«Abbas? L'Olp lo giudicherà»
«Abbas? L'Olp lo giudicherà» Al quartier generale di Tunisi, parlano gli uomini di Arafat «Abbas? L'Olp lo giudicherà» DAL NOSTRO INVIATO TUNISI — Nel minuscolo ufficio — forse due metri e mezzo per cinque —, s'accalcano in otto. Tutti giovani palestinesi dello staff di Arafat. Dopo aver seppellito 1 loro compagni uccisi dalle bombe israeliane che hanno arato Hamman al Chath, si sono trasferiti «provvisoriamente» nella sede della rappresentanza deiroip presso il governo tunisino. L'ufficio è al pianterreno d'una bella villa a tre plani, diremmo Liberty, bianca e celeste, nel vecchio quartiere residenzia-' le di Tunisi. Due scrivanie colme di carte su cui galleggiano portaceneri zeppi di cicche, uh telex, una macchina telecopiatrice, tre telefoni che squillano in continuazione. C'è chi cerca documenti In una valigia scostando asciugamani e calzini, e chi detta a Baghdad (dov'è, In questo momento, Arafat) un elenco interminabile di giornalisti, in testa gli americani, che chiedono l'intervista con Abu Animar il quale sorride da un variopinto, calendario. Sulla parete, accanto al calendario, una fotografia di padre Ayad (il sacerdote palestinese confidente di Arafat), nel cimitero di Beirut dove son seppelliti i fedayn massacrati dai siriani a Teli el Zaatar. Ogni tanto arriva un vassoio con tazzine di caffè e past ere ile alle mele, ma anche qualche baguette di pane. Sembra di essere a Beirut negli anni in cui i fedayn erano 1 padroni della città, nell'ufficio di questo o quel Fronte. La stessa confusione che, tuttavia, non ha mai mortificato l'efficienza intellettuale; proprio come un tempo a Beirut ma con una •presenza» inedita: la boccetta del tranquillanti accanto all'immancabile bicchiere d'acqua «Non abbiamo neanche avuto il tempo di piangere in pace i nostri compagni caduti», si rammarica Z„ «che è scoppiato questo dannato caso Achille Lauro. E d'un tratto siamo diventati dei mostri. Dei nostri 57 compagni fatti fuori dagli israeliani, nessuno vuol più sentir parlare. Perciò dico che sarebbe ofa di non scocciarci domandandoci se siamo pacifisti o terroristi e di piangere il vostro povero americano morto». Certo non è in questo ufficio, alle due di notte, che sarà possibile svelare 1 misteri dell'Achille Lauro. Ma è qui, e soltanto in questo luogo, che si può tastare il polso al cosiddetti «quadri medi» dell'Oli). A. zittisce Z.: «E' un momento difficile per noi. Come dice il giornalista, un grosso capitale di simpatia sembra esser sfumato in un batter d'occhio. Ma che importa, ricominceremo da capo. Senza rinunziare a voler la pace pur continuando là lotta armata». Dobbiamo dunque aspettarci una nuova ondata di terrorismo, qualche strage di innocenti? «Alt — mi Interrompe A. —, non abbiamo nessuna intenzione di abbandonarci ad atti sconsiderati. Per lotta armata intendiamo operazioni militari contro obiettivi nemici nel territori occupati». Accende l'ennesima sigaretta, poi: «Si ricordi che in Palestina vivono giovani dai diciotto ai venti anni cresciuti sotto l'occupazione israeliana. Hanno accumulato odio, sono diventati dei duri. Più passerà il tempo, più aumenterà la repressione e più duri diverranno quei combattenti». Francamente, non pensate che la partita sia disperata? O che, se non altro, il, vostro margine di manovra si sia ridotto e di molto? Possibile che non abbiate perlomeno qualche perplessità circa 11 vostro futuro? «Signor giornalista — soggiunge A. —, abbiamo alle spalle un passato di disgrazie che paradossalmente ci ha insegnato a non disperare viai. Forse lei arriccerà il naso per il paragone banale ma noi paleslineIgorMan (Continua a pagina 2 ' In settima colonna)
Persone citate: Achille Lauro, Arafat, Ayad, Hamman
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