra - L'ambasciatore italiano al ministero degli Esteri IL CAIRO — Violenti scontri ieri al Cairo tra polizia e centinaia di studenti che manifestavano contro gli Stati Uniti. Numerosi i feriti, una trentina gli arrestati. Oli agenti hanno usato candelotti lacrimogeni: un funzionarlo dell'università ha riferito che alcuni sono caduti sul tetto dell'istituto del commercio, appiccando incendi che sono divampati per due ore causando danni rilevanti. Oli incidenti sono avvenuti a poche ore dall'arrivo al Cairo del sottosegretario di Stato John Whitehead, inviato dal presidente Reagan per cercare di risolvere la crisi nel rapporti tra Stati Uniti e Egitto seguita al dirottamento da parte di caccia americani dell'aereo egiziano con a bordo i sequestratori dell' «Achille Lauro». Whitehead sarà ricevuto dal presidente Mubarak soltanto domani. "Domenica non ho tempo per incontrarlo: ha detto il ralss, ricordando che per oggi ha in programma una visita in Alto Egitto. Imponendogli ventiquattr'ore di anticamera, Mubarak ha voluto probabilmente sottolineare che la sua ira per l'intercettamento dell'aereo egiziano non è ancora sbollita. Contemporeneamente però il ministro dell'Interno Ahmed Rushdy ha annunciato che ogni manifestazioni di piazza anti-americana sarà in futuro "fermamente impedita*. "Il nostro popolo ha ormai espresso la sua indignazione per l'intercettamento dell'aereo egiziano» ha detto Rushdy. «Ora basta con le violazioni dell'ordine pubbli'co e con gli slogan irresponsabili: bisogna dare alle autorità politiche l'opportunità di trattare la situazione e di prendere le misure necessarie». Le parole del ministro sem¬ brano indicare un'inversione di tendenza nell'atteggiamento del governo egiziano. Fino ad ora, infatti, le autorità erano parse incoraggiare l'espressione della «protesta popolare» contro gli Stati Uniti. Ma nelle dimostrazioni del giorni scorsi, accanto alla politica americana, era stato spesso messa sotto accusa anche quella del presidente Mubarak e il governo si è probabilmente reso conto del pericolo Anche 1 commenti di stampa, del resto, erano ieri più misurati dei giorni scorsi. Ricordando che la rottura del rapporti diplomatici con Wa¬ shington ha già avuto una volta (ai tempi di Nasser) conseguenze nefaste per l'Egitto, il direttore di «Akhbar el Yom», Ibrahlm Saada, sottolinea che la posizione assunta nalla vicenda dal Cairo «è stata più dura di quella di ogni altro governo». "Non sarebbe immaginabile giocarsi su un colpo di testa tutti gli accordi conclusi negli ultimi anni e prendere decisioni emotive che gioverebbero soltanto a coloro con cui siamo in disaccordo». In effetti, l'esasperazione della polemica con gli Stati Uniti è stata soprattutto causata da motivi di politica in¬ terna: Mubarak temeva l'accusa di soggezione agli interessi americani e, reagendo duramente come ha fatto, si è preoccupato in primo luogo di rinsaldare la sua popolarità. Ieri il primo ministro egiziano All Lutti ha ricevuto l'ambasciatore italiano Giovanni Migliuolo. Il colloquio è stato molto cordiale e Lutfi ne ha approfittato per riaffermare 1 sentimenti di amicizia verso l'Italia del popolo e del governo egiziano. Migliuolo è al Cairo da tre sole settimane e non ha ancora potuto presentare le credenziali al presidente Mubarak. c. st.