«lo non mi interessavo dell'eroina non decidevo nulla, facevo il killer»

«lo non mi interessavo dell'eroina non decidevo nulla, facevo il killer» Nel bunker delle Vallette un superpentito svela tutti i segreti dell'organizzazione «lo non mi interessavo dell'eroina non decidevo nulla, facevo il killer» Giuffrida: «Prendevo 6-7 milioni ogni venti giorni» - Un corriere: «Si guadagnava un miliardo e 320 milioni il mese» Carmelo Giuffrida, stempiato, completo grigio, primo grosso pentito della banda Miano, racconta al giudici nel bunker delle Vallette: «Sono entrato nell'organiszazione nell'SO ma non mi interessavo direttamente dell'eroina. Non avevo poteri decisionali, solo un ruolo esecutivo». Dal banco della difesa arriva secco il commento dell'avv. Zancan: «Certo, faceva il killer, non è vero?». Il pentito non si scompone: «Si, è vero. Lo stesso compito lo avevano Sciotti, Saia, Gullace, Roberto Miano e Finocchiaro. Quest'ultimo era il primo in testa, un killer da sempre». Dalle gabbie si sente un'ingiuria, poi Franco Finocchiaro: «Piantolo di raccontare balle... Cosa ne sai di me?». Il presidente della sesta sezione Aragona riporta la calma. L'avv. Nisl chiede al pentito: «Ma lei ha sempre sostenuto di essere entrato nella banda solo nell'81, ora dice nell'SO. Non è stato sincero prima». Giuffrida spiega: «E' vero, ma tra l'SO e IVI avevo commesso un omicidio e non ci tenevo a far sapere che ero già nell'organizzazione». L'imputato (stralciato dal processo come gli altri 7 pentiti), in libertà provvisoria da tempo, continua: «Prendevo 6-7 milioni ogni venti giorni. Quando sono stato arrestato per armi, nel settembre VI, i compagni hanno continuato a versare la quota a mìo fratello. All'uscita dal carcere, nel marzo '83, ho sostituito Saia nell'incarico di cassiere dell'organizzazione». Il presidente Aragona domanda: «Come veniva diviso il denaro?: Con tono da ragioniere Giuffrida spiega: «Normalmente ogni 20 giorni arrivava il corriere da Milano con l'eroina: 3 chili e mezzo che pagavamo sulle 33-35 mila lire il grammo. La droga veniva tagliata da Vincenzo Tornatore (altro pentito, ndr) si da ottenere 4 chili e mezzo die venivano rivenduti a 5560 mila lire il grammo. Dal¬ l'incasso io toglievo il denaro per l'acquisto della prossima partita, sempre sui 3 chili e mezzo. Il resto veniva così suddiviso: 10 milioni al mese erano accantonati per pagare gli avvocati, altri milioni si mettevano da parte per l'affitto di alloggi e spese varie, 7-8 milioni c testa andavano a chi prendeva la quota intera. Di meno, sui 3-4 milioni, al corriere pagato a viaggio e a chi non era inserito nell'organizzazione». Molto preciso il pentito continua: «Se si compravano immobili, venivano intestati sempre a parenti o conviventi. Non c'erano conti correnti, neppure per quel fondo comune destinato agli avvocati. I soldi li tenevamo negli appartamenti, nascosti. Saia aveva una cassaforte, io quando sono stato arrestato ho lasciato 250 milioni in un alloggio». Giuseppe Muzio, altro pentito, corriere della banda, ha raccontato in Istruttoria che andava a Milano fino a 5-6 volte al mese: «Portavo con me circa 16 chili di eroina che, tagliati, passavano a 22 chili. Si guadagnava un mi-, Uardo e 320 milioni il mese».] Antonino Saia, pentito pure' lui, racconta con una punta d'orgoglio: «Quando c'ero io alla cassa si guadagnava sui 12 milioni a testa e qualche volta anche 20 milioni per ogni carico, cioè ogni 20 giorni». James Bonera, fornitore per 6 anni dei «catanesl» di Torino, parla di partite di 1015 chili il mese. Giuffrida riprende a rac- • contare delle coperture della banda, 11 night Jamalca di corso Giulio Cesare, «Le Crocodllle» di San Mauro, il mobilificio «Arredamenti Giò di Sedola e Motta» a Druento, l'impresa di pulizia «Panda» di via Naplone. Inciampa in • un'imprecisione: «Giuseppe Di Marco era nostro cliente nel marzo '83». L'avv. Perga, difensore del Di Marco, replica secco: «Il mio assistito in quel periodo era in carcere, come faceva a spacciare droga?». L'udienza si chiude con pesanti accuse del «killer» Franco Finocchiaro al Giuffrida: «Ha pensato che ci fosse stato qualcosa tra me e sua moglie, per questo mi ha coinvolto». Il clima diventa incandescente. L'avv. Zancan ritorna sul tema dolente di questo processo: il contestatissimo stralcio dei pentiti dal giudizio. Il processo continua oggi. Nino Fietropinto L'aula del processo per droga nel bunker delle Vallette: gli imputati voltano la schiena al fotografo

Luoghi citati: Druento, Milano, San Mauro, Torino