Quando il cruscotto ti parla

Quando il cruscotto ti porla Pro e contro nell'uso dei sintetizzatori elettronici di parole Quando il cruscotto ti porla E' stato verso la fine del 19B2 che sono apparsi 1 primi «cruscotti parlanti», cioè quei sistemi elettronici che attraverso un sintetizzatore elettronico di parole informano il guidatore su eventuali anomalie del veicolo o dimenticanze. Per esemplo: «Hai dimenticato di disinserire 11 freno a mano», «la porta destra non è ben chiusa», •>! serbatoio di carburante è quasi vuoto» e stalli. Pioniere in questo campo erano state la Peugeot (sul modello «505») e la Audi (sulla «Quattro»), seguite poco più tardi dalla Renault (sulla «11») e dalla Austin (sulla «Maestro»), che offrivano il sistema come opzionale. Si ricorderà che la trovata fece un certo scalpore, sembrò un progresso funzio¬ nale importante, soprattutto ai fini della sicurezza. Ma finora non ha avuto 11 seguito che molti si attendevano, e per esemplo sulle vetture di gran lusso, che per definizione dovrebbero avere dotazioni completissime, non se ne parla affatto, almeno per ora. Non sono tanto le questioni subito sollevate (è meglio una voce maschile o femminile? E' opportuno aumentare il numero di Informazioni o limitarle alle cose essenziali? Bisogna o no far precedere la voce da un segnale acustico per attirare l'attenzione?) a generare un certo scetticismo, quanto altre considerazioni di natura soprattutto psicologica. Per esempio 11 guidatore consumato accetta malvolentieri di farsi «consigliare» su qualcosa di cui si sa rendere conto da solo, o attraverso le percezioni che l'abitudine alla guida ha affinato, oppure con uno sguardo agli strumenti di bordo — che diventano sempre più numerosi e precisi —, o ancora grazie a quella sensibilità che anche 1 meno esperti acquisiscono abbastanza rapidamente. In altri termini, a ricordare che ci si è avviati con 11 freno a mano tirato basta accorgersi che la macchina avanza con qualche fatica, e inoltre quasi tutte le vetture hanno sul quadro l'apposito segnale luminoso. Ancora: se una delle porte non è ben chiusa, è sufficiente 11 minimo sobbalzo per farlo capire; e strumenti e luci spia davanti al volante sono ampiamente in grado di avvertire se c'è qualcosa che non va. Tutto sommato, si dice, invece del cruscotto che parla è più razionale avere a bordo un buon check-control, piuttosto di sentirsi ripetere ossessivamente che il livello dell'olio è basso o che il motore sta surriscaldandosi. E si aggiunge che se finora non si è sentito il bisogno di inventare nuovi modi di Informazione per il guidatore oltre a quelli esistenti da sempre, non si vede perché si debba ricorrere a una sofisticazione del genere, che oltre tutto può anche infastidire. Tutto questo è abbastanza vero, come è comprensibile che di fronte a certe Innovazioni — specie se non di importanza fondamentale — l'utente si trovi frastornato e preferisca quasi sempre rifiutarle. Tuttavia non sarebbe ragionevole, nel caso del cruscotto parlante, un giudizio sommario di condanna. Perché, pur ammettendo che ci sia una certa componente di ordine pubblicitario (l'esemplo dei «gadgets» che sovente vengono offerti su certe vetture e propagandati come «progresso» sono rivelatori di una mentalità più commerciale che altro), dal punto di vista concettuale i sintetizzatori di parola Installati a bordo costituiscono un eccellente lavoro di elettronica applicata. Non solo. Come sempre, può essere una questione di assuefazione a un certo tipo di stimolo, sia questo visivo o auditivo. Nel secondo caso, è probabile che i sensi dell'utilizzatore si abituino a ricevere le Informazioni più Importanti che arrivano attraverso la voce, e pian plano a ridurre sempre più l'attenzione visiva di controllo degli strumenti (ad eccezione, evidentemente, dell'indicatore di velocità) per concentrarla soltanto sulla strada. fe. ber.