Jakubisko, dalla parte dei mostri di Lietta Tornabuoni

Jakubisko, dalla parte dei mostri A Salisburgo, sul set di «La zia di Frankenstein», il nuovo film del regista cecoslovacco Jakubisko, dalla parte dei mostri Interpretato da un Babilonia-cast, il kolossal costerà 20 miliardi di lire - Dracula, Igor e le altre creature delle tenebre appaiono umanizzati, cercano di somigliare ai loro carnefici Dice il regista: «Nel lieto fine generale, tutti ameranno qualcuno e saranno riamati» DAL NOSTRO INVIATO SALISBURGO — Juraj Jakubisko, 11 geniale regista cecoslovacco de L'Ape millenaria e di Frau Holle, gira con un Babilonia-cast di attori Internazionali (tedeschi, spagnoli, cechi, austriaci, italiani, svedesi, francesi) il primo! Mostri-Kolossal; 20 miliardi di lire per un film di novanta minuti e una serie televisiva di sei ore tratti da un romanzo di Allan Bune Pettersson e un titolo. La sia di Frankenstein, che amplia la famiglia del primo grande Scienziato Creatore rivale di Dio nella narrativa dello spavento. mi mostri, non mi sono mal piaciuti — dice —. Gente troppo drammatica, alla fine anche noiosa; la paura che si prende sul serio l'ho sempre trovata molto Ingenua». Allora, mentre il cinema americano riscopre la spettacolarità della paura attraverso .'nuovi orrori elettronici, -extraterrestri o paranormali, attraverso nuove creature 'terrificanti di animalità an' tropomorfa o d'umanità bestiale, lui rende 1 suoi mostri patetici, oppure comici? 'Soltanto umani. Anche loro hanno paura di qualcosa: degli uomini, che sono ptii mostri del mostri. Ma t mostri non lo sanno e, come tante vittime, desiderano diventare uguali al loro carnefici, Integrarsi». Il confronto tra uomini e mostri è favorevole al mostri? .Naturalmente». In un tempo che è il primo Novecento, nell'agghindato e allarmante paese di Hallstatt vicino a Salisburgo, tra le prealpi austriache (laghi profondi e belli color piombo, chalets, alberi rossi d'autunno), poi in un cupo castello e nelle foreste cecoslovacche, si muovono i nostri cari vecchi mostri, insieme con nuovi mostri ancora ignoti alla storia del cinema. Dracula (Ferdy Maine) sa volare e intercetta dall'alto ciò che dice la gente, ma è molto stanco, sarà un'eternità che non riesce a trovare una goccia di sangue, ormai s'appassiona soltanto agli sviluppi della scienza e della tecnica, della politica e della filosofia; creatura del Rinascimento e amante della' mrJ- dernltà, finirà per sposare la farmacista del paese e lavorare in servizio notturno. Il suo servo Igor (Jacques Herlin) ha centoclnquantasei anni e non ne può più. Il Lupo Mannaro (Flavio Bucci) è un intellettuale timido e cortese afflitto dalla mutazione che lo inferocisce nelle notti di luna piena; quando s'innamora d'una seducente lupa decide di restare bestia per sempre, preferendo la felicità animale alla felicità-infelicità umana. La Creatura di Frankenstein, certo Albert (Gerhard Karzel), è 11 pessimo risultato della smania d'emulazione di Henri Frankenstein, un pronipote che sbaglia tutto; ha orecchie spaiate, braccia asimmetriche, andatura sussultante, un pezzo di cervello in meno e una chiusura lampo che gli sutura malamente il cranio, ci vorrà l'amore di Klara (Barbara De Rossi) per trasformarlo in un giovanotto bello, contento, quasi intelligente. Al discendente di Frankenstein tutti i nuovi mostri riescono male, o risultano affjitr ti'darin twète;destino. L'Ùov mb' 'd'Acqua4 Ondino (Eddié Constant-ine), che abita nelle profondità d'un lago spiando 1 passanti col periscopio, vive vendendo pesci e si sposta su un anfibio pesce-bicicletta, perde acqua da tutte le parti ed è alcolizzato perché infelice nell'amore per una sirena da circo con un gran seno finto. L'Uomo di Fuoco (Tilo Pruckner) manda scintille, fa fumo, e scotta troppo perché l'inventore riesca a. ritoccarlo. La Donna Bianca (Mercedes Sampietro), una vanitosa che passa attraverso 1 muri, è miope, nevrotica e desidera soltanto l'impossibile: morire. In più c'è un fabbro anar¬ chico prediletto da Jakubi sko: 'Gira sempre con la sua'bomba in mano, non arriva mal a fare un attentato. L'ultimo tentativo fallito lo catapulta attraverso ti camino, lo landa come un razzo; continuerà a girare all'infinito intorno alla Terra, e meno male che quando passa sopra al suo paese la sorella gli allunga qualcosa da mangiare e i giornali che parlano di lui». Insomma, storie buffe? 'Sitcom», situation comedy, dato che al regista non dispiacerebbe lavorare negli Stati Uniti: .Adesso che Milos Forman comincia a torna¬ re a Praga, potrei essere lo il nuovo cecoslovacco di Hollywood». La zia di Frankenstein, che arriva a rimettere ordine tra i mostri del Castel lo, è Viveca Lindfors, sessantenne bellissima di gran carattere che deplora Jakubi sko: 'Non accetta consigli, non ascolta le idee degli attori. Ma il cinema è un lavoro collettivo, volerlo fare come un Titano solitario è molto antiquato, è onantstico» (e Jakubisko saluta ogni mattina il cane dell'attrice, mai lei). Nel realismo magico che è lo stile del regista, per la pri¬ ma volta 1 mostri approdano tutti insieme al pubblico più sterminato che abbiano mai avuto, quello della televisione internazionale; prodotto dalla Beta Film tedesca e dalla Slovensky Film, La eia di Frankenstein è già prevenduto alle televisioni tedesca, austriaca, svedese, francese, spagnola, cecoslovacca, viene trattato con le televisioni italiana e americana. Ci approdano senza terrore, privati della loro eredità di spavento; e senza la sofisticata irrisione di Per favore, non mordermi sul collo di Polanskl o del Rocky Horror Picture Show. <Il genere horror è stato sfruttato da tanti registi, che offre incredibili possibilità d'Innovazione e di combinazione comibo-d'rammaticofantastica — dice Jakubisko i—. Ci ho messo pure una filosofia televisiva: gli esseri umani che vivono in solitudine diventano mostri, e viceversa. Ci ho messo un'infinità di happy ends.- nel lieto fine generale, tutti ameranno qualcuno e ne saranno riamati. I miei sono i vecchi mostri del Novecento, logorati, sdruciti e stanchi, sono il passato della paura; ma alla fine arrivano quelli del Duemila, i nostri figli». Alla fine, 11 professor Henri Frankenstein fa l'ultimo sbaglio: fabbrica una Creatura piccola come un bambino che si sdoppia, si moltiplica, diventa dieci, trenta, cento. Tutti uguali come robot, tutti insieme, veloci sul loro pattini a rotelle, Invadono, conquistano: nel mondo senza più mostri, arrivano 1 Mostri. Lietta Tornabuoni Tre mostri sul set di «La zia di Frankenstein»: Viveca Lindfors (la zia), Ferdy Maine (Dracula) e Jacques Herlin (Igor il servo)

Luoghi citati: Hollywood, Maine, Praga, Salisburgo, Stati Uniti